Famiglia

Le case del parto, dove si nasce dolcemente

maternità/ Sempre più donne scelgono la natura: si diffonde sempre più il parto non medicalizzato

di Chiara Sirna

In acqua, su un materasso o uno sgabello olandese, con massaggi e olii essenziali per alleviare il dolore. È così che funziona il parto non medicalizzato: travaglio libero e parto nella stessa stanza, che nulla ha a che vedere con una sala operatoria, medici chiamati solo all?occorrenza, ostetrica sempre presente. Un?esperienza che si diffonde sempre più, anche negli ospedali pubblici.

Il fiore all?occhiello in Italia è il Centro nascita Margherita: l?unico interamente pubblico, nato all?interno dell?ospedale universitario di Careggi, a Firenze, dove due settimane fa è nata la prima bimba, Chiara, a due giorni appena dall?inaugurazione. «È gratuito», spiega Rita Breschi, ostetrica, dirigente dell?area Nascite del centro, «ed è l?unico nato all?interno di un ospedale universitario, grazie a un protocollo d?intesa tra aziende sanitarie».

La struttura? Cinque sale parto, di cui 4 con vasche, un soggiorno comune per degenti e familiari, la possibilità per i papà di fermarsi a dormire e un?assistenza continua, sotto responsabilità dell?ostetrica, fino a 48 ore dopo il parto. «Ma la presa in carico delle mamme inizia molto prima», continua la Breschi, «per la preparazione alla nascita e continua dopo, per l?allattamento».

Tanti ospedali oggi, pubblici e privati, si stanno avvicinando al parto non medicalizzato, anche grazie alle ?pressioni? esercitate da un fiorire continuo e inarrestabile di associazioni di donne e ostetriche che della battaglia per il parto naturale hanno fatto la propria mission. Ma le difficoltà non mancano. «Possiamo accompagnare in ospedale e seguire il travaglio a casa», spiega Rosaria Redaelli, presidente dell?Associazione ostetriche Felicita Merati di Milano, una delle poche in Italia che lavorando in convenzione con un consultorio riesce a fornire servizi privati a costo di ticket. «A meno che», aggiunge, «non si tratti di ospedali in cui ci conoscono, e allora entriamo per conoscenze». «Mi sto battendo per una legge mai attuata in Lombardia (la 16/85, ndr)», continua la Redaelli, «sull?istituzione di case di maternità, ma non abbiamo un interlocutore istituzionale. Basta dire che nel Piano sanitario regionale siamo state definite semplici ?assistenti? del ginecologo».

Di case di maternità gestite da associazioni in Lombardia ce ne sono appena due: una a Milano e un?altra a Induno Olona (Varese). Fuori dai confini lombardi poco cambia: c?è una casa del parto a Figline Val D?Arno (Firenze) mentre a Bologna e Ancona si sta trattando con gli enti locali, ma non sono ancora arrivate le autorizzazioni. In compenso alcuni ospedali in Emilia, dove nel 98 è stata approvata una legge regionale per il parto a domicilio, stanno lavorando a contatto con le associazioni, rimborsando alle famiglie parte dei costi. Tra questi quelli di Modena, Carpi, Reggio Emilia e Bologna, che pure hanno al loro interno delle sale per il parto non medicalizzato. «Lavoriamo sulla salute delle donne prima, durante e dopo», spiega Raffaella Pinto, presidente dell?associazione Differenza Maternità di Modena, «con corsi di preparazione, allattamento e consulenze anche sugli strumenti legislativi».

Ass. Ostetriche Felicita Merati – Milano
www.associazionemerati.it
Differenza Maternità – Modena
www.informanascita.it
Casa maternità La Via Lattea – Milano
www.casamaternita.it
Casa maternità Montallegro – Induno Olona (VA)
www.nascereacasa.it
Mipa (Mov. internaz. parto attivo) – Brescia
www.mipaonline.com
Studio Ostetriche Laluna Nuova – Milano
www.lalunanuova.it
Il Melograno – Verona
www.melograno.org
Il Marsupio – Firenze
http://associazioni.comune.firenze.it/ilmarsupio


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