Non profit

Le ACLI: Europa, giù le mani dalla domenica

Ferma la dichiarazione del Presidente nazionale delle ACLI, Luigi Bobba, sulla direttiva UE che vorrebbe abolire la domenica come giorno festivo: «L'Unione europea dovrebbe occuparsi d'altro».

di Acli

Roma, 19 dicembre 2002 – Dove hanno fallito la rivoluzione francese e quella d’ottobre, potrebbe invece avere successo una grigia e burocratica direttiva dell’Unione europea. Là dove il furore rivoluzionario del ‘89 e del ‘17 fallirono, e cioè nella cancellazione della settimana e dell’alternanza tra lavoro e riposo di cui la domenica è il simbolo proprio, la spinta soft e funzionalista del mercato e il dominio incontrastato dell’individualismo potrebbero aprire una breccia rovinosa.
Giù le mani dalla domenica. Dopo aver consumato l’ambiente, risorsa non riproducibile, ora si vorrebbe saccheggiare anche il tempo. No, non ci stiamo. E lo diciamo con tutta la nostra voce, di credenti in primo luogo, perché la domenica è il giorno del Signore, ma anche come cittadini perché non ci rassegniamo ad una società come semplice somma di individui, incapaci di incontrarsi e riconoscersi in tempi comuni e indivisi.
No, la domenica non si tocca! E l’Unione europea di ben altro dovrebbe occuparsi. Le sue radici cristiane si rivoltano e chiedono che ci si prenda a cuore la pace, il destino dei paesi poveri, la tutela dell’ambiente. Altro che abolire la domenica.

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