Pubblica amministrazione e lavoro sociale
Lazio, l’appello: «Non si scelga fra diritti dei cittadini e dei lavoratori»
A Roma la VI assemblea di Legacoop sociali della regione ha riunito sindaci e assessori di tutti i capoluoghi di provincia per lanciare un appello. Il presidente Mauro Iengo: «Il rapporto tra coop sociali, Pa e cittadini utenti richiede oggi diverse linee di azione e una discontinuità rispetto al recente passato»
Dalla sesta assemblea regionale Legacoopsociali Lazio, dal titolo “Il futuro dal quotidiano. Buona cultura degli affidamenti e amministrazione condivisa”, un accorato appello per rivedere il rapporto con la Pa nella gestione dei servizi sociali: «Basta affidamenti che mortificano la qualità dei servizi e ai ritardi nei pagamenti, via all’adeguamento delle tariffe previste dal rinnovo dei Contratti collettivi nazionali».
Legacoop Sociali Lazio ha riunito oggi a Roma, tra gli altri, il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, i primi cittadini e gli assessori dei capoluoghi di provincia e, in rappresentanza della Regione Lazio, l’assessore all’Inclusione sociale e ai Servizi alla persona Massimiliano Maselli, per lanciare l’ennesimo appello.
Verso un’inevitabile messa in discussione delle conquiste della Pa
Se ulteriormente ignorati, l’aumento vertiginoso delle persone in stato di bisogno, il calo di caregiver, la minaccia al futuro delle imprese sociali e l’assenza di un riconoscimento economico adeguato per i lavoratori del Terzo settore condurranno inevitabilmente alla messa in discussione delle conquiste che la Pubblica amministrazione, supportata dalla cooperazione, ha ottenuto con importanti processi di riforma che sono stati messi a terra solo grazie al lavoro svolto dalle imprese del sociale, sin dagli anni ’70 ad oggi. Alla cooperazione sociale è, infatti, dovuto il riconoscimento di aver incubato, accelerato e reso possibili rivoluzioni fondamentali, a partire dalla Basaglia per arrivare al processo che ha condotto alla nascita dei servizi sociali stessi a Roma e nel Lazio.
Il paradosso della scelta tra tutela dei diritti dei cittadini e degli operatori sociali
Durante l’assemblea si è sottolineata l’urgenza di uscire dal paradosso della scelta quotidiana tra la tutela dei diritti dei cittadini, la quantità e la qualità dei servizi offerti alla comunità, e la tutela degli operatori sociali «perché nessun diritto è negoziabile e tutti sono indivisibili, ancor più in materia di assistenza socio sanitaria», si legge in una nota di Legacoop Lazio.
Coop sociali a Roma e nel Lazio sempre più a rischio
Le cooperative sociali a Roma e nel Lazio sono sempre più a rischio: dopo aver ratificato il giusto aumento del Contratto collettivo, da quasi un anno le imprese stanno impoverendosi ricorrendo alle loro riserve per sostenere un aumento pari all’8%, nell’attesa di un adeguamento delle tariffe promesso dalla Pa e ancora mai pervenuto. Nel frattempo, l’attuale modalità di erogazione dell’assistenza socio sanitaria diverrà sempre più difficile da sostenere per le finanze pubbliche, per le famiglie, per la cooperazione e per tutto il Terzo settore. In aumento, infatti, l’indice di dipendenza degli anziani che è pari al 36%, contro una presenza assolutamente insufficiente di caregiver che oggi si attesta solo all’8%.
Sempre più allarmanti l’assenza di ricambio generazionale e la carenza di operatori sociali. A vedere minacciato il loro futuro, però, non sono solo le cooperative: a rischio è il funzionamento tutto della Pa garantito dal lavoro svolto da professionisti iperqualificati del settore e cooperative specializzate, così come dovrebbe essere riconosciuto a qualsiasi cittadino che merita la migliore assistenza sociosanitaria. Tutto ciò mentre si insegue un omogeneo rispetto dei livelli minimi essenziali dell’assistenza e delle prestazioni in tutta la Regione come requisito che ora, tanto più con la prospettiva di una possibile Autonomia differenziata delle Regioni, diventa finalmente conquista non più derogabile.
Un nuovo patto tra cooperazione sociale e comunità
La riduzione delle risorse, o meglio la frequente scelta politica di ridurre le risorse disponibili alla erogazione delle prestazioni socio sanitarie ed educative, sta ponendo in conflitto i diritti delle due categorie, lavoratori e utenti, entrambe oggi espressioni di debolezze, di fragilità economiche e sociali», ha dichiarato Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio. «Oggi le cooperative sociali per mantenere la qualità e quantità dei servizi affidati e per garantire ai lavoratori una retribuzione equa, rispettosa del Ccnl, sono spesso costrette a consumare il proprio patrimonio accumulato oppure a erogare retribuzioni inferiori a quanto dovuto. Oppure sono costrette a richiedere alle Pubbliche amministrazioni di ridurre la qualità/quantità dei servizi in favore dei cittadini per dare un equilibrio ai loro conti e rispettare i Ccnl».
Occorre un nuovo patto «tra la cooperazione sociale e le comunità in cui operano. Il rapporto tra cooperative sociali, Pubbliche amministrazioni e cittadini utenti richiede oggi diverse linee di azione e una sostanziale discontinuità rispetto al recente passato», ha proseguito Iengo. «Occorre, perciò, che la cooperazione investa nelle basi sociali, perché sta venendo meno l’apporto dei giovani, ed al contempo è necessario cominciare un percorso che porti le cooperative sociali a coinvolgere i cittadini utenti e a renderli partecipi».
Oltre 500 coop nel Lazio
«Con oltre 500 cooperative associate alle tre principali associazioni di rappresentanza (Legacoop, Confcooperative e Agci nel Lazio), circa 33mila addetti e più di 900 milioni di fatturato, il mondo della cooperazione sociale nella regione rappresenta un sistema produttivo che può rilanciare e ridare priorità alla cura delle persone, dei territori, delle comunità, contribuendo a rendere la nostra Regione meno diseguale e socialmente più sostenibile», ha spiegato Anna Vettigli, responsabile Legacoop sociali Lazio.
«Siamo il partner attraverso il quale le istituzioni danno una risposta, nella logica della sussidiarietà, ai bisogni della collettività in campo sanitario, socio assistenziale, educativo e di inserimento delle persone svantaggiate. Saldamente radicate sui territori, le cooperative rappresentano un riferimento importante per le comunità e per le istituzioni perché conoscono i bisogni delle persone», ha continuato Vettigli, «e danno vita a un’economia di prossimità a prevalenza femminile che opera nella filiera pubblico-privato aggregando lavoratori, professionisti, operatori della sanità e dell’assistenza».
Legge di bilancio, Gualtieri: «Tagli per altri 22 milioni di euro per Roma»
«Noi quest’anno, a causa della simpatica Legge di bilancio, che ha nascoste sorprese significative, avremo oltre ai tagli dell’anno passato, che sono 23 milioni, ulteriori 22 milioni di tagli di spesa corrente». Ad affermarlo è stato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, intervenendo all’assemblea. «Tagli che il governo opera su Roma Capitale, comune maggiormente penalizzato. Roma dovrebbe avere 130 milioni l’anno di perequazione che dovrebbero venire dai comuni più ricchi. Se la Legge di bilancio non ci fosse stata, noi avremmo avuto 22 milioni in più. Questi sono i tagli espliciti e poi ci sono i tagli impliciti. Questa manovra aumenta di fatto il deficit. Noi abbiamo avuto un doppio taglio. Ci troviamo di fronte a una costante erosione delle risorse».
In apertura, foto di PublicDomainPictures da Pixabay, all’interno un’immagine dell’assemblea in una foto ufficio stampa Legacoop Lazio.
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