Non profit

LE BANCHE DEL TEMPObRINASCONO CON LA CRISI

BOOM Convegni, eventi e protocolli di intesa con gli enti locali

di Chiara Cantoni

« I l tempo può avere un parto difficile», diceva Robert de Lamennais, «ma non abortisce mai». Non smentisce l’esperienza italiana delle Banche del Tempo (le associazioni che promuovono scambi di prestazioni e servizi valutati in base al tempo impiegato per realizzarli) che, dopo una lunga pausa di riflessione dovuta alla chiusura del primo Osservatorio nazionale, attraversa ora una nuova e rigogliosa primavera. Complice sicuramente la crisi economica, ma anche la costituzione di un’associazione nazionale che, da un anno, è impegnata nella ricostruzione della rete (circa 200 le BdT ufficialmente censite nel Belpaese) e nella promozione di nuove partnership territoriali.
Il 29 e il 30 novembre, in occasione del convegno nazionale delle Banche del Tempo, a Settimo Torinese, i soci festeggeranno una doppia ricorrenza: i 10 anni di vita di questa particolare forma di credito e la firma di un protocollo d’intesa tra Regioni, Province e Comuni per la costituzione del Coordinamento nazionale enti locali, una rete amministrativa promossa dalla Provincia di Torino che andrà a supportare la nascita e lo sviluppo di nuove associazioni. «Alcune BdT soffrono un po’ l’assenza di progettualità», confessa Maria Luisa Petrucci , presidente dell’associazione nazionale. «L’accordo con gli enti locali ci permetterà di supportare le esperienze territoriali con una certa sistematicità, anche da un punto di vista organizzativo».
Si dice che il tempo è denaro. Da qui, forse, l’idea di utilizzarlo come moneta di scambio. Ma l’attenzione crescente verso quest’insolita forma di pagamento rivela molto di più: «La BdT si pone da un lato come osservatorio privilegiato sui bisogni della gente, dall’altro dà valore e organizzazione ad attività che il mercato non considera: offrire un passaggio in auto; portare a scuola i figli del vicino; accorciare un orlo», spiega la Petrucci. «L’obiettivo è ricostruire una rete di solidarietà tra persone, rispondendo alle necessità di tutti i giorni. Ciò che si attiva nello scambio è una relazione di reciprocità che fa della persona, di qualunque condizione economico-sociale, il proprio orizzonte ideale. E nel promuovere la persona si promuove anche una sua cittadinanza attiva».
E mentre fioccano da tutta Italia le richieste per l’apertura di nuove BdT, il dialogo con enti e istituzioni locali comincia a dare frutti: «A Roma, dove siamo inseriti nel piano regolatore sociale, abbiamo aperto in Provincia la prima BdT aziendale, ed è stato presentato un progetto per l’avvio di un network nelle università». Come dire, il tempo sarà pure denaro; certo è promozione sociale e creatività.


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