Politica

Le banlieue si armano di schede elettorali

Un boom di iscrizioni per poter dire la loro sul futuro padrone dell’Eliseo. Una mobilitazione inattesa che crea scompiglio. E che spaventa tutti i candidati

di Joshua Massarenti

È di nuovo subbuglio nelle banlieue. Ancora una volta i protagonisti sono loro: giovani tra i 18 e i 30 anni, molti dei quali spinti ai margini della società per ?manifesta? incapacità ad integrarsi in periferie urbane segnate da un orizzonte socio-economico quantomeno offuscato. Già nella mente del lettore riaffiorano i ricordi del caldissimo autunno 2005 con la sua scia di auto incendiate, di poliziotti presi a sassate, di edifici pubblici messi a ferro e fuoco da bande giovanili in preda all?odio e alle frustrazioni. E invece no. Armati di carta d?identità e attestato residenziale, decine di migliaia di ragazzi e ragazze hanno invaso gli uffici comunali per iscriversi nelle liste elettorali, un atto amministrativo indispensabile per partecipare alle elezioni presidenziali di aprile ed esprimere per vie più democratiche la propria rabbia contro l?esclusione sociale.

Due su dieci

Diversamente dall?Italia, in Francia l?iscrizione sulle liste elettorali non è cosa automatica. Almeno non per chi ha compiuto i 18 anni prima del 1997, né per chi si è reso protagonista di un cambio di residenza. Come se non bastasse, si calcola che dal 1997 due diciottenni su dieci non risultano iscritti per via di errori amministrativi. Così, secondo l?Istat francese, a fronte di un corpo elettorale composto da 42,2 milioni di francesi, dai tre ai cinque milioni di persone non sono aventi diritto al voto, il 20% delle quali con età fra i 20 e i 40 anni. Si tratta per lo più di disoccupati, operai e impiegati indifferenti ai teatrini politici transalpini. Ma non per molto. L?entrata nel 2007 ha infatti coinciso con una presa di coscienza elettorale mai vista nel territorio d?Oltralpe. Men che meno nelle banlieue dove, al pari del resto della Francia, i cittadini ?apolitici? avevano tempo fino al 30 dicembre per inserire nome e cognome nelle liste elettorali del proprio Comune. Nell?ufficio di Stato civile di Saint-Denis, città-satellite della periferia parigina, l?incredulità è totale. «Ci aspettavamo un?affluenza consistente», dichiara la vice responsabile, Christine Martin, «ma non a questi livelli. Nel 2006 si sono iscritte 7.052 persone, il doppio rispetto al 2001 che ha preceduto le elezioni presidenziali del 2002».

La sindrome 21 aprile

Già, il 2002. L?anno del terremoto politico francese. Era il 21 aprile quando il leader dell?estrema destra, Jean-Marie Le Pen smentì tutti pronostici superando al primo turno il socialista Lionel Jospin. «Per scongiurare la possibilità che Le Pen acceda nuovamente al secondo turno, molti cittadini hanno deciso di mobilitarsi iscrivendosi nelle liste elettorali», giustifica Jean-Yves Domergue, politologo dell?università di Montpellier I e coautore di un rapporto sull?iscrizione elettorale nelle zone urbane sensibili (Zus). In Francia, la chiamano ?Sindrome del post 21 aprile?, alla quale si somma la profonda ostilità che manifestano i giovani delle banlieue contro uno dei grandi favoriti di queste presidenziali, il ministro dell?Interno, Nicolas Sarkozy. Dopo aver insultato i ragazzi-ribelli del 2005 definendoli «racaille», ovvero feccia, il candidato del centrodestra, in lotta con Le Pen per conquistare l?elettorato conservatore, è stato subissato di critiche da parte del movimento associativo, da allora protagonista di una vasta campagna di sensibilizzazione a favore di una partecipazione giovanile al voto. Da ?Ac le feu? a ?Devoirs de mémoire? (capeggiata dal rapper Joey Starr e dal re dello star-system Jamel Debbouze), passando per ?Votez Banlieues? , le associazioni messe in piedi da persone cresciute nelle banlieue «hanno avuto il merito di attirare l?attenzione di ragazzi disillusi dalla loro realtà». Juliette Seydi, redattrice del Journal de Saint-Denis, ne è convinta: «Se qui il 30% dei nuovi iscritti è composto da giovani con meno di 25 anni, molto lo si deve agli sforzi enormi fatti dalla società civile in molti quartieri popolari». Risultato: a Trappes, Bondy e Clichy-sous-bois, gli iscritti sono raddoppiati. «Ma attenzione», avverte Cédric Bloquet, direttore del Cidem, un?associazione impegnata nei diritti civili, «iscriversi è cosa ben diversa dal recarsi al voto».

Info: www.votez-banlieues.fr


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