Sostenibilità

Le battaglie sul fronte Sud

In prima linea per la tutela del territorio

di Redazione

Grandi alberghi, occupazione delle coste, progetti di industrializzazione in aree di grande valore. Il Sud Italia è uno dei fronti più caldi dell’impegno ambientalista del WWF La biodiversità in Italia ha subìto negli ultimi cinquant’anni una fortissima riduzione: specie animali e vegetali ed importanti habitat sono stati particolarmente colpiti e compromessi da fenomeni di frammentazione degli ambienti naturali che ne hanno deteriorato la qualità. Solo tra il 1990 ed il 2005 si sono persi sotto asfalto e cemento più di 3 milioni di ettari di territorio ricco di biodiversità, per intenderci un’area più vasta di Lazio e Abruzzo insieme. E se ciò non bastasse, le proiezioni per i prossimi anni sono molto preoccupanti. Ne sono la causa infrastrutture, espansione di attività industriali, agricole intensive e, più in generale, lo sfruttamento intensivo delle risorse non rinnovabili. In questo modo l’Italia rischia di raggiungere il preoccupante primato del valore medio del 10% del territorio sottratto alla natura e utilizzato dall’uomo per le sue attività.

Errori, orrori e abbagli
E ciò è particolarmente urgente nelle regioni del Sud, dove una illegalità diffusa e un fuorviante concetto di sviluppo economico legato alle infrastrutture e al costruito hanno purtroppo portato in certi casi ad una vera e propria devastazione del territorio. Grandi alberghi, occupazione intensiva delle coste, ma anche clamorosi abbagli, come il sogno di industrializzare aree che per valori ambientali, storici e culturali avrebbero dovuto intraprendere ben altre strade di sviluppo. L’azione del WWF finalizzata al contenimento delle minacce alla biodiversità è partita da un’accurata analisi finalizzata ad individuare le attività umane che causano degrado e disturbo agli elementi di biodiversità ed ai processi naturali nelle aree naturalistiche più importanti, cercando di individuarne le cause per poi elaborare specifici piani di azioni per rimuoverle. Accanto però ad un’attività di lungo periodo il WWF si vede spesso costretto ad intervenire su singole vertenze potenzialmente in grado di arrecare perdite significative ai valori di biodiversità con azioni giudiziarie e di comunicazione. Le vertenze sul territorio sono in continuo aumento: sono circa 90 i casi individuati che con varia intensità minacciano la biodiversità all’interno di aree protette. Si tratta in prevalenza di casi di speculazione edilizia o collegati allo smaltimento dei rifiuti, di progetti di infrastrutture turistiche, di impianti di produzione energetica e di infrastrutture viarie.

Attivisti in prima linea
Ecco alcuni dati che raggruppano le vertenze in corso, che aiutano a capire quali problematiche si trova ad affrontare il WWF ogni giorno: il 22% delle vertenze riguarda la realizzazione di porti turistici, piste da sci, piste ciclabili (in realtà fittizie) e campi da golf; il 17% impianti eolici impattanti e centrali a biomasse; l’11% la costruzione di infrastrutture viarie; il 14% casi di abusivismo edilizio; l’11% attività connesse all’estrazione e al trattamento di idrocarburi; il 6% riguardano problematiche attinenti lo smaltimento dei rifiuti. Circa 30 le aree protette (parchi e riserve) coinvolte nelle vertenze.
Particolarmente grave è la situazione relativa della rete Natura 2000, il network di aree che, per particolari valori di biodiversità, l’Unione Europea ci chiede di proteggere. Sono quasi 100 i siti interessati, oltre ad alcune vertenze che riguardano l’intero sistema dei siti a livello regionale: si pensi agli attuali tentativi di riperimetrazione delle aree in corso in Sicilia e Calabria o ai tentativi di legittimare interventi pur vietati dalle normative nazionali come gli impianti eolici in Molise. Grazie ad un lavoro che ha visto quasi sempre in prima linea gli attivisti delle sezioni regionali e locali del WWF, sono stati ottenuti ad oggi diversi successi.
In Campania i porti turistici previsti a Marina della Lobra, a Marina di Puolo e a Marina di Cassano, nella penisola sorrentina, sono stati bloccati grazie a un ricorso WWF accolto dal Tar. I progetti mancavano tutti di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza. Dopo alterne vicende, la vertenza è ancora in corso. Sempre in Campania il Tar ha anche annullato il Piano regionale Attività estrattive che consentiva l’apertura di cave in aree della rete Natura 2000 prevedendo automaticamente il parere favorevole dell’autorità senza che lo stesso piano fosse stato sottoposto a Via. In Calabria, in pieno Parco nazionale del Pollino, è per ora ferma la centrale a biomasse del Mercure, grazie ad uno sforzo congiunto con comitati ed associazioni locali. Con dimensioni di ben 35 MW di potenza, la centrale avrebbe sicuramente gravi impatti sulla biodiversità e sulla salute delle popolazioni locali. Ancora in Campania il WWF ha affiancato il Parco regionale dei Monti Picentini nelle attività finalizzate ad impedire la realizzazione della Galleria Pavoncelli bis che, prevedendo la captazione delle acque del Sele e del Calore, avrebbe arrecato agli ecosistemi fluviali (dove vive una delle ultime popolazioni di lontra in Italia) gravissimi danni. Il ricorso del Parco e del WWF è stato accolto da parte del Tribunale delle acque pubbliche, che ha riconosciuto la necessità di procedere con la Valutazione di impatto ambientale. In Sicilia è stata  bloccata l’attività di ricerca ed estrazione petrolifera in Val di Noto, nell’area prioritaria Monti Iblei Tavolati di Ragusa, grazie anche all’intensa attività di contrasto del WWF e dei comitati locali.
Moltissimi inoltre sono gli esposti del WWF che hanno portato a successive inchieste della magistratura, alcune delle quali concluse con il rinvio a giudizio degli indagati e la successiva costituzione di parte civile del WWF. Solo per citarne alcuni, in Abruzzo, a seguito di esposti della sezione regionale, il WWF è oggi parte nei processi istruiti per opere abusive nel Parco regionale Sirente Velino, nella Riserva naturale Monte Genzana, e per i gravissimi casi di inquinamento del fiume Pescara dovuti, tra l’altro, alla megadiscarica di rifiuti tossici scoperta a Bussi (Pescara). Il WWF si è costituito parte civile nel processo per la realizzazione di opere abusive a Chia (Domus De Maria), nell’area prioritaria del Sulcis Iglesiente, già oggetto di denuncia a suo tempo dal WWF. Proprio a fine 2008 la Commissione Europea ha portato l’Italia di fronte alla Corte di giustizia europea sulla tormentata vicenda del complesso turistico – con annesso campo da golf – di Is Arenas, uno dei tratti costieri più belli e pregiati dell’isola.


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