Economia

Le 50 donne del non profit italiano

Chi sono, cosa fanno, perché si impegnano le 50 leader del Terzo settore italiano. Su Vita di ottobre, una “schedatura” ragionata delle donne che stanno cambiando il nostro Paese

di Sara De Carli

Dalla A di Amadeo (Roberta, di Aism) alla Z di Zanella (Elena, di Assif) Vita ha messo nero su bianco i volti e le storie di 50 donne che ricoprono posizione di leadership nel mondo del non profit e dell’impresa sociale. Una presenza sempre più determinante, che ribalta i luoghi comuni (e le percentuali) sull’ancora scarsissima presenza di donne, soprattutto in ruoli decisionali, nelle imprese e nel pubblico impiego. 

La dimostrazione? C’ è un grafico dell’Istat che fa impressione. Misura l’andamento dell’occupazione femminile ogni dieci anni, a partire dal 1861. Dalle mondine alle startupper, c’è tutta la storia d’Italia, ma il risultato è che – e pure con una faticosa risalita sul minimo degli anni ‘50, quando “nacque” la casalinga – dopo 150 anni abbiamo un’identica percentuale di donne che lavorano. L’occupazione femminile è al 46,5%, contro una media europea del 58,5%: siamo penultimi. Dal 1993 ad oggi l’occupazione femminile è cresciuta solo grazie al part-time, che nella metà dei casi è involontario. Le italiane che lavorano sono 9,3 milioni. Il gender pay gap si aggira intorno al 20%: le donne cioè hanno una retribuzione netta mensile inferiore di circa un quinto a quella degli uomini.

Ma c’è anche un mondo alla rovescia. Dove le donne non sono Alice. Nelle cooperative lavorano 52 donne per 48 uomini, dice il Censis nel suo primo Rapporto sulla cooperazione in Italia. Con il Sud perfettamente in linea con la media nazionale. Va bene anche ai vertici: i Cda delle imprese cooperative già vedono un 29% di presenze femminili e il dato balza al 43,2% nelle cooperative sociali. Più di una cooperativa sociale su quattro ha preso misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne (asili nido in azienda, banche delle ore, ecc.). Il Censis ha fatto un focus anche sulle cooperative rosa, quel «piccolo subuniverso» dove le donne rappresentano più della metà degli addetti e sono la maggioranza del Consiglio di amministrazione: sono il 18% delle imprese cooperative. Lavorano soprattutto nel sociale, per il 45,4% hanno sede al Sud e danno lavoro a molte più persone della media. E sono quelle con le performance migliori. In questi anni di crisi, tra il 2009 e il 2011, sono loro a crescere di più. Nel fatturato (che cresce per il 67,5% delle coop rosa, contro il 49,6% delle altre), negli investimenti (51,8% rispetto a 44,5%), nell’occupazione (49,5% rispetto a 35,2%). E pure nell’innovazione (il 54,2% contro il 28,7%). Che dire? Giù il cappello e… avanti le donne.

A introdurre lo speciale che il numero di Vita dedic a questo tema, attraverso 50 schede delle 50 donne lader del non profit, un'intervista a Claudia Fiaschi, a capo di CGM, il più grande consorzio di imprese sociali italiano.

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