Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Lavoro

Le aziende assumono molti più over 50 che under 35

I dati mensili sul mercato del lavoro forniti dalle rilevazioni ISTAT delineano anche ad aprile un trend positivo, ma i lavoratori sono sempre più anziani. Le aziende assumono molti più over 50 che under 35. Il commento di Adapt

di Sabina Pignataro

Chi sono i nuovi occupati? I dati mensili sul mercato del lavoro forniti dalle rilevazioni ISTAT delineano anche ad aprile un trend positivo, ma i lavoratori sono sempre più anziani. «Le aziende assumono molti più over 50 che under 35», è il commento che fa Adapt.

Guardiamo i dati per comprendere realmente questa crescita. Su 516 mila nuovi lavoratori annuali, 29 mila sono tra 15 e i 24 anni, 84 mila sono tra i 25 e i 34 anni, 44 mila sono tra i 35 e i 49 anni, 289 mila sono tra i 50 e i 64 anni e 70 mila sono over 65
 
«Questi dati devono far riflettere, perché accompagneranno la nuova normalità del mercato del lavoro e non possiamo non domandarci cosa accadrà quando la generazione degli over 50 andrà in pensione, oltre che chiederci quali siano le ragioni di un numero così elevato di nuovi assunti over 65», commenta Francesco Seghezzi, Presidente Adapt, l’associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere studi e ricerche di lavoro.

«Se analizziamo gli occupati per fascia d’età vediamo come 2 su 3 siano tra i 50 e i 64 anni e solo 1 su 5 sotto i 35 anni». I dati sono quindi complessivamente positivi ma ci raccontano di una pelle del mercato del lavoro che sta rapidamente invecchiando, «con tutte le conseguenze che possiamo immaginare nel futuro breve, quando questa generazione andrà in pensione».

«Guardando i dati, gli over 50 sono la categoria più performante, non solo continua a crescere l’occupazione, ma diminuiscono sia la disoccupazione che l’inattività – prosegue Seghezzi – ora il punto è capire perché le aziende si rivolgono a questa fascia della popolazione e non a quelle più giovani, se esiste un effettivo e motivato interesse o se si tratta di una scelta di necessità e quindi se e come l’incontro fra domanda e offerte di profili e competenze sul mercato del lavoro stia funzionando»

Nuovi occupati

Il dato più eloquente resta quindi la distribuzione per fasce d’età dei nuovi occupati: anche ad aprile, la maggior parte, in continuità con i mesi precedenti, si colloca fra gli over 35, non solo, mentre gli over 50 crescono dello 0,2%, nella fascia 25-34 anni l’occupazione cala dello 0,5% rispetto al mese precedente. Quindi sempre più occupati, ma soprattutto adulti e molto adulti. 

Inattivi

Inoltre, tra i lavoratori giovani, ( 25 e i 34 anni) cresce infatti in modo consistente il tasso di inattività (+0,7%), che cala invece in tutte le altre fasce della popolazione.

Scenari futuri

Secondo le analisi di Adapt, nelle proiezioni per il 2030, si delinea un aumento del 2,0% degli occupati giovani (15-34 anni), mentre si prevede una contrazione dell’occupazione del 10,8% per la fascia adulta (35-49 anni) e una lieve diminuzione dello 0,5% per gli over 50 (50-64 anni).

Con riferimento al 2040, le stime indicano un calo del 4,2% per i giovani occupati, un decremento del 10,1% per gli adulti e una più marcata riduzione del 17,7% per la fascia over 50.

Per il 2050 le previsioni delineano un quadro di diminuzione occupazionale trasversale per tutte le fasce d’età: del 15,1% per i giovani, del 6,5% per gli adulti e del 23,7% per gli over 50.

Foto di bruce mars su Unsplash


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA