Dopo il carcere
Le amarene più famose d’Italia, da “Carosello” a San Vittore
Al via corsi di gelateria all’Icam di Milano con il progetto nazionale “Si sostiene in carcere” per il reinserimento di detenute. Promosso da Soroptimist International d’Italia, gode del sostegno di Fabbri 1905, marchio popolare, i cui famosi spot spopolavano negli anni 70. Dopo il capoluogo lombardo e Genova, prossime tappe della formazione saranno le sezioni femminili delle carceri di Vigevano, Bollate, Mantova e Bologna
è partito dall’Icam, casa di reclusione a custodia attenuata di San Vittore, il progetto nazionale “Si sostiene in carcere” di Soroptimist International d’Italia, che vede rinnovata la partnership con Fabbri 1905 per il reinserimento in società di detenute attraverso corsi professionali di gelateria artigianale. Per Fabbri 1905 rappresenta un nuovo tassello dell’impegno a favore delle pari opportunità e dell’imprenditorialità femminile. La seconda tappa del percorso formativo ha avuto luogo nella casa circondariale Pontedecimo di Genova, le prossime tappe saranno in programma nelle sezioni femminili delle carceri di Vigevano, Milano Bollate, Mantova e Bologna.
Con possibilità di inserimento professionale: recidiva del 2%
Immaginare e costruire una possibilità di futuro dopo il carcere grazie al gelato. È il sogno offerto alle detenute di sei istituti penitenziari italiani grazie al progetto nazionale “Si sostiene in carcere”, nato nel 2017 con l’obiettivo di favorire il reinserimento nella società attraverso l’acquisizione di competenze concretamente spendibili sul mercato del lavoro, come quelle in gelateria, particolarmente apprezzate non solo per le potenzialità occupazionali, ma anche per l’utilizzo del gelato all’interno dei menù quotidiani degli istituti detentivi.
Chi impara un mestiere ha molte più chance di farcela una volta uscito dal carcere: secondo un recente rapporto curato dal Cnel, solo il 2% dei detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale torna a commettere reati, contro una media che sfiora il 70%. Nel caso delle donne, il lavoro rappresenta un’ulteriore arma di “libertà”, di emancipazione da condizioni di marginalità che spesso rappresentano una gabbia anche fuori dal carcere.
Cinque giovani mamme a lezione di gelateria
La prima tappa del percorso di formazione professionale in gelateria artigianale, tenuto da Rosa Pinasco, titolare di una gelateria di Genova e da otto anni “ambassador” Fabbri 1905 e formatrice della scuola professionale internazionale Fabbri Masterclass, è partita lo scorso giugno da Milano, all’Icam – casa di reclusione a custodia attenuata di San Vittore. Qui vivono detenute madri con i loro bambini (fino ai sei anni).
Hanno partecipato al corso cinque giovani mamme, tutte straniere, che durante le tre giornate di formazione hanno appreso i fondamenti teorici e pratici del mestiere, con dimostrazioni one-to-one per realizzare un gelato: dalle preparazioni delle basi bianche, basi frutta, vaniglia, variegato, nocciola, sorbetti, fino alla presentazione e porzionatura dei gelati con coni e coppette. Al termine del percorso le partecipanti hanno ricevuto un attestato Fabbri Master Class, spendibile nel settore della ristorazione e della gelateria, sempre aperto a nuove assunzioni anche stagionali.
Scoprirsi capaci di realizzare qualcosa di concreto
«Si tratta di un’esperienza molto forte, che lascia il segno», ha detto l’insegnante Rosa Pinasco. «All’inizio le ragazze sono partite in maniera piuttosto scettica, poi tutto è cambiato perché hanno capito che qualcuno stava investendo su di loro e si sono scoperte capaci di realizzare qualcosa di concreto. Un’allieva, in particolare, mi ha colpito: è partita apparentemente disinteressata, poi man a mano che le lezioni progredivano si è mostrata sempre più coinvolta. Alla fine del corso aveva imparato a memoria le ricette di 12 gusti, ma soprattutto era in grado di fare le proporzioni a mente meglio di me. Ha scoperto di avere un talento e questo ha cambiato radicalmente il suo modo di vedere le cose».
All’inizio le ragazze sono partite in maniera piuttosto scettica, poi tutto è cambiato perché hanno capito che qualcuno stava investendo su di loro e si sono scoperte capaci di realizzare qualcosa di concreto
Rosa Pinasco, “ambassador” Fabbri 1905 e formatrice Fabbri Masterclass
Il sogno: vendere il gelato fuori dal carcere
L’impegno in gelateria non si esaurisce con il corso. Grazie alla macchina professionale donata dai due Club Soroptimist di Milano, le detenute prepareranno d’ora in avanti il gelato per i loro bambini, donando loro un momento di felicità e spensieratezza. Ma il sogno è un altro. «Il nostro desiderio», ha spiegato Paola Pizzaferri, referente Soroptimist e coordinatrice del progetto nazionale, «sarebbe quello di vendere il gelato fuori dal carcere a tutti i milanesi, sfruttando la posizione centrale dell’Icam e realizzando un piccolo punto vendita aperto al pubblico. Ci lavoreremo nei prossimi mesi. Il progetto ha, infatti, il suo punto di forza nel protocollo istituzionale sottoscritto con il Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero Giustizia, Dap, che ha come fine ultimo quello di offrire un percorso di empowerment, di crescita e di auto sufficienza alle donne ristrette, che solo nel lavoro e nell’autonomia economica possono trovare una libertà di scelta, una volta uscite dal carcere».
Sei appuntamenti fino a novembre
Il tour per formare nuove professioniste della gelateria prosegue. La seconda tappa si è svolta dal 15 luglio, presso la casa circondariale Pontedecimo di Genova. Sarà poi la volta, dal 22 luglio, della casa di reclusione di Vigevano. A seguire, due gli appuntamenti di ottobre: dal 7 alla casa di reclusione di Milano Bollate e, dal 28, alla casa circondariale di Mantova. Si chiuderà, infine, l’anno scolastico dall’11 novembre alla casa circondariale di Bologna.
Il nostro desiderio sarebbe quello di vendere il gelato fuori dal carcere a tutti i milanesi
Paola Pizzaferri, referente Soroptimist e coordinatrice del progetto nazionale “Si sostiene in carcere”
Azienda a forte trazione femminile
La parità di genere è da sempre una cifra distintiva di Fabbri 1905, un’azienda a forte trazione femminile, dove il numero di impiegate e impiegati è oggi quasi sovrapponibile. Un’attenzione che, negli anni, si è concretizzata anche attraverso progetti creativi e spesso fuori dal coro di sostegno all’imprenditorialità̀ e all’occupazione. Come Lady Amarena, dal 2015 l’unico concorso internazionale riservato alle barlady da ogni angolo del pianeta, che negli anni ha visto la partecipazione di professioniste della mixology da tutto il mondo. È uno degli aspetti che emerge nel nuovo Bilancio di sostenibilità di Fabbri 1905, il secondo per l’azienda bolognese, che anticipa così di due anni l’obbligatorietà di legge.
Foto di apertura ufficio stampa Fabbri 1905, nel testo kerdkanno per Pixabay.
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