Welfare
Le cooperative, i migranti e il ricorso al Tar sui bandi per i migranti. Negrini risponde a Sardone
“Conosciamo tutti gli effetti di una cattiva gestione dell’accoglienza, a livello di sicurezza, costi sociali ed emarginazione delle persone. Ci chiediamo, perché dei tanti ricorsi al Tar contro bandi di gara ritenuti inadeguati per una vera integrazione e per la sicurezza. Ma le cooperative che si occupano di accoglienza di richiedenti asilo, da tempo sono diventate il capro espiatorio per qualsiasi tipo di male”, dice la portavoce di Alleanza Cooperative Lombardia Welfare (Confcooperative e Legacoop Lombardia)
di Redazione
“Il virus della superficialità dell’ignoranza e della strumentalizzazione è resistente alle cure e colpisce qua e là un po' ovunque; ne è stata colpita anche la consigliera regionale (già Forza Italia ora gruppo misto) Sardone che, in modo per nulla originale, ripete le trite, ma non per questo meno false e infamanti, fake news sui migranti e la cooperazione sociale. Qual è stato l’evento slatentizzante?”. A dirlo Valeria Negrini, portavoce di Alleanza Cooperative Lombardia Welfare (Confcooperative e Legacoop Lombardia) in risposta alla consigliera regionale Silvia Sardone che, sul solito quotidiano Libero, ha accusato il sistema cooperativo di fare affari con i migranti dopo la presentazione del ricorso al Tar del Lazio di 5 coop sul bando della prefettura milanese sull’accoglienza diffusa.
“Siamo davvero colpiti dalla lungimiranza politica della consigliera che al grido di prima gli italiani, non si rende conto che saranno proprio gli italiani a farne le spese. Conosciamo tutti gli effetti di una cattiva gestione dell’accoglienza, a livello di sicurezza, costi sociali ed emarginazione delle persone. Ci chiediamo, perché dei tanti ricorsi al Tar contro bandi di gara ritenuti inadeguati fatti da imprese for profit e imprese non profit nella nostra regione proprio su questi fatti da cooperative sociali si scaglia la consigliera Sardone. È evidente. Queste cooperative si occupano di accoglienza di richiedenti asilo, persone che da tempo sono diventate il capro espiatorio per qualsiasi tipo di male” ha chiosato.
Ci fa specie il ritornello che la cooperazione sociale abbandoni i servizi per l’accoglienza perché ‘si trovano senza soldi’. Continuare a dire falsità sulle cooperative che in questi anni hanno salvato soprattutto i piccoli comuni dalla gestione scellerata dell’accoglienza massiva farà bene ai sondaggi, ma non sposta di una virgola il problema – ha continuato la Presidente dell’Alleanza -. Problema che tornerà sui comuni, dove vivono anche gli italiani, che potrebbero finire per sobbarcarsi spese di assistenza sociale impreviste pesando sul già risicato bilancio, e sui lavoratori, anche questi italiani, che nei centri hanno trovato un impiego. Adesso ce ne sono 900 a rischio. Le cooperative ‘non piangono’, si rimboccano le maniche e che a qualcuno piaccia o no hanno difeso gli italiani quando gli altri italiani, quelli perbene, hanno preferito lavarsi le mani”.
“Se si dimezzassero le rette per l’assistenza e la cura per gli anziani, i minori, i disabili le persone con problemi di dipendenza e salute mentale le cooperative che gestiscono questi servizi non avrebbero davanti molte strade: o chiudere i servizi lasciando a casa migliaia di lavoratrici e lavoratori, oppure se possibile fare appunto ricorso al Tar per far valere i diritti delle persone assistite e dei lavoratori. Non ci sembra così difficile da capire. Ma la consigliera Sardone non difetta, crediamo, d’intelligenza, ma di buona fede e onestà intellettuale sacrificate sull’altare della propaganda. Le cooperative non possono arricchirsi come qualcuno dice per la semplice ragione che è obbligatorio per le nostre imprese reinvestire gli utili in finalità sociali, che possono essere percorsi di inserimento per persone svantaggiate, o attività di integrazione nei quartieri difficili. Ogni euro in più non finisce nelle tasche di nessun azionista o manager, ma reinvestito in welfare a beneficio di tutti. Se questo significa ‘fare affari’….” ha continuato Negrini.
In merito alle conseguenze del ricorso ha poi affermato: “la Prefettura ha per adesso sospeso il bando, non sappiamo per quanto e se in attesa della decisione del Tar. La nostra maggiore preoccupazione in questo momento sono i tanti minori e soggetti fragili presenti nelle strutture, la cui tutela è superiore alla mera propaganda politica. Per questo insieme alle nostre imprese continueremo con i ricorsi laddove riterremmo insostenibili le richieste delle prefetture per continuare a fornire servizi di qualità, corsi di lingua italiana, assistenza psicologica e sanitaria, inclusione lavorativa”.
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