Non profit

Le delizie padane a Km zero

Lanciata una nuova linea di prodotti dalla Nuova Distribuzione SpA. Al lancio, in un SupedDì della provincia di Monza e Brianza, presenti anche i ministri Zaia e Bossi

di Antonietta Nembri

Trovare le moleche (granchi della laguna veneta) o i musultitt (agoni essiccati del Lago di Como) nel reparto pescheria del supermercato? Impossibile? Probabilmente sì, fino a poche settimane fa. SuperDì e IperDì, quaranta punti vendita tra Lombardia e Piemonte, infatti, hanno lanciato una nuova linea di prodotti tipici e locali riuniti sotto il marchio: “Delizie padane” specialità regionali tipiche spinte dallo slogan “Mangia sano, mangia padano”. «Non siamo una multinazionale e questo ci permette di avere una maggior attenzione al territorio, di conoscere i prodotti tipici che hanno difficoltà a entrare nella grande distribuzione» spiega Marilisa Franchini che con il fratello Marco è proprietaria della Nuova Distribuzione SpA titolare dei marchi SuperDì e IperDì.

Tra le caratteristiche che devono avere i prodotti che sono entrati ed entreranno a far parte di questa linea la tipicità e la vicinanza territoriale «molti sono prodotti a km zero che hanno quindi anche una caratteristica di ecosostenibilità», continua Marilisa Franchini. E così tra gli scaffali si potranno trovare specialità tipiche che di solito si trovano in sagre e fiere di paese, prodotte da piccoli agricoltori o di nicchia «abbiamo scovato anche alcuni dolci che avevano confezioni pensate solo per i turisti del lago di Garda o del Maggiore. Ci sono tanti prodotti che rischiano di scomparire come il Bagoss o lo Stachitunt o i cui produttori non riescono a commercializzare perché per mantenerne la tipicità e genuinità non raggiungono produzioni elevate» osserva Franchini.

Al lancio dell’iniziativa, all’IperDì di Barlassina (cittadina in provincia di Monza e Brianza) erano presenti i ministri Zaia e Bossi, oltre al sottosegretario Brancher. Per il titolare del ministero delle Politiche agricole l’iniziativa va al di là di un’operazione commerciale, è un modo «per valorizzare i nostri territori  e per realizzare concretamente una filiera a km zero». Non solo, per Luca Zaia l’iniziativa dell’azienda dei fratelli Franchini «è perfettamente coerente con il disegno di legge sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari in discussione in Parlamento. I consumatori hanno diritto di sapere l’origine di quello che metteranno sulle loro tavole, e i produttori di poter valorizzare il frutto  del loro lavoro e delle loro capacità produttive».

Secondo Zaia «La grande distribuzione dovrebbe raccogliere questa sfida e prendere esempio dall’iniziativa di Barlassina. Certo, lo slogan ‘Mangia sano mangia padano’ non può che colpire il nostro cuore leghista». Padani o no i clienti dell’IperDì di Barlassina hanno accolto favorevolmente l’iniziativa, conferma Marilisa Franchini, che vede in questo una risposta positiva alle contraddizioni della globalizzazione «le multinazionali della grande distribuzioni non si fanno problemi a standardizzare l’offerta, ma così si perdono le tradizioni italiane e noi alle nostre tradizioni ci teniamo».


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