Welfare

L’azienda giusta? Te lo dice il bollino

No al lavoro minorile, rispetto dei diritti e della dignità dei dipendenti, salari e orari equi. Solo così si può ottenere il marchio Sa 8000: la patente sociale per chi ha le carte in regola.

di Francesco Maggio

Ha poco più di un anno di vita, implica produzioni di beni e servizi ?eticamente corrette?, comincia a diffondersi anche in Italia: stiamo parlando di SA (Social Accountability) 8000, un sistema di certificazione di qualità per le imprese che ne attesta la buona reputazione sociale. Messo a punto dal Cepaa (Council for economic priorities accreditation agency, un organismo internazionale di cui fanno parte sindacati, società di certificazione, enti non profit, università) sulla base di quanto previsto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dall?Organizzazione internazionale del lavoro, dalla Carta Onu dei diritti del fanciullo, il modello SA 8000 stabilisce che le aziende che decidono volontariamente di adottarlo debbano possedere tutta una serie di requisiti ?morali?. Per esempio non devono impiegare persone di età inferiore ai 14 anni, devono garantire ai dipendenti un ambiente di lavoro sicuro e salubre, trattarli con dignità e rispetto, garantire loro libertà di associazione, pari opportunità, retribuzioni conformi alle leggi vigenti, ecc. Possono attribuire il marchio SA 8000 (dopo aver svolto rigorose verifiche ed ispezioni in azienda) solo le società di certificazione di qualità che hanno ricevuto un apposito ?accreditamento? dal Cepaa. Attualmente esse sono l?inglese Bvqi (Bureau veritas quality international), la norvegese Dnv (Det norske veritas) e la francese Sgs (Société générale de surveillance internationale). In Italia sono state finora autorizzate all?uso del ?bollino? solo due aziende, la Coop e l?Acroplastica di Caserta, ma il loro numero è destinato sicuramente a crescere poiché SA 8000 consente di rafforzare in modo significativo l?immagine di quelle imprese che hanno una forte vocazione sociale e inoltre può rivelarsi un fattore competitivo davvero strategico. «Da oltre un decennio la Coop è impegnata in iniziative di solidarietà» ricorda Loris Ferini, responsabile delle politiche sociali della Coop (210 aziende, 1.255 punti vendita, 3 milioni e 600 mila soci, 36 mila addetti, 14 mila 560 miliardi di fatturato annuo), «abbiamo, per esempio, contribuito alla realizzazione di importanti progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa, in America latina, nel Sud Est asiatico». «Inoltre», aggiunge Ferini, «ci siamo impegnati a promuovere una sensibilizzazione su larga scala ai temi del commercio equo e solidale, abbiamo sostenuto la marcia globale contro lo sfruttamento dei minori. Tutto ciò perché siamo da sempre convinti che fra i nostri compiti non ci sia solo quello di fornire ai soci prodotti e servizi convenienti, salubri, sicuri ma che ci debba essere da parte nostra anche l?impegno di rispondere ai bisogni di correttezza, solidarietà e mutualità che nascono tra i cittadini per migliorare la cosienza etica e sociale». «Per questo», conclude Ferini, «quando è stata introdotta la norma SA 8000 non ci abbiamo pensato due volte prima di decidere di sottoporci a tale certificazione che ci consente di comunicare ancora più efficacemente all?esterno questa nostra missione e di ?contagiare? nel contempo, anche i fornitori. Ci proponiamo infatti di privilegiare sempre più quelli che scelgono di partecipare ai nostri programmi di responsabilità sociale». Diverse, invece, sono le motivazioni alla base della scelta fatta dall?Acroplastica di Caserta (13 miliardi di fatturato, 70 dipendenti): «Per chi vive in un territorio come il nostro dove ?abitano? molti luoghi comuni che riguardano l?attività di impresa, quali per esempio l?evasione fiscale, il sommerso, le precarie condizioni di lavoro», sostiene Vincenzo Iavarone, direttore della società campana produttrice di componenti per elettrodomestici, «è difficile conquistarsi ?da soli? una visibilità che attesti il contrario. Il sistema SA 8000, invece, può aiutarci molto in tal senso ed inoltre si sta rivelando un importante strumento di marketing». Sia la Coop che Acroplastica organizzano periodicamente convegni e dibattiti nei quali illustrano le motivazioni, le modalità e gli obiettivi che sottintendono la scelta di ricorrere al sistema SA 8000. Il più imminente, organizzato dalla Coop, si svolgerà a Roma l?8 aprile in Via Ripetta 231. Competition, ma sociale Fino a non molto tempo fa le imprese (in realtà non numerosissime) che decidevano di dotarsi di codici etici di regolamentazione della propria attività, giungevano a una simile decisione per conquistarsi una sorta di autoreferenzialità aggiuntiva nei confronti dei loro stakeholders, dei vari soggetti cioè che a vario titolo entravano in contatto con l?azienda (fornitori, clienti, investitori, organizzazioni di volontariato e non profit, istituzioni, ecc.). Non necessariamente, però, essa ?procurava? concreti vantaggi economici a tali aziende. Oggi invece che la responsabilità sociale delle imprese costituisce un vero e proprio requisito ?competitivo? per le aziende (basti pensare al ruolo sempre più attivo svolto dalle associazioni dei consumatori), questo tipo di autoreferenzialità non basta più a comunicare efficacemente la buona reputazione delle imprese. C?è bisogno di un soggetto terzo che la certifichi dopo aver svolto tutta una serie di indagini e verifiche che attestano inequivocabilmente che l?azienda del caso adotta criteri di produzione eticamente corretti. Per questo, ad esempio, effettuiamo interviste in forma anonima a tutti i dipendenti dell?impresa affinché essi possano esprimere senza condizionamenti le proprie osservazioni circa la sicurezza dei luoghi in cui lavorano, il livello delle retribuzioni percepite, la libertà di associazione di cui effettivamente godono. Il sistema SA 8000 serve proprio a ?scoprire? se, in proposito, tutto è in regola e l?interesse crescente che esso va suscitando nel mondo imprenditoriale induce ragionevolmente a ritenere che nei prossimi anni la sua diffusione conoscerà importanti incrementi. direttore di “Bureau veritas quality international Italia”


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