Scendono in campo anche i vescovi contro?
?i tagli alla cooperazione allo sviluppo. E a scanso di equivoci lo fanno per iscritto, nel «Rapporto sul debito 2005-2010» presentato dal Tavolo giustizia e solidarietà istituito dalla Cei: «Il contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo per il 2009 e per il 2010 è drasticamente diminuito, ancorché mimetizzato nei dati contabili, distanziandoci ancora una volta dagli altri donatori, che stanno viceversa aumentano i loro contributo per raggiungere nel 2015 l’obiettivo dello 0,7% del Pil. L’Italia è scesa dallo 0,22 del 2008 allo 0,16 del 2009 con una riduzione di oltre il 30%, né le prospettive per il 2010 sembrano migliori. La giustificazione della crisi non conta perché la decisione italiana è stata presa dal governo prima dell’estate 2008, prima cioè dello scoppio della crisi».
Adottato dai Capi di Stato e di governo Ue?
?il nuovo Piano d’azione europeo per il raggiungimento degli Obiettivi Onu del Millennio (Mdgs). Le conclusioni a cui è giunto il Consiglio Europeo, purtroppo, non propongono un piano di azione abbastanza ambizioso ed efficace né sostengono misure per garantire l’aumento allo 0,7% dell’aiuto pubblico allo sviluppo rispetto al prodotto interno lordo, l’obiettivo numero 8 degli Mdgs da centrare entro il 2015. Ma preoccupanti sono anche le strategie per migliorare l’efficacia degli aiuti e per riformare commercio e politiche agricole Ue. Soprattutto la decisione presa dal Consiglio indebolisce la posizione della Commissione Europea, che chiedeva misure vincolanti e un meccanismo esterno di revisione per assicurare il raggiungimento degli Mdgs. Da segnalare il “new deal” di Paesi come Germania, Francia e Italia che, essendo sempre più lontani da quanto promesso qualche anno fa, ovvero lo 0,7% del Pil, hanno sottolineato continuamente lo sforzo collettivo che la comunità internazionale deve assumere sugli Mdgs. Insomma, soprattutto Brasile, Cina e India devono impegnarsi nella lotta contro la povertà. Scaricabarile?
All’esame in parlamento, per l’ennesima?
?volta, il testo di una proposta di legge per modificare la legge 49/87 concernente «la gestione dei fondi dell’amministrazione degli Affari esteri per la cooperazione allo sviluppo».
Se ne parla dal 1989, quando cadde il Muro di Berlino. Siamo nel 2010.