Famiglia
Le associazioni? In solaio
Dopo il palleggio da un ufficio allaltro, il voluminoso malloppo è passato al Dipartimento degli Affari sociali di Catanzaro. Che ha fatto il miracolo. E dopo anni di ritardi, lAlbo sarà realtà
Un letargo, durato quattro anni, ha portato la Regione Calabria ad attestarsi, buon ultima, nell?attuazione della legge 266. Un traguardo che, a distanza di anni, dall?emanazione anche della legge regionale n. 18 del 19 aprile ?95 resta, purtroppo, ancora da raggiungere. Oggi, tuttavia, i tempi per il varo dell?Albo regionale delle Associazioni di volontariato si sono ridotti a sole poche settimane.
A colmare il grande vuoto, da qualche mese provvede, infatti, l?ufficio del Dipartimento degli Affari Sociali di Catanzaro, diretto dal dott. Cesare Nisticò, mentre la maggioranza del governo regionale si dilania nell?ennesima crisi. Il funzionario, lo scorso 19 febbraio, si è ritrovato, di punto in bianco, sulla sua scrivania 950 fascicoli da istruire dopo che le richieste di iscrizione, avanzate dalle Associazioni calabresi, erano state semplicemente raccolte e accumulate negli uffici della Presidenza della giunta.
La complicata vicenda burocratica ha inizio quando la Presidenza decide, quattro anni fa, di assumere su di sé le competenze sul Volontariato. Dal Dipartimento Affari sociali, le richieste di iscrizione all?Albo vengono così dirottate negli scaffali del palazzo di via De Filippis, dove giacciono, fino a quando qualcuno pensa bene di restituire il fardello, ormai ingombrante, al Dipartimento. Ci si era accorti, probabilmente, che fino a quel momento la Calabria non era riuscita a dotarsi né di un Albo, né dell?Osservatorio regionale sul Volontariato, tantomeno dei Centri di servizio provinciali: tutti previsti dalla 266 e recepiti dalla legge r. 18/95. Qualcuno, lo scorso febbraio, si sarà anche ricordato di quell?Ufficio del Dipartimento ricavato nel sottotetto malsano, del vecchio palazzo di via Milano, nel centro storico di Catanzaro; così qui, il voluminoso malloppo cartaceo è stato gentilmente restituito al mittente. Nello stanzino, denominato ufficio, i gatti stanno in agguato alla finestra, in attesa che l?ultimo impiegato vada via per infilarsi, chissà come, nella stanza. I segni ineluttabili delle loro scorribande notturne è ben visibile sulle pratiche che, in mancanza di un armadio, sono accastellati sul pavimento. Ma ecco il rovescio della medaglia: il dott. Cesare Nisticò, malgrado le pessime condizioni nelle quali è costretto a lavorare in quattro mesi recupera il ritardo di quattro anni. «In questi mesi», dichiara il funzionario, «sono state esaminate più di 700 domande d?iscrizione all?Albo, iscrivendone fino a ora un centinaio; restano da esaminarne 250; di queste, circa la metà verranno probabilmente accolte. Tutte le associazioni , in ogni caso, hanno avuto una risposta precisa. Sulla base dell?art. 3 della legge 18 per essere riconosciute Associazioni di Volontariato», spiega, «nello statuto, deve essere precisato, non solo di non avere scopi di lucro, ma che le cariche sono gratuite così come le prestazioni». Mancando l?Albo, non è stato possibile istituire in Calabria il previsto Osservatorio regionale sul Volontariato.
A spiegare i motivi è lo stesso Nisticò: «La legge 18 stabilisce che la Commissione debba essere composta dalle Associazioni iscritte maggiormente rappresentative; pertanto, solo quando sarà completato l?Albo – e lo sarà tra poche settimane – si potrà procedere all?istituzione. Per avviare, invece, i primi passi per la creazione dei Centri di servizio provinciali», aggiunge, «dovrei barricarmi letteralmente nell?ufficio». E, viste le condizioni igieniche e di sicurezza del sottotetto di via Milano, non ce la sentiamo di incoraggiarlo!
Il mistero di come la Regione abbia potuto erogare fondi ad associazioni che, sottolinea lo stesso Nisticò, costituiscono spesso esperienze meravigliose sul territorio, viene svelato dal funzionario. «La Regione ha potuto garantire finanziamenti facendo riferimento alla legge regionale 46, antecedente alla legge quadro, attuativa della 266. Tra l?altro, proprio grazie all?impegno di questo Dipartimento, che lavora a stretto contatto con situazioni di disagio e necessità, siamo riusciti a bloccare i fondi per il 1997». È il duplice e contraddittorio volto della Calabria: una regione che in un contesto a volte arido, estremamente complesso, riesce a coltivare in sé fiori stupendi di solidarietà ed è in grado di dimostrare responsabilità e impegno, colmando colpevoli ritardi.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.