Non profit
Le Acli: garantire l’accoglienza umanitaria
Circa mille gli immigrati approdati nell'isola in due giorni. Le Acli preoccupate dall'indisponibilità di Maroni di riapire il Cie di Lampedusa
di Redazione
Senza tregua la nuova ondata di sbarchi di clandestini a Lampedusa. Circa mille immigrati, si pensa soprattutto tunisini, sono arrivati in due giorni sulle coste siciliane. E le segnalazioni continuano. Nel primo pomeriggio di venerdì sono stati intercettati e raggiunti della Guardia costiera, coordinata dalla Capitaneria di porto di Palermo, altri due barconi con a bordo 100 clandestini ciascuno.
Mentre poco prima delle 6 erano sbarcati 181 uomini. Inoltre, dalle 9 di questa mattina alle 14 di oggi sono arrivati complessivamente altri 142 immigrati, 18 dei quali tra Pantelleria e Favignana.
Considerando anche le previsioni del tempo dei prossimi giorni che danno mare calmo si temono nuovi sbarchi di migranti provenienti dal Nordafrica. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, inoltre, ha scritto alla presidenza di turno dell’Unione Europea – l’Ungheria – e alla Commissione di Bruxelles, perché al prossimo Consiglio Giustizia e affari interni venga inserito all’ordine del giorno «il tema della crisi nei paesi del Nord Africa e i riflessi sull’immigrazione e sulla sicurezza interna in Europa». Il responsabile del Viminale ha anche convocato per giovedì il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza. Maroni da Venezia, dove è in visita, ha detto che «c’è il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria, con l’arrivo di centinaia di persone sulle coste italiane in fuga dai paesi del Maghreb».
Commentando gli ultimi sbarchi, Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del Pd, sottolinea: «Se c’è il rischio di una vera emergenza umanitaria, allora riapriamo il Cie di Lampedusa e facciamo sì che chi è fuggito dall’Egitto, dalla Tunisia, dal Maghreb non arrivi sulle nostre coste e venga lasciato all’addiaccio per ore e ore».
Da parte sua la senatrice Angela Maraventano, Lega Nord, all’Adnkronos afferma: «Per il momento il centro di accoglienza di Lampedusa non sarà aperto. Vedremo se l’ondata di nuovi sbarchi prosegue e se il fenomeno dovesse degenerare allora decideremo sul da farsi. Certo i numeri stanno aumentando però per il momento il centro di accoglienza resta chiuso”.
Di fronte ai nuovi e consistenti sbarchi di cittadini nordafricani sull’Isola di Lampedusa, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani chiedono che «sia fatto ogni sforzo da parte del Governo e delle autorità locali per garantire l’assistenza umanitaria».
«L’acuirsi della crisi politica dei Paesi del Maghreb – afferma Antonio Russo, responsabile dell’immigrazione per le Acli – richiede un intervento urgente dell’Unione Europea e una strategia adeguata di accoglienza degli stranieri che fuggono e potrebbero ancora fuggire dai Paesi in rivolta. Nel frattempo occorre garantire la doverosa accoglienza umanitaria alle persone che sbarcano sulle coste siciliane, ma appare per questo preoccupante l’indisponibilità finora mostrata dal ministro Maroni a riaprire nell’emergenza il Centro di accoglienza di Lampedusa»
Russo aggiunge: «Non vorremmo rivivere una nuova stagione di chiusura nei confronti dei migranti, senza che neppure sia offerta loro la possibilità di una prima accoglienza, delle cure necessarie e di esercitare il diritto di proporre domanda d’asilo. Affinché siano rispettati i diritti umani di circa mille persone giunte sulle coste siciliane negli scorsi giorni, auspichiamo che il Governo fornisca attraverso le autorità locali la necessaria accoglienza e assecondi le richieste dei cittadini di Lampedusa di riapertura del Centro».
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