Non profit
L’azionariato attivo family friendly
L'esperienza dell'associazione E.Di.Va.
di Redazione
Etica, dignità e valori: sembra una dichiarazione di principi, e lo è. Ma è anche il nome di un’associazione, E.Di.Va. Associazione stakeholders – aziende di credito onlus, che ha cominciato a ritagliarsi un suo spazio nell’ancora piccolo mondo dell’azionariato attivo made in Italy. E.Di.Va. è stata costituita a Gallarate (Varese) nel 2008, ma ha già alle spalle tre intense stagioni di azionariato attivo. Quest’anno ha presenziato, nell’ordine, alle assemblee dei soci di Banca Popolare Friuladria, Banca Generali, Banca Popolare di Vicenza, Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Cividale e Banca Etica. Com’è facile intuire, è il settore del credito quello scelto da E.Di.Va. per i suoi interventi, tutti ispirati a un decalogo di principi molto particolare. «Abbiamo posto al centro la tematica delle politiche creditizie per la famiglia e la natalità», dice Gianni Vernocchi, bancario di lungo corso, presidente e anima di E.Di.Va., che con il suo entusiasmo è riuscito a raccogliere intorno al progetto persone come don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano e fondatore di Comunità Nuova onlus.
«Per le banche italiane e i grandi istituti internazionali», prosegue Vernocchi, «fra gli stakeholders che hanno dignità nella rendicontazione del bilancio sociale non è citata la famiglia. Eppure mi appare impensabile, senza di essa, rigenerare un Paese, e valorizzare il principio di sussidiarietà. Consideriamo la famiglia l’elemento fondante di ogni politica di responsabilità sociale d’impresa». Da questa convinzione discendono le richieste avanzate da E.Di.Va. nelle sedi assembleari, specie riguardo alle esigenze delle giovani coppie.
«Un altro punto che abbiamo posto nelle assemblee», spiega Vernocchi, «è la richiesta di avviare politiche creditizie per favorire il reciproco sviluppo con i Paesi poveri. E nelle assemblee delle banche popolari, fortemente radicate sul territorio, abbiamo chiesto di promuovere i valori dell’etica finanziaria e della responsabilità sociale nella formazione del personale. Oltre all’educazione finanziaria presso le scuole per insegnare ai giovani l’autentico e corretto uso del denaro, al servizio della persona umana». Finora le banche interessate non hanno risposto granché, a volte rimandando ai contenuti del bilancio sociale. Ma l’associazione ha tutta l’intenzione di perseverare. «Sarebbe già un segnale importante di cambiamento», conclude Vernocchi, «ottenere che i temi sottoposti dagli azionisti fossero riportati nel bilancio sociale. Rendicontando le azioni concrete effettuate nel corso dell’anno, oppure motivando il diniego». Una sorta di “complain or explain”: sì, sarebbe già qualcosa.
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it