Volontariato
L’azzardo ha minato il welfare del nostro Paese: è ora di cambiare rotta
Il disegno organico tracciato dalla Costituzione, di una tutela della persona e dei corpi intermedi, è stato in questi anni messo a rischio da una nocività di cui spesso si sottovaluta il negativo impatto sull'intero sistema socio-economico: l'azzardo. Ecco perché serve una netta inversione di marcia, riportando la tutela della persona, e non il business, al centro del percorso istituzionale
Il patto sociale rischia di frantumarsi. La nostra Costituzione disegna un modello di Paese in cui le tensioni si scaricano armonicamente: l'assistenza sanitaria, la previdenza sociale intervengono nella fasi di malattia o di vecchiaia, in cui le persone si trovano maggiormente indifese. La scuola è concepita come ascensore sociale per dare a tutti pari opportunità senza distinzioni di condizione sociale. L'assistenza sociale e gli strumenti (ancora troppo limitati) di lotta alla povertà permettono alle persone che comunque non ce la fanno di sentirsi riconosciute e accolte, piuttosto che scartate e abbandonate. Nessuno deve rimanere indietro.
Disegno lineare della Costituzione vs. entropia dell'azzardo
La Costituzione esprime anche un pensiero pedagogico, che assegna alla Repubblica un compito maieutico verso ogni cittadino, affinchè il pieno sviluppo della persona sia fonte di felicità per l'individuo e, attraverso la partecipazione, di un miglior benessere per la collettività.
L'azzardo si pone invece come industria predatoria, fonte di povertà economica (dall'indebitamento delle famiglie, al fenomeno dell'usura, con la fascia grigia dei "compro oro", perfettamente legali, ma curiosamente vicini ai punti di offerta di azzardo) che non tocca solo le famiglia; si impoverisce il tessuto imprenditoriale, soprattutto la rete di artigiani e commercianti che vedono eroso il potere di acquisto delle famiglie e la stagnazione dei consumi interni, per non dire degli effetti devastanti della penetrazione mafiosa anche nell'azzardo legale e il riciclaggio di denaro che questo settore consente, finendo per dare strumenti sempre maggiori alla criminalità organizzata di avvelenare economia e finanza anche internazionale.
Si impoverisce ancora il livello di ricchezza nazionale, giacchè fiumi di denaro vanno a concessionarie multinazionali con sedi in paradisi fiscali.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale
Costituzione, art. 2
Lo Stato non deve generare povertà
Ma l'impoverimento va ben oltre il piano economico. Parliamo dei disvalori promossi: il primato della sorte sul progetto, dell'isolamento sulle relazioni, del successo personale sulla cooperazione, del godimento fine a se stesso sulla gratificazione legata al merito… "turista per sempre" recita un noto spot.
Per questo, per tutto questo dalla nascita della Repubblica – e a tutt'oggi- «l'azzardo è vietato su tutto il territorio nazionale».
Ma la liberalizzazione selvaggia dell'azzardo ha reso l'eccezione una regola, violando un principio giuridico e costituzionale della ragionevolezza delle leggi ed inoltre determinato un vero sovvertimento valoriale.
Che fine fanno la «solidarietà politica, economica e sociale» di cui all'art 2 della Costituzione? La tutela della salute, della maternità, dell'infanzia, la centralità della famiglia, del risparmio vengono sacrificate come agnelli per le logiche del business di una «industria insalubre».
L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali
Costituzione, art. 41
Anche l'articolo 41 della Costituzione viene sovvertito: non è più l'impresa economica a doversi moderare nel rispetto della sicurezza, della libertà e della dignità umana, ma sono queste a comprimersi per l'affermazione di un vecchio/nuovo feticcio: il libero mercato. Ma è una mistificazione grossolana: la stessa Unione Europea chiarisce bene (direttiva Servizi n. 123/2006) che gli Stati Membri hanno tutto il diritto di contrastare l'azzardo, che, proprio per i pericoli che comporta non può definirsi un "servizio" come gli altri.
Chi ha avvelenato i pozzi
Incredibile che non si sia visto questo pericolo; più che dubbio come la politica si sia voltata dall'altra parte: "sono forse io responsabile di mio fratello?".
Ora i pilastri del nostro welfare sono gravemente minati; chi ha sprecato le risorse del Paese ora ci impone una austerità irrazionale che sta rimangiando le concquiste del dopo guerra scaricando il peso del fallimento sui piùdeboli, anzi aumentando di anno in anno il numero dei nuovi poveri.
Ma per un paese in difficoltà tagliare i fondi per la scuola, l'università, la ricerca, le politiche per la famiglia, la prevenzione sanitaria, la tutela del risparmio e del credito alle imprese è tanto assurdo quanto un agricoltore che smettesse di seminare il suo terreno.
Qui si è fatto di peggio, introducendo in modo dissennato un ulteriore fattore di povertà e disagio.
Mentre l'economia italiana era in piena recessione, il fatturato dell'azzardo è cresciuto di 7 volte, aumentando l'aggressione sui redditi e sulle fasce più deboli: le regioni e le province con minor reddito procapite destinano quote maggiori di quel magro reddito all'azzardo; capita al Sud, come nel "ricco" Nord Est; la provincia di Rovigo, ultima per reddito e l'unica in Veneto sotto la media nazionale, ha un volume di azzardo pro capite doppio rispetto alla media.
Gli enti locali stanno reagendo da tempo per difendere i cittadini da questa aggressione. Governo e Parlamento possono voltare la faccia ancora?
*L'autore è senatore eletto tra le file del M5S
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