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Le armi? C’è chi le restituisce
Negli Stati uniti si riapre il dibattito sul diritto alle armi. Mentre i provvedimenti legislativi tardano ad arrivare, le amministrazioni locali sono in prima linea per il disarmo.
Ancora una volta l’opinione pubblica americana è costretta a discutere sul diritto alle armi, una riflessione resa necessaria in seguito all’ennesima strage. Questa volta è successo ad Aurora, la cittadina del Colorado, sconosciuta fino a pochi giorni fa e balzata tragicamente agli onori della cronaca, per la strage del 20 luglio, quando James Holmes, uno studente di neuroscienze ventiquattrenne e senza precedenti penali, ha fatto irruzione nel cinema della città, armato fino ai denti, uccidendo 12 persone e ferendone 58. Negli ultimi 60 giorni Holmes aveva acquistato 60 mila munizioni online, oltre a due fucili e due pistole Glock, presso negozi locali.
Questa personale corsa agli armamenti, è stata resa lecita proprio dalla legge del Colorado, una legge che nessuno sembra interessato a modificare. Ancora una volta il dibattito pubblico non riesce a concretizzarsi in nessuna azione politica in grado di riformare la normativa vigente in fatto di armi. Proprio lunedì, subito dopo la visita del Presidente Obama in Colorado, il New York Times faceva notare la mancanza di presa di posizione bipartisan, nell’affrontare la questione. Mentre il Governatore democratico del Colorado John W. Hickenlooper ha infatti dichiarato alla CNN che Holmes, avrebbe comunque trovato un altro modo per uccidere anche se non avesse avuto accesso alle armi, il Senatore Repubblicano del Wisconsin, Ron Johnson, ha rivendicato il diritto di ogni americano al possesso di un ampio quantitativo di munizioni. I secoli sono passati ma quel che rimane dello spirito di frontiera sembra non abbandonare molti americani, che continuano ad affidarsi alle armi da fuoco per sentirsi sicuri in casa propria. Sono tra i 240 e i 270 milioni, secondo il Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms, le armi in circolazione, mentre i commercianti con licenza di venderle sono circa 123 mila.
Eppure non tutto è perduto. L’importanza del disarmo, è sostenuta almeno dalle amministrazioni delle principali città americane che danno vita ogni anno ai cosiddetti “gun buyback programs”, delle campagne di sensibilizzazione che hanno l’obiettivo di spingere i cittadini a restituire le pistole che detengono per uso “domestico”, in cambio di giocattoli e “buoni” per la spesa. Il mese scorso l’iniziativa di recupero armi lanciata da una chiesa di Chicago, ha registrato un record, con la restituzione di quasi 6 mila armi da fuoco, prese in consegna dalla polizia e poi distrutte. Nello stesso periodo a Los Angeles, dove il numero di armi si aggira intorno ai 3 milioni, la campagna di disarmo ha permesso la restituzione di oltre 1600 pistole. Una goccia nel mare, che esprime però una sensibilità crescente nei confronti del disarmo, rappresentata da ciò che è accaduto alle armi raccolte . In questo caso, grazie ad una collaborazione con il Dipartimento di polizia di Los Angeles, le armi sono state decostruite e utilizzate nella creazione di sculture dall’artista californiano Victor Hugo Zayas. “Trovo molto interessante l’idea della trasformazione” Ha spiegato Zayas, “ Trasformare qualcosa di così violento come una pistola, in qualcosa di positivo. E’ questa l’idea che sta dietro ai programmi di disarmo.”
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