Economia

Le “cattive cooperative” verranno cancellate dall’albo nazionale

È una delle norme che introdurrebbe il disegno di legge “Disposizioni contro le false cooperative” presentato dal Pd su spunto di una proposta molto simile di iniziativa popolare voluta dalle confederazioni cooperative

di Vittorio Sammarco

Distinguere per non confondere. È il motto del mondo della cooperazione “sana” per riuscire a combattere con efficacia quello della cooperative false. Un mondo che inquina il mercato e mina la credibilità di una realtà “la sana cooperazione”, che ha valori, e che, nonostante la crisi economica, ha continuato a produrre ricchezza (il 10 per cento dell'intero Pil nazionale), mantenendo inalterati i tassi di occupazione. Mentre quello “falso”, secondo stime non certificabili, determina persino un'evasione di oltre 800 milioni di euro in un anno.

Per questo è stato presentato oggi un Disegno di Legge (primi firmatari i senatori del Pd Massimo Caleo e Stefano Vaccari) – del Pd, e sottoscritto da altri 34 parlamentari di Pd, Ala, Ap, Autonomie e misto – che è, a detta degli stessi presidenti delle confederazioni cooperative, praticamente identico a quello popolare accompagnato da una raccolta di oltre 100mila firme seguite alla mobilitazione collettiva promossa dall'Alleanza delle cooperative italiane con una campagna dal titolo “Stop alle false cooperative”.

Il DdL “Disposizioni contro le false cooperative” introduce la sanzione della cancellazione dall'albo nazionale degli enti cooperativi, istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, per quelle imprese che non si sottopongono alle revisioni e ispezioni previste dal decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, che regola il settore. Fanno eccezione le cooperative già sottoposte a gestione commissariale o a provvedimento di scioglimento, e le banche di credito cooperativo, disciplinate da altre norme.

La cancellazione è un principio severo (la non sottoposizione potrebbe non essere per responsabilità della cooperativa stessa, ma per mancanza del sistema dei controlli) riequilibrato però da una parte da un sollecito lavoro di raccordo tra i soggetti deputati a svolgere il controllo, e dall'altra del rilancio della autocertificazione, meglio dalla “dichiarazione sostitutiva” («nel caso in cui l'ente cooperativo non sia stato sottoposto a vigilanza secondo le cadenze e le modalità stabilite dal decreto») e arricchita da nuove voci da riportare come «la corrispondenza tra i rapporti di lavoro formalmente stipulati e le prestazioni effettivamente svolte dai soci», gli «estremi del versamento del contributo dovuto ai fondi di mutualità nazionale», «l'eventuale raccolta di prestito sociale».

«Abbiamo avuto una spinta importante dal mondo delle associazioni sul territorio», ha detto il senatore Caleo, «sono stato sindaco e so quanto sono importanti queste realtà per la vita di un territorio, e per questo mi hanno fatto male gli attacchi all'intero mondo cooperativo dopo i recenti scandali». Sarà importante, sottolinea il collega firmatario Vaccari, «istituire una cabina di regia per consentire una più efficace e coordinata azione di controllo. È un mondo che ha bisogno del massimo rispetto delle regole per una reale competizione».

«Stiamo difendendo una realtà che oltre al lavoro assicura inclusione sociale, e cresce facendo crescere i territori senza delocalizzare», afferma Rosario Altieri, presidente nazionale Aci e Agci. Mentre per Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative e copresidente nazionale Aci, «è importante sottolineare che questo provvedimento si inserisce in un lavoro complessivo fatto per la legalità che con il Manifesto lanciato ad ottobre scorso, punta a «scrivere una pagina nuova sul tema degli appalti», si veda, ad esempio, «la gran lotta fatta al sistema delle gare al massimo ribasso che, inevitabilmente, favoriscono coloro che si sottraggono alle regole dei Contratti di lavoro». Per Mauro Lusetti, presidente nazionale di Lega Coop e copresidente dell'Aci, «è una triplice battaglia: di civiltà, per i diritti dei lavoratori, in molti casi dietro le cooperative false c'è il lavoro nero; di legalità, dietro le finte coop spesso si cela la criminalità organizzata, e di giustizia sociale».

In allegato (qui sotto) la Proposta di legge

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