Volontariato
Lazio, la catena dei volontari nel magazzino della protezione civile
In un video prodotto dal Csv l’impegno solidale di 80 cittadini nel grande spazio allestito a Roma per stoccare i materiali da distribuire negli ospedali e non solo. Un esempio non isolato: l’emergenza Coronavirus ha mobilitato oltre 5mila persone di 336 organizzazioni
di Redazione
Ogni giorno, circa ottanta volontari di protezione civile da tutto il Lazio si alternano in servizio h24 dentro o attorno al cosiddetto “Magazzino Covid 19”: un grande spazio che si trova a Roma, sulla Via Ardeatina, messo a disposizione dall’associazione nazionale dei Vigili del Fuoco in congedo (Anvvfc).
Qui arriva tutto il materiale – dispositivi di protezione individuale, respiratori e altre attrezzature – che la regione raccoglie, cataloga e distribuisce, ancora una volta grazie al prezioso contributo dei volontari, a ospedali, Rsa, case circondariali, strutture alberghiere, comuni e enti di terzo settore.
Dall’inizio dell’emergenza fino al 1 maggio, sono entrati e usciti dal magazzino circa 12 milioni e mezzo di dispositivi, una media di circa 310mila al giorno caricati e portati a destinazione, con i mezzi della protezione civile regionale, da 43 squadre di volontari.
Un video realizzato da Francesco Paolucci e prodotto dal Csv Lazio, racconta l’incredibile impegno di questi cittadini responsabili a partire dalle loro testimonianze dirette. Un esempio di generosità non isolato, visto che l’emergenza sanitaria vede oltre 5mila volontari di 336 organizzazioni di protezione civile mobilitati nelle cinque province del Lazio. Tra il 31 gennaio e il 1 maggio si contano 77mila giornate di servizio prestate per tantissime attività di supporto: montaggio delle tende pre-triage per il controllo degli accessi presso strutture ospedaliere, Asl, Case circondariali, Rsa; allestimento e manutenzione dei gazebo e delle tende destinate ad ospitare le postazioni per i test Covid-19 in modalità “drive in”. E’ stata garantita anche assistenza alla popolazione nelle zone rosse durante la fase acuta; supporto, in tutti i comuni, ai Coc (Centri operativi comunali) e alle amministrazioni; distribuzione di farmaci e di beni primari alle categorie più fragili ed esposte al rischio di contagio o poste in isolamento fiduciario (servizi “Pronto farmaco” e “pronto spesa”); supporto all’Aeroporto di Fiumicino per i controlli con termoscanner ai passeggeri in arrivo e in partenza; attività di scarico e trasporto dei materiali in arrivo con i voli Cargo; trasporto dei dispositivi e protezione personale negli ospedali e nelle altre strutture del servizio santiario regionale.
Le donne e gli uomini presenti sul campo prestano se stessi per tutte queste e tante altre attività gratuitamente. Sono formati, certamente, ma questa emergenza è diversa da tutte le altre, e siamo tutti potenziali “contagiati”: nessuno poteva dirsi veramente preparato, eppure queste persone lavorano per gli altri, sono al servizio dei cittadini, sempre disponibili quando c’è bisogno, senza badare agli orari né al rischio cui inevitabilmente sono esposti. E tra di loro, accanto ai “veterani” che hanno già vissuto altre emergenze e si portano dietro un ricco bagaglio di esperienze, ci sono anche molti giovani: ragazzi di venti anni, che proprio in una situazione così difficile hanno trovato le motivazioni per impegnarsi.
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