Economia

Le coop di farmacisti lanciano il low cost

Nasce Profar, private label di FederFarmaco. Oggi prodotti, domani servizi

di Sara De Carli

AAA, terzo settore cercasi per conoscenza scopo condivisione progetti. Potrebbe sfociare anche in un matrimonio quello tra farmacisti e terzo settore. Le premesse di una condivisione di visione ci sono tutte, soprattutto dopo che il decreto 69/2009 ha ridisegnato la cornice culturale della farmacia come presidio sociale del territorio, un “punto salute” strettissimamente collegato tanto con il sitema sanitario quanto con il welfare territoriale. Proprio in questo contensto le 32 cooperative di farmacisti riunite in FederFarmaco hanno lanciato da poco un nuovo marchio di prodotti, un private label distribuito nelle farmacie socie con costi inferiori del 15-30% a quelli dei brand più pubblicizzati. Ne abbiamo parlato con Massimo Massa (nella foto), genovese, direttore generale di FederFarmaco.

Perché lanciare un nuovo brand?

Volevamo creare un segno facilmente riconoscibile per i servizi offerti dalle nostre farmacie, proprio nell’ottica di quella trasformazione della farmacia disegnata dal decreto 69/2009, della farmacia come “punto salute”, luogo anche di prevenzione, integrata anche con l’assitenza domiciliare. FederFarmaco riunisce 11.400 farmacie, cioè i 2/3 delle farmacie italiane: siamo partiti con il private label un paio di anni fa, ora abbiamo deciso di creare un marchio-ombrello riconoscibile, Profar, che riassumesse le garanzie di sicurezza di cui la farmacia è sinonimo. Oggi il marchio identifica un centinaio di prodotti, domani potrebbe identificare anche altri servizi.

Profar è la prova che è anche sui farmaci è possibile tagliare i prezzi?

La nostra linea comprende parafarmaci, prodotti per l’igiene, prodotti per l’automedicazione, un presidio sui famaci da banco. I costi sono inferiori del 15-30% rispetto ai marchi più noti, anche sui farmaci da banco. Sui farmaci io non farei tanto un discorso di qualità, perché è ovvio che per tutti i farmaci ci sono gli stessi parametri: certo, noi tagliamo sui costi commerciali e di distribuzione, perché abbiamo già una rete logistica e di distribuzione, è il nostro core business.

Come crescerà Profar?

L’obiettivo è di arrivare a 400 prodotti nei prossimi tre anni, cioè ad avere sotto nostro amrchio il 7-8% delle referenze normalmente esposte. E di espandere i servizi disponibili in farmacia, rendendo stabili alcune attività-evento, a cominciare dalla misurazione della pressione e dalla consegna a domicilio dei farmaci. A questo proposito stiamo dialogando con altre reti di professionisti, ad esempio con gli infermieri.

Avete pensato anche a soggetti del terzo settore?

In prospettiva credo possa essere una sinergia interessante, ma al momento non abbiamo contatti avviati. Certo potrebbe essere un proficua occasione di incontro con questa realtà, perché no? Se qualcuno vuol farsi avanti…

Info: www.federfarmaco.it


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