Salute

Lavoro supportato?

Una coop sociale ci scrive: «No, è un diritto di cittadinanza» di Cooperativa Noncello

di Redazione

La riabilitazione sociale e il lavoro. Abbiamo sempre sostenuto che il lavoro esprime uno dei principali diritti di cittadinanza». La cooperativa sociale Noncello (di Pordenone), da sempre impegnata nel reinserimento dei malati psichici, interviene sulla proposta di riforma della legge 180 espressa dalla maggioranza. «Il lavoro», scrivono quelli della Noncello, «dà visibilità e riconoscimento sociale. Concorre a comporre lo status e il ruolo personale di ognuno. È fonte di reddito. Al di là che a volte non ci piaccia, ci stanchi, ci stufi, sappiamo che senza di lui è dura. Per questo diamo per scontato che gli utenti soci lavoratori delle cooperative di tipo b siano soci lavoratori, lavoratori e basta cioè. Non lavoratori ?supportati? come indica il testo di legge. I laboratori invece, se hanno scopo riabilitativo e di avviamento, non sono ancora lavoro. E non ha senso in essi prevedere quei compensi, tanto più ?eventuali?, che hanno nascosto, sotto l?ala dell?ergoterapia, e spesso ancora nascondono, sotto altre sigle e definizioni, del semplice e chiaro sfruttamento di mano d?opera.
Se Basaglia e la 180 sono stati un momento di arrivo di una piccola ma importante rivoluzione soprattutto culturale, e se sono stati poi l?avvio di un cammino per poterne raccogliere alcuni frutti, tale cammino non è stato fatto solo dalla medicina, la sanità, l?ente pubblico. Anzi. Per mirare ad aumentare la risposta al bisogno di salute mentale si sono attivate tante risorse: certo le cooperative di tipo b, ma anche quelle di tipo a, le associazioni familiari, quelle sportive a volte, le forme di auto-aiuto, tanta parte del non profit in genere, alcuni enti locali, le parrocchie… Gli ultimi progetti obiettivo per la salute mentale sono andati in questa direzione: potenziare le risorse del territorio, qualsiasi esse siano, riconoscerle come soggetti attivi del percorso. Nel testo di legge ci sono due sole citazioni per questo universo: le cooperative sociali che possono permettersi di svolgere il lavoro supportato. E le associazioni delle persone affette da disturbi mentali, quelle rappresentative almeno a livello regionale, che stanno nella Commissione centrale di salute mentale. Non ci si può nascondere dietro le parole. Certo il nuovo testo ha eliminato il termine di ?malato di mente?. Ma non lo riporta alla centralità dell?attenzione e dell?impegno, con la sua sofferenza, così come con i suoi diritti».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.