Formazione

Le Bcc, conti correnti contro corrente

Il presidente di Federcasse anticipa i temi dell’assemblea di Parma

di Alessandro Azzi

ControCorrente. Autonomia e coesione. Strategie del Credito cooperativo per la qualità della rete e lo sviluppo delle comunità locali. Sotto questo tema circa duemila rappresentanti delle 440 Banche di credito cooperativo italiano si ritroveranno a Parma, dal 9 all?11 dicembre, per definire nuove regole di coesione di sistema e portare a compimento un lungo percorso organizzativo nato, con la definizione del ?sistema a rete?, sei anni fa nel corso dell?ultimo convegno nazionale delle Bcc italiane di Riva del Garda. Oggi le Bcc rappresentano la prima realtà bancaria per ritmi di crescita e numero di sportelli (3.535). Allo scorso giugno, la raccolta diretta di sistema superava i 98 miliardi di euro (+9,6%) mentre gli impieghi erano superiori agli 80 miliardi di euro (+ 13% a fronte di un aumento del 9% per il resto del sistema bancario). I soci erano 750mila, oltre 4 milioni i clienti. Obiettivo di fondo dell?appuntamento di Parma è oggi quello di esaltare l?autonomia delle singole banche rafforzando la loro stabilità, in una logica di cooperazione e di sussidiarietà. A Parma il Credito cooperativo è chiamato a definire un nuovo percorso di crescita che sappia coniugare la sua modernità con i processi di cambiamento e di integrazione del mercato bancario, processi che nell?ultimo periodo si sono accelerati. In sei anni, dall?ultimo nostro appuntamento di Riva del Garda, si può dire davvero che sia ?cambiato il mondo?. L?introduzione dell?euro ha rimosso per sempre quel ?velo monetario? che garantiva una qualche limitazione alla concorrenza globale su scala continentale. Ha reso l?arena competitiva molto più grande e il gioco molto più duro e difficile per tutte le imprese, e tra queste in particolare per le banche. A questo fattore, se ne sono aggiunti altri, quali i profondi mutamenti della regolamentazione, i progressi della tecnologia informatica, l?innovazione finanziaria. Il risultato è stato il drastico e rapido cambiamento del quadro di riferimento, divenuto più complesso e articolato. Non è casuale la scelta del termine ?ControCorrente? che abbiamo voluto per ?contrassegnare? questo nostro dibattito. è questo il segno della volontà di non omologarci su modelli di banca a noi lontani, ribadendo che le nostre non sono e non debbono essere soltanto ?buone banche? ma anche ?buone cooperative?, banche a vocazione sociale. Fare banca controcorrente vuol dire crescere puntando sulla cooperazione rafforzata e non sulla grande dimensione. Perché la cooperazione, la coesione, consentono di superare i limiti della piccola dimensione, esaltandone i vantaggi. Fare banca controcorrente vuol dire lasciare i centri decisionali più vicini possibile ai soci e ai destinatari dei servizi che si offrono. Vuol dire fare banca per lo sviluppo dell?economia reale e non per la crescita della finanza fine a se stessa o speculativa. Vuol dire, infine, realizzare una forma reale e sempre più rara di finanza democratica, partecipata, di comunità, capace di includere e di promuovere. Anche la scelta di ritrovarci a Parma non è casuale. In questa città nel 1896 venne costituita la prima Cassa centrale delle Casse rurali cattoliche italiane. A Parma ha sede l?Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che ci porta a riflettere sul valore della salvaguardia del localismo e delle migliori tradizioni del nostro territorio. Ma Parma è anche l?emblema del ?risparmio tradito?, della finanza che si discosta dall?economia reale. Su questo tema specifico oggi il Credito cooperativo può dire orgogliosamente di essere l?unica realtà bancaria che ha definito un apposito meccanismo di salvaguardia del risparmio. Il Fondo di garanzia degli obbligazionisti, infatti, che non ha uguali nel sistema creditizio, è una ?risposta forte? al senso di smarrimento che ha accompagnato le tristi vicende degli anni passati. In piena sintonia con il ruolo che le Bcc assolvono di partner affidabili di migliaia di famiglie e di piccole e medie imprese. Siamo convinti che oggi il Paese abbia bisogno di cooperazione, e di cooperazione di credito in particolare. Nelle incertezze che sembrano pervadere il nostro agire quotidiano, tra i punti fermi sui quali definire un nuovo percorso di crescita sociale, economica, culturale penso si possa annoverare a pieno titolo anche il Credito cooperativo. Il suo essere sistema ?federale? ante litteram, ma con una forte connotazione solidaristica (mi riferisco ad esempio agli accordi di collaborazione tra Bcc del Nord e Bcc del Sud) lo portano a rappresentare una formula organizzativa moderna che valorizza le autonomie nella logica di sistema condiviso. Come anche non si deve trascurare l?esperienza delle Bcc come banche eticamente orientate, nella sostanza e nella normativa di riferimento, capaci di incarnare il vero senso di quella ?responsabilità sociale? che oggi appare spesso un ?fenomeno di tendenza?, troppo spesso vuota di significato. Essere ?responsabili socialmente? significa condividere le ansie e le aspettative di un territorio con il quale si è in simbiosi continua, significa anticipare le esigenze delle fasce sociali più deboli con strumenti e prodotti innovativi, significa non solo teorizzare ma praticare l?esperienza del microcredito come formula capace di contribuire alla ?tenuta? di settori sempre più estesi di popolazione. Significa, in buona sostanza, essere davvero banche ?differenti per forza?.


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