Non profit

Le barriere? Si abbattono anche con gli hamburger

L'impegno dell'uomo che ha lanciato McDonald's in Italia

di Daniele Biella

Assume persone con sindrome di down, autismo, problemi mentali. Che fanno anche carriera. Nulla di strano per il pioniere del fast food, che sin da quando ha aperto in piazza di Spagna ha sempre scommesso
sul sociale È l’uomo che ha portato il marchio McDonald’s in Italia, aprendo il primo fast food in piazza di Spagna a Roma nel 1984. Ma è anche colui che nel 1997 a Perugia, quando nessuno in città lo faceva, è andato dai servizi sociali cittadini a chiedere persone disabili da inserire nella propria azienda: oggi ne ha a libro paga 14, sui cento dipendenti dei suoi quattro McDonald’s sparsi tra Assisi e il perugino (quello di Roma l’ha passato di mano). La storia dell’umbro Francesco Bazzucchi, 56 anni, è quella di un mix davvero fuori dal comune: imprenditore di successo e uomo che non muove un dito se non trova una finalità sociale nelle proprie azioni. L’ultima delle quali è stata, attraverso la Fondazione Ronald McDonald, l’apertura di una scuola per ragazzi con handicap («costata 350mila euro») a L’Aquila, sui luoghi del terremoto.
E pensare che Bazzucchi da giovane era uno «scultore squattrinato e bohémien, che faceva il lavapiatti al Café de Paris (il locale cult della dolce vita romana ritratta da Fellini, ndr) per avere da mangiare». Una volta scalata la cima e diventato titolare proprio del Café, la svolta: aprire in franchising il fast food più famoso del mondo. «Avevo contro tutti: amici e avventori del Café, tra cui volti noti dello spettacolo come Arbore e Boncompagni», ammette Bazzucchi, «ma poi li ho convinti». Come? «Facendo capire loro che dietro a quel marchi si poteva fare molto nel sociale. Da quando il locale ebbe successo, tanto da diventare il Mc col maggior incasso mondiale, iniziai a raccogliere fondi per i bambini indigenti della Romania, e, tramite la Fondazione Ronald, ad aprire case per bambini con malattie vicino agli ospedali dove venivano curati».
Con il ritorno in Umbria e l’apertura del McDonald’s di Perugia, Bazzucchi ha iniziato ad assumere sempre più persone con sindrome di down, autismo, problemi mentali. Fino a farle arrivare a posizioni di rilievo: «Sto per promuovere a manager un ragazzo autistico, che è stato scelto “lavoratore dell’anno 2009” tra tutti i cento dipendenti», rivela. Non vuole sentire parlare di differenze: «Le persone con handicap diventano brave nel loro lavoro proprio misurandosi con gli altri colleghi». In passato dirigente di McDonald’s Italia, oggi Bazzucchi, oltre a insegnare in una scuola manageriale e ad avere stretti rapporti con il volontariato locale, gira il mondo ad aprire Case Ronald e a promuovere l’importanza dell’inserimento lavorativo di disabili. «Tutti prima sono scettici, pensano che non rendano come gli altri. Poi, una volta che porto loro l’esempio dei miei dipendenti, alcuni si ricredono…»


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