Mondo
Le donne che stanno cambiando l’Africa
Su Forbes esce la lista delle 20 giovani donne africane più influenti, tra di loro attiviste per i diritti umani, blogger e imprenditrici sociali
Hanno tutte meno di 45 anni e una cosa in comune, stanno contribuendo a cambiare il volto del proprio continente. Sono le donne inserite da Forbes nella lista delle venti giovani più potenti dell’Africa. Sono proprio le nuove generazioni di donne infatti a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo economico e tecnologico del continente, tanto che l’Unione Africana ha battezzato il decennio 2010-2020 quello della “rivincita delle donne africane”. Il 2012 è stato un anno particolarmente significativo in questo senso. Il luglio scorso proprio la Commissione dell’Unione Africana ha eletto come presidente, Nkosazana Dlamini-Zuma, medico e Ministro degli Interni in Sudafrica, prima donna a capo dell’organizzazione. Sempre quest’anno il Malawi ha accolto il secondo capo di stato donna del continente, Joyce Banda.
Nella lista di Forbes però non sono presenti solo donne di stato, ma anche manager, scienziate e imprenditrici, molte di loro con una missione sociale da portare avanti.
Sono diverse le donne al comando di imprese ad alto valore tecnologico, sviluppate per rispondere alle enormi sfide sociali e ambientali del continente. Tra i nomi presenti nel 2011, la blogger di Afronline, Ory Okolloh, co-fondatrice di Ushahidi, l’impresa sociale digitale che ha sviluppato un software opensource per la raccolta e l’organizzazione di dati e informazioni in tempo reale nelle situazioni di crisi. Quest’anno lo stesso progetto è valso anche a Juliana Rotich, co-fondatrice di Ushahidi, socia della Okolloh, la menzione nella prestigiosa lista di Forbes. Lo scorso anno proprio Juliana Rotich aveva ricevuto dal World Economic Forum il riconoscimento di “Imprenditrice sociale dell’anno” ed era stata nominata dal Guardian tra le 100 donne più importanti del 2011.
Tra le donne alla guida di imprese altamente innovative, Forbes nomina anche Lorna Rutto, testa e anima di Ecopost, l’ impresa green da lei fondata che trasforma i rifiuti di plastica in materiale edilizio sostenibile e utilizzabile per le costruzioni al posto del legno. Fondata nel 2009, con sede in Kenya, EcoPost ha offerto una soluzione pratica ed efficace all’eliminazione dei rifiuti e ha creato oltre 300 nuovi posti di lavoro, impiegando prevalentemente giovani e donne. Grazie alla rapidissima crescita dell’azienda, si prevede che nei prossimi 15 anni, EcoPost contribuirà alla creazione di 100 mila nuovi posti di lavoro. Accanto a Lorna Rutto, anche Marieme Jamme, senegalese ma londinese d’adozione, blogger e imprenditrice sociale, amministratore delegato di SpotOne Global Solutions, agenzia specializzata nella consulenza sulla sostenibilità aziendale. La Jamme è anche co-fondatrice di Africa Gathering, il primo sito web internazionale, che facilita l’incontro e la discussione tra imprenditori ed esperti sullo sviluppo in Africa. La CNN ha nominato Marieme Jamme tra le personalità tecnologiche più importanti del continente, un must da seguire su Twitter.
E’ nata invece da un’esigenza personale l’idea d’impresa dell’avvocatessa Florence Iwegbue, che insieme al marito, medico e sviluppatore autodidatta, ha creato Live Wello, un social network per l’organizzazione e la condivisione dei dati medici. Proprio dopo che al figlio era stata diagnosticata una forma di autismo, Iwegbue e il marito, entrambi nigeriani ma residenti in Gran Bretagna, hanno deciso di utilizzare uno degli aspetti più efficienti della cultura africana, per offrire il supporto necessario al bambino: la cultura della condivisione caratteristica dei villaggi, che Iwegbue ha tradotto in un social network. Live Wello consente infatti al paziente di condividere le informazioni e i dati relativi alla propria condizione medica, con i membri della famiglia e gli specialisti impegnati nel trattamento della malattia.
Oltre all’imprenditoria sociale anche i diritti umani, rappresentano un campo in cui le donne africane nominate da Forbes sono impegnate attivamente. Tra loro, Rainatou Sow, attivista per i diritti delle donne e fondatrice della non profit Make Every Woman Count, che ogni anno pubblica un rapporto sulla condizione delle donne in ogni paese africano. La Sow è stata nominata da Women4Africa “Most Inspirational Woman of the Year 2012”.
Anche un premio Nobel per la Pace, nella lista delle più potenti giovani donne africane di Forbes, Leymah Gbowee premiata nel 2011, per la sua “battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell'opera di costruzione della pace". Da attivista è stata tra gli organizzatori della Liberian Mass Action for Peace, un movimento pacifista che ha riunito le donne cristiane e musulmane, durante gli scontri in Liberia. Oggi attraverso la sua organizzazione Women Peace and Security Network Africa, aiuta le donne in altri paesi del continente a portare avanti la battaglia per la pace.
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