Nel Milleproroghe
L’avvio della riforma della disabilità slitta al 2027
Il Milleproroghe estende la sperimentazione in atto ad altre 11 province e la prolunga a 24 mesi. La nuova valutazione della disabilità e il progetto di vita entreranno in vigore su tutto il territorio nazionale solo dal 1° gennaio 2027. La Fish chiede certezza sui tempi: «Non possiamo accettare che i diritti vengano rimandati all'infinito». La ministra Locatelli: «Il cambiamento è iniziato e indietro non si torna»

Con 165 voti a favore, 105 contrari e 3 astenuti, la Camera ha approvato la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che con l’articolo 19-bis introduce anche importanti disposizioni per le persone con disabilità. La sperimentazione che semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile e introduce la nuova valutazione multidimensionale per l’elaborazione del “Progetto di vita”, avviata il 1° gennaio 2025 secondo le modalità previste dal decreto 62/2024, viene estesa ad altre province e prolungata da 12 a 24 mesi.
La riforma della disabilità su tutto il territorio nazionale quindi entrerà in vigore non più il 1° gennaio 2026, ma il 1° gennaio 2027.
Sono undici le province che a partire dal 30 settembre 2025 si aggiungono alla sperimentazione in atto: Aosta; Alessandria; Lecce; Genova; Isernia; Macerata; Matera; Palermo; Teramo; Vicenza; provincia autonoma di Trento. La sperimentazione è già partita in nove province: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste.
I nuovi criteri per l’accertamento della disabilità verranno utilizzati anche per artrite reumatoide, cardiopatie, broncopatie e malattie oncologiche. La fase sperimentale verrà seguita da una segreteria tecnica che affiancherà il ministero per le Disabilità e che sarà operativa fino al 31 dicembre 2027, con uno stanziamento aggiuntivo di euro 900mila euro per l’anno 2027.
La Fish chiede certezze sui tempi
«L’estensione della sperimentazione della riforma dell’accertamento della condizione di disabilità a nuove province e il suo prolungamento a 24 mesi rappresentano passi positivi, a patto che servano a individuare eventuali criticità e colmare vuoti. È fondamentale ora che il ministero della Salute lavori con tempi certi, senza creare ulteriori ritardi nell’applicazione della norma che di fatto andrebbe a compromettere i diritti delle persone con disabilità», commenta la Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie – Fish in una nota. Proprio dal ministero della Salute infatti si attendono ancora i decreti attuativi di sua competenza connessi all’accertamento e valutazione della condizione di disabilità.
Non sia un rinvio nell’attuazione dei diritti
La proroga al 2027 dell’entrata in vigore delle nuove regole nazionali di valutazione della condizione di disabilità infatti da un lato può garantire un migliore assestamento del sistema, ma «non deve tradursi in un rinvio nell’attuazione di diritti», annota Fish. Il «confronto costante con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità» sarà quindi fondamentale per «evitare che l’allungamento dei tempi si traduca in un ritardo nell’effettiva applicazione della nuova norma».
Siamo di fronte a un cambiamento importante, un’opportunità per migliorare la vita di milioni di cittadini e cittadine con disabilità. È fondamentale partire con il piede giusto, senza ritardi e incertezze. Non possiamo accettare che i diritti vengano rimandati all’infinito
Vincenzo Falabella
Ogni riforma – dichiara il presidente Fish, Vincenzo Falabella – «deve partire dai bisogni reali delle persone con disabilità e dalla loro piena partecipazione ai processi decisionali. Non possiamo accettare che i diritti vengano rimandati all’infinito. Siamo di fronte a un cambiamento importante, un’opportunità per migliorare la vita di milioni di cittadini e cittadine con disabilità. È fondamentale partire con il piede giusto, senza ritardi e incertezze. Ogni scelta deve essere fatta con responsabilità, mettendo al centro i diritti e il benessere delle persone. Dobbiamo garantire un sistema equo, inclusivo. Questa riforma non deve essere solo un atto burocratico, ma un vero passo avanti».
Locatelli: «Indietro non si torna»
La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli rassicura: «Il cambiamento è iniziato e indietro non si torna. Stiamo cambiando l’approccio nella presa in carico della persona con disabilità, semplificando le procedure e superando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali. Abbiamo già chiarito alcuni aspetti sulle procedure grazie alla collaborazione con l’Ordine nazionale dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e all’Inps che sta affiancando i medici nei territori per risolvere anche gli aspetti legati alle procedure tecnologiche. Nel 2026 le nuove modalità di valutazione e l’introduzione del Progetto di Vita continueranno ad essere applicate con determina, in modo progressivo e costante, come previsto dalla normativa, fino a quando sarà applicata in tutto il territorio nazionale».
In apertura, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. Foto Roberto Monaldo / LaPresse
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