Mondo

Le bacchettate di Monti (Ue) al documento degli 8

La presa di posizione di otto capi di governo Ue? Un iniziativa non della Commissione, né del Consiglio, né del Parlamento ma di un organo di stampa di un Paese non Ue, il Wall Street Journal

di Paolo Manzo

La lettera degli otto paesi europei a favore della posizione americana sulla crisi irachena e’ dovuta alla mancanza di regole a livello europeo. A sostenerlo e’ il commissario Ue, Mario Monti, in occasione del convegno dell’Aspen Institute Italia. ”Se molti consideravano fosse un lusso non strettamente necessario per l’Europa dotarsi di regole per una politica estera e di difesa comune, questa situazione ha ridotto, credo, a zero il numero di costoro”, sottolinea Monti. Se l’Europa avesse avuto delle regole ”non sarebbe avvenuto quello che un mese fa e’ successo, la presa di posizione di otto, poi il numero e’ salito, capi di governo di Stati membri e futuri dell’Ue su iniziativa non della Commissione, non del Consiglio, non del Parlamento ma di un organo di stampa di un Paese non appartenente all’Ue, il Wall Street Journal”. Lo stesso quotidiano statunitense, continua il commissario Ue, che ha poi successivamente spiegato ”’come non fosse stata la Casa Bianca ma il Wall Street Journal a stimolare questa lettera congiunta”.

A questo punto, precisa Monti, ”vediamo come siamo lontani, nella realta’ di oggi, da qualsiasi tipologia di funzionamento della politica estera comune e quindi come questa parte del lavoro della Convenzione sia resa ancora piu’ chiaramente necessaria”. Una mancanza di regole a livello europeo che viene condivisa anche dal vicepresidente della Convenzione europea, Giuliano Amato. ”Se avessimo gia’ avuto delle regole che avessero obbligato gli Stati membri a considerarla (la crisi irachena, ndr) una questione comune giusta, si sarebbero divisi molto di meno”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.