Famiglia

Le adozioni sono in crisi, ma noi ci crediamo ancora: ecco perché

Le adozioni diminuiscono e sono sempre più difficili, ma continuano ad essere una buona risposta per assicurare il diritto alla famiglia ad un bambino che ne è rimasto privo. E a che se è un’esperienza complessa, con il giusto accompagnamento si può fare. Daniela Russo, responsabile adozioni del Ciai, risponde all'editoriale di Ferruccio De Bortoli

di Daniela Russo

Abbiamo letto con attenzione l’articolo di Ferruccio De Bortoli in prima pagina su Il Corriere della Sera di mercoledì 15 gennaio. Attenzione e anche stupore perché è effettivamente raro che al tema dell’adozione – nazionale o internazionale – si dedichi uno spazio così importante.

Ovviamente la situazione di grave crisi è, per noi addetti ai lavori, più che nota e forse c’è solo da sottolineare che non investe solamente l’Italia, ma l’Europa tutta e non solo. Nell’aprile 2024 peraltro Giovanna Iacono, deputata Pd e componente della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, ha presentato una interrogazione al Governo che mirava a conoscere «quali iniziative di competenza siano state adottate nonché quali misure siano state predisposte, al fine di affrontare le criticità connesse al calo di adozioni internazionali, nonché al fine di aumentare le opportunità di adozione internazionale e per accelerarne l’iter in Italia al fine di garantire i diritti dei minori». Sono trascorsi nove mesi da allora e tutto tace.

Non riprendiamo, quindi, numeri e ipotesi di cause indicate da De Bortoli nell’articolo ma vogliamo cogliere l’occasione per inserire nel dibattito dei segnali di fiducia e speranza

Iniziamo segnalando che il Coordinamento Oltre l’adozione, che riunisce nove enti autorizzati a svolgere pratiche di adozione internazionale in Italia, ha presentato già nel novembre 2023 un elaborato documento che, evidenziando le difficoltà del sistema che hanno portato alla situazione attuale, avanza anche concrete proposte risolutive. L’obiettivo è sempre quello di innescare processi virtuosi che possano continuare a tutelare il diritto alla famiglia di tutti i bambini e le bambine. 

Questo stesso obiettivo è anche alla base della recentissima fusione di due enti che hanno fatto la storia dell’adozione internazionale in Italia: Ciai e International Action. Due enti che, con un’operazione di fusione per incorporazione, hanno scelto di proseguire insieme il cammino con il nome Ciai, rinnovando il loro impegno e guardando al futuro dell’adozione internazionale con coraggio e determinazione, convinti che possa ancora rappresentare una grande opportunità per bambine e bambini. La fusione permette di unire le forze, le competenze e le risorse di entrambe le organizzazioni, per accompagnare le bambine e i bambini all’incontro con la famiglia più idonea per loro, formata adeguatamente per accoglierli come figlie e figli. Si amplia la rete di supporto e migliorano i servizi offerti, contando su nuove relazioni, competenze e professionalità.

Non è questa la sede per presentare nel dettaglio il documento del Coordinamento Ola – a cui, peraltro, VITA aveva già dato risalto – e le sue diverse proposte; si tenga solo conto del fatto che viene evidenziata la necessità di valutare i vari contesti internazionali e di un adeguamento del “sistema adozioni” a tale nuova realtà. Andrebbe, insomma, ripensato tutto il sistema di protezione dell’infanzia in Italia in cui l’adozione è solo una delle risposte.

Se è vero che il sistema adozioni è in crisi da tempo, è altrettanto vero che può godere di un patrimonio di competenze e di una pluriennale esperienza che molti enti autorizzati, e non solo, hanno maturato nel campo dell’adozione, e più in generale del supporto alla genitorialità. Tenere conto del valore di questo patrimonio, che esiste già, e comprendere come poterlo mettere in rete attraverso delle sinergie virtuose a sostegno del welfare alle famiglie, rappresenta a nostro avviso un buon punto di partenza. Siamo tuttavia consapevoli che, perché ciò accada, sia necessaria la volontà politica di investire. 

Le adozioni diminuiscono, sono sempre più difficili, ma continuano ad essere una buona risposta per assicurare il diritto alla famiglia ad un bambino che ne è rimasto privo. La maggior parte delle adozioni hanno esito positivo (come evidenziato anche da una ricerca della Commissione Adozioni Internazionale presentata a Firenze all’Istituto degli Innocenti nel dicembre 2022), anche se spesso la percezione comune è diversa perché le dolorose storie “non a lieto fine” catturano maggiormente la nostra attenzione.

L’adozione è sì un’esperienza complessa, ma possibile, se fatta con le dovute attenzioni. Accompagnare le famiglie nell’assunzione di consapevolezza di quelli che sono i significati dell’accogliere un bambino non nato da noi e proveniente da un Paese lontano, con una sua storia e con proprie caratteristiche e farlo diventare figlio è un processo che va costruito nel tempo, dal momento in cui ci si approccia al desiderio di adottare fino all’incontro e oltre. Il ruolo e l’operato dell’ente autorizzato in questo percorso è fondamentale, le famiglie hanno bisogno di non essere lasciate sole ma di essere formate, accompagnate e sostenute in tutte le fasi. 

Purtroppo, abbiamo capito già da tempo che il tema non è prioritario nell’agenda dei nostri governanti. Ma chi si batte per tutelare i diritti delle bambine e dei bambini non si darà per vinto e ringraziamo chi, ogni tanto, accende i riflettori anche su questo tema.

Daniela Russo, responsabile adozioni Ciai e responsabile Ciaipe-Centro psicologico ed educativo Ciai. Foto di Belle Maluf su Unsplash

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