Mondo
Le #Cestesospese alla conquista di Milano
Si sono ispirate al Panaro Solidale napoletano un gruppo di donne dei quartieri Dergano e Bovisa che hanno appeso fuori dalle loro abitazioni le prime sedici ceste con prodotti alimentari e per l’igiene personale. L’obiettivo: dare un aiuto materiale a chi ha bisogno. E nel giro di due giorni l’iniziativa ha conquistato nuovi aderenti e interesse anche da altre zone del capoluogo lombardo
L’idea è semplice: una cesta in cui inserire prodotti alimentare confezionati, ma anche libri e pannolini per bambini; renderla accessibile dalla strada. Con un’avvertenza: chi ha bisogno può liberamente prendere e altrettanto liberamente chi può contribuire è invitato a farlo. Ispirandosi all’iniziativa partita da poco a Napoli del “Panaro solidale” un gruppo di donne dei quartieri Bovisa e Dergano (periferia nord di Milano) hanno adottato l’idea e messo in piedi le “Ceste sospese”. Il 2 aprile per la prima volta in alcune strade sono apparsi i primi 16 cestini, tutti accompagnati da un volantino in 8 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, arabo, cinese, filippino, rumeno) in cui si può leggere “chi può metta, chi non può prenda”.
«È stato tutto molto informale. L’idea è nata in chat», racconta Lisa Ghezzi una delle prime partecipanti, «e nel giro di una paio di giorni è diventata concreta. Secondo me è un’esperienza che sta facendo molto bene a noi, come comunità. Ci ha riattivati». Per lei una facilitazione è stata la vivacità che si respira nel quartiere grazie a realtà come con il bookcrossing di via, o l’Armadio felice (periodico scambio di abiti per bambini e non solo ra mamme), ma anche Mamusca o Rob de Matt, «luoghi in cui ci si incontra. Ma la solidarietà è contagiosa, anche mio figlio si è coinvolto e mi ha detto “mamma perché solo cibo, mettiamo anche libri e giochi” così nella nostra cesta sospesa abbiamo infilato anche dei pastelli colorati. E poi lui l’ha voluto raccontare a tutti i suoi compagni nella chat di scuola».
I balconi, con le persone chiuse in casa, sono diventati i luoghi della socialità, non solo dei flash mob canterini ci si trova per gli aperitivi, si dialoga a distanza e si aiuta la nascita di iniziative come queste. «In realtà io la cesta che si cala dal balcone l’ho sempre usata», racconta Francesca Rendano di Mamusca, tra le ideatrici di #cestesolidali. «Saranno le mie origini partenopee, ma per me è sempre stata una cosa normale, una cesta per il balcone l’ho anche regalata a una mia amica. L’iniziativa è nata al fatto che oggi facciamo tutto sui balconi. Poi ne abbiamo parlato in chat. Un po’ in tutti c’era il desiderio di fare qualcosa di solidale e così siamo partiti: un’amica grafica ha realizzato il volantino e dopo nemmeno due giorni siamo già a una quarantina di aderenti. E mi hanno chiamato anche da altre zone di Milano come Affori per replicare la stessa iniziativa».
Le #cestesospese stanno conquistando le vie dei due quartieri: «In alcune zone sono stati svuotati, nel mio per esempio qualcuno ha lasciato del latte a lunga conservazione… Adesso stiamo pensando di mettere dei volantini in giro, non tutti vanno su internet», continua Lisa «dopotutto nel nostro quartiere il tessuto sociale era già allenato allo scambio». La mappa delle vie che partecipano è online.
Sia Lisa sia Francesca hanno avvisato i condomini dell’iniziativa invitandoli a partecipare perché ricorda Francesca il valore dell’iniziativa non sta solo nel «riuscire a dare qualcosa a chi è in difficoltà ma è soprattutto un esercizio di positività e generosità che sta facendo bene a tutti».
Tra le realtà di quartiere che sostengono le #Cestesospese ci sono: Mamusca, il caffè – libreria del quartiere; il Nuovo Armenia, la cascina dove si svolgono attività culturali e sociali per favorire l’integrazione e dove sorgerà un cinema multietnico; Rob de Matt, il café-bistrot che promuove l'inclusione sociale e la cucina sana e di qualità; il circolo Arci La Scighera; la Fondazione Condivivere, laboratorio pedagogico e negozio di prodotti alimentari biologici.
Per aderire alla rete delle Ceste Sospese scrivere a info@mamusca.it.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.