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LAVORO. Stati Uniti, a novembre persi 553mila posti

Non accadeva dal 1974: in un solo mese più di mezzo milione di persone sono state licenziate. La disoccupazione è al 6,7%, il massimo dal 1993

di Daniele Biella

Meno 533mila nel solo mese di novembre 2008. È il numero dei lavoratori che hanno perso il lavoro negli Stati Uniti, la cifra più elevata da 34 anni a queste parti. Di conseguenza, anche la disoccupazione è arrivata a livelli inediti, raggiungendo il 6,7%, il dato più alto dal 1993, lo 0,2% in più di ottobre, quando i posti persi sono stati 403mila.

E pensare che gli analisti stimavano sì una perdita di posti di lavoro, ma più contenuta, ovvero di circa 340mila unità, imputandoli alla grave crisi economica degli ultimi mesi. La realtà ha semplicemente raddoppiato le aspettative. E i mesi a seguire si preannunciano altrettanto difficili, perchè questa riduzione di manodopera ha riguardato anche vari settori di servizi fino a poco tempo fa reputati immuni dalla crisi (negli Stati Uniti, dove il terziario occupa l’80% dei lavoratori), che inizialmente riguardava solo la produzione.

Un altro dato fornito dal ministero del Lavoro getta ancora più preoccupazione sullo stato attuale dell’economia statunitense, se comparato con la storia recente: in un paese a forte flessibilità, l’orario medio di lavoro è sceso a 33,5 ore per persona, il minimo dal lontano 1964.

“Non c’è un modo veloce e facile per risolvere questa crisi, ed è probabile che peggiorerà prima di migliorare”, ha commentato il neo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, “ma ora è arrivato il momento di rispondere in modo urgente e risoluto per ridare lavoro alle persone e rimettere in moto l’economia: i 533mila posti di lavoro persi il mese scorso è il segnale più drammatico dell’aggravarsi della crisi economica che fronteggiamo”. E ancora: “Ognuno di questi posti di lavoro perso rappresenta una crisi personale per una famiglia in America. L’impegno del governo sarà quello di sviluppare un piano di ripresa economica destinato a creare nei prossimi due anni 2,5 milioni di posti di lavoro”.

Nel frattempo, poco dopo l’annuncio dei nuovi dati sull’occupazione, l’euro risale sopra 1,27 dollari.


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