Politica

Lavoro, se anche Emma spara a zero…

Marcegaglia all'attacco, sindacati contro, Bersani frena

di Franco Bomprezzi

Ritornano i fannulloni nel lessico dello scontro politico. Emma Marcegaglia all’attacco contro i sindacati colpevoli di voler difendere l’articolo 18, nel pieno di una trattativa difficile e quasi arenata. Dure le risposte di Cgil e Cisl, e soprattutto arriva uno stop dal Pd: Bersani non assicura il voto a favore della riforma, se non c’è intesa fra le parti sociali. La situazione è molto complessa e i giornali l’affrontano a modo loro.

Il CORRIERE DELLA SERA punta sulla politica: “Bersani al premier: il sì non è scontato” è il titolo di apertura, e solo nel sommario aggiunge “Marcegaglia: il sindacato non protegga ladri e fannulloni. E’ polemica”. “Riflessi condizionati” è il titolo dell’editoriale di Dario Di Vico, che scrive: “La verità è che la politica è dovuta tornare in gioco perché si assiste a una sorta di rassegnazione che ha pericolosamente contagiato i vertici della rappresentanza, sia essa d’impresa o del lavoro. Al governo che indica, magari in maniera didascalica, la necessità di una profonda revisione delle distorsioni di un welfare imperfetto, la risposta che arriva dalle parti sociali assomiglia alla pigra difesa dello status quo. Come se piegate dai colpi della Grande Crisi le rappresentanze avessero ceduto la primogenitura del cambiamento.  Una volta era dai convegni confindustriali o da qualche elaborazione sindacale eterodossa che venivano le provocazioni più lungimiranti, le sfide più intriganti per affrontare le contraddizioni dello sviluppo. In qualche caso il passo si rivelava troppo più lungo della gamba, ma la tensione a innovare era sempre fortissima, costituiva l’identità stessa di quel lavoro. Oggi no, industriali e sindacati sono dei giocatori dishanghai che hanno paura di toccare i bastoncini e di far venir giù tutto”. I servizi sullo stallo e sullo scontro verbale di ieri sono alle pagine 2 e 3. Le parole di Emma Marcegaglia sono riportate da Mariolina Iossa: “Dice che Confindustria non vuole abolire l’articolo 18, che «il reintegro deve rimanere per i casi discriminatori». Ma dice anche che Confindustria vorrebbe «poter licenziare le persone che non fanno bene il loro mestiere». E si spinge fino a volere un «sindacato che non protegga gli assenteisti cronici, i ladri e chi non lavora». Emma Marcegaglia va all’attacco sull’articolo 18, e ai sindacati, specialmente alla Cgil, viene la pelle d’oca a sentirla parlare così. «La trovo offensiva» le risponde con durezza Susanna Camusso e Raffaele Bonanni, su posizioni più morbide, invita comunque ad abbassare i toni e chiede di «usare un linguaggio responsabile»”. E quasi per un riflesso condizionato, ecco riapparire persino Brunetta, intervistato da Andrea Garibaldi: “Io lo ripeto da sempre. Magari l’avesse detto mesi fa”. E il governo, come reagisce? Scrive a pagina 2 sempre Garibaldi: “A sera, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, interrogata su un ipotetico passo indietro del Pd, ha risposto: «Se noi dovessimo sempre lavorare con i se… Dobbiamo invece concentrarci sulle cose che sono possibili». Come dire: «Andiamo avanti, poi si vedrà». E a Palazzo Chigi? L’avvertimento di Bersani viene preso sul serio, ma non preoccupa per la tenuta del governo e per gli impegni presi sulla riforma del mercato del lavoro: «Ci sarà tempo per chiarire, per trovare un accordo»”.

“Lavoro, attacco di Confindustria”: LA REPUBBLICA prende posizione fin dal titolo e dal sommario: “Marcegaglia: il sindacato difende ladri e assenteisti. La Cgil: offese gravi”. In effetti son volate parole grosse da Firenze dove la presidente in scadenza di Confindustria ha parlato criticando i sindacati. Parole che hanno scatenato le reazioni dei diretti interessati (uno per tutti: Bonanni secondo il quale «serve un linguaggio più responsabile»). Curiose le posizioni dei politici. Secondo Casini «non si può giudicare Emma Marcegaglia da una battuta» (ma almeno si potrebbe dire semplicemente cosa si pensa di quella battuta, potrebbe ribattere qualcuno di buon senso)…. Per Di Pietro, Emma «prima di parlare di ladri, dovrebbe guardare in casa sua. Proprio sua, sua». Bersani ha avvisato che «non è scontato il voto favorevole del Pd a una riforma che non abbia l’accordo dei sindacati». In effetti Roberto Mania spiega (nel suo “Negoziato ingolfato e Monti tira dritto cresce il partito della riforma senza intesa”) il passaggio non è semplice: serve un accordo ma la tentazione di farlo senza intesa è fortissima (anche perché, in sostanza, sarebbe un tana libera tutti rispetto al futuro: chi rappresenta interessi particolari ha il timore di far perdere qualcosa ai propri iscritti). Il nodo per ora insormontabile è il nuovo piano sugli ammortizzatori, oltre che l’articolo 18. A chiudere, un dossier sull’assenteismo dal quale emerge che siamo in linea con l’Europa. Anzi che il tasso medio di assenza per malattia in Italia è inferiore a quello tedesco (1,5 contro 2,1% nel settore privato). Anche nel pubblico le punte di assenteismo si vanno riducendo.

IL GIORNALE dedica alla questione lavoro un richiamo in prima. Andrea Cuomo firma “La Marcegaglia si sveglia: i sindacati tutelano i ladri”. «Come se ce ne fosse stato bisogno, la trattativa sulla riforma del lavoro è da ieri ancora più calda. Ad alzare il termostato è stata Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria: “vorremmo un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e quelli che non sanno fare il loro lavoro”». All’interno dopo il resoconto di Gian Battista Bozzo titolato “Rimandato il calo delle tasse: arriverà col pareggio di bilancio” spazio alle esternazioni della Marcegaglia a cui hanno replicato la Camusso, «ci offende» e Pierluigi Bersani, «si pentirà di averlo detto».

Il tema del lavoro e dell’articolo 18 è nelle pagine interne del MANIFESTO, richiamate in prima con il titolo sui “Poteri forti”: “Fiat sposa Bombassei Cgil contro Fornero”. Nel richiamo in prima si legge «Intanto l’Inca Cgil denuncia: “La riforma delle pensioni ha creato situazioni drammatiche: persone uscite dal lavoro con accordi firmati anche dal governo, ora non hanno né pensione né lavoro”. E attacca sulla ricongiunzione contributiva onerosa: “È un furto legalizzato”, alle spalle della gente che ha sempre lavorato». Alle pagine 6 e 7 La fascia grigia in testa alle pagine riporta sia il caso delle “Centinaia di migliaia di lavoratori fuori dal lavoro e senza pensione, oppure costretti a pagare una seconda volta i contributi previdenziali” – cui è dedicato il titolo di apertura a pagina 6 “Una riforma con scasso” – sia il caso articolo 18: “Menzogne – Marcegaglia: «Via l’art. 18; vogliamo solo licenziare fannulloni e ladri». E un attacco al sindacato: «Non li difenda». Senza smentite”. Nelle stesse pagine, con taglio centrale si parla delle “cause per antisindacalità” con l’articolo “«Una sentenza vi punirà» La Fiom va dai giudici”, della questione dei treninotte “Occupate le officine, si scopre la speculazione”, ma anche del caso Mercedes di Roma “188 lavoratori in mobilità, + 51% di fatturato” come ricorda l’occhiello dell’articolo che titola “Troppo successo, licenziamone un po’”. 

IL SOLE 24 ORE apre sul fisco e dedica al tema lavoro la spalla di prima pagina “Confindustria: il sindacato non protegga i fannulloni. Camusso parole offensive”. I servizi a pagina 5, con un utile schema dei temi del confronto, con il grado di convergenza fra le parti: «Domani quinto round Governo-parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Si parlerà di riordino degli incentivi all’assunzione e trasformazione dei contratti flessibili in rapporti standard. Parti sociali e Governo sono d’accordo nel rilanciare il contratto d’apprendistato. Anche se domani al tavolo le organizzazioni datoriali presenteranno una documentazione non condivisa con i sindacati. Sull’articolo 18 restano le divergenze più ampie. Mentre sugli ammortizzatori sociali c’è il nodo “sostenibilità”. APPRENDISTATO: Il contratto di apprendistato targato Sacconi dovrà diventare il canale d’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Sono d’accordo le parti sociali, è d’accordo il Governo. Si studia la possibilità di renderlo più conveniente per le imprese. AMMORTIZZATORI: Imprese e sindacati frenano su possibili interventi su cassa integrazione e indennità di disoccupazione. Il nodo resta quello della “sostenibilità”  del nuovo schema che il Governo vorrebbe far decollare non prima della fine del 2013. FLESSIBILITÀ IN ENTRATA:  Le imprese non vogliono rendere più cari i contratti d’ingresso al lavoro. Per sindacati e Governo invece la flessibilità in entrata deve costare di più. Domani le organizzazioni datoriali daranno al Governo una documentazione non condivisa con i sindacati. LICENZIAMENTI: Sull’articolo 18 si registra la distanza maggiore tra le parti sociali. E tra queste e il Governo. Confindustria è favorevole a una manutenzione della norma. Mentre Cgil, Cisl e Uil frenano. Ipotizzato un intervento sui relativi processi per velocizzarli».

Il direttore di ITALIA OGGI sotto al titolo “Bisogna abbandonare gli eufemismi sull’art. 18”,  analizza «il polverone» scatenato dalle parole della Marcegaglia «che erano sinora un tabù» ricordando che il concetto era stato espresso da Oscar Farinetti, il patron di Eataly. «Un uomo che per l’agroalimentare italiano all’estero ha fatto, lui da solo, più di tutte le istituzioni pubbliche  nell’ultimo mezzo secolo e che nei prossimi due anni assumerà altre 600 persone. Farinetti ha detto che governo e parti sociali debbono trovare un accordo per metter in condizione chi fa impresa di poter arricchire l’azienda e i collaboratori e di potersi liberare di chi non ha voglia di lavorare. Farinetti ha potuto dire queste cose, primo perché è un imprenditore coraggioso, e secondo perché  è da sempre di sinistra. La sinistra però, non potendolo attaccarlo, lo ha silenziato, tant’è che la sua presa di posizione non ha lasciato traccia». Magnaschi ricorda esempi di lavoratori lavativi. «C’è ad esempio il caso dell’operaio che durante una manifestazione ha tirato un candelotto addosso a Raffaele Bonanni. L’operaio era in malattia, il datore di lavoro lo ha licenziato, il giudice lo ha reintegrato. Che dire dell’impiegata di un’agenzia di assicurazione che nottetempo distruggeva l’ufficio dove lavorava.  Scoperta attraverso il circuito di telecamere di sicurezza fu licenziata, ma sei anni dopo terminata la causa il datore di lavoro non solo l’ha dovuta reintegrare ma le ha pagato tutte le retribuzioni arretrate». Magnaschi ricorda infine:«Il giuslavorista Trifirò negli anni 80 raccontava che un giudice rivolto agli avvocati del lavoratore si espresse così: “non abbiamo convocato i nostri testimoni”». 

Su AVVENIRE, “Scontro Marcegaglia – Cgil” è l’occhiello del richiamo su “Lavoro, dal Pd un sì non scontato”, titolo in bianco a sfondare la foto di un lavoratore in fabbrica nella parte bassa della prima pagina. Il tema è poi sviluppato a pagina 6 con due articoli “L’avviso di Bersani: lavoro, sì non scontato” è il titolo dell’apertura che nel catenaccio riporta le posizioni di Alfano “premier vada avanti” e di Bonanni “governo vuole rompere”. Il sommario avvisa “Il Pd diviso sulla riforma del mercato del lavoro Il segretario avverte il premier: senza un accordo con i sindacati dovremo valutare la nostra posizione. Cicchitto replica: è una forzatura, non decide la Cgil”.  A pie’ di pagina invece l’articolo sullo scontro tra Camusso e Marcegaglia, con il titolo: “Marcegaglia: «Il sindacato difende ladri e fannulloni»”. Nel sommario “Articolo 18, bufera sul leader di Confindustria che poi ha corretto il tiro. Dura replica di Cgil, Cisl. Uil Camusso: è offensiva”. Nell’articolo si osserva che: «(…) E ora che si avvicina il redde rationem al tavolo sulla riforma del lavoro, le parti sociali alzano la voce». 

 “Lavoro, il PD gela Monti” è il titolo d’apertura de LA STAMPA. Continuano gli alti e bassi del partito di centro sinistra sul grande tema della riforma del mercato del lavoro. “Bersani al premier: senza intesa col sindacato il nostro sì non è scontato”.  La sintesi politica del quotidiano è netta: “La riforma del mercato del lavoro rischia intanto di diventare l’ora X dell’appoggio del Pd al governo Monti e della tenuta interna del Pd. «Senza accordo valuteremo in Parlamento se votare sì», è la condizione che Pier Luigi Bersani pone al governo, sottolineando come l’appoggio non sia scontato. Una posizione che allarma l’area “montiana” del partito, lettiani e veltroniani, già in tensione per l’annuncio del responsabile economico Stefano Fassina di partecipare alla manifestazione della Fiom pronta alle barricate per l’art.18. Lo scontro, apertosi dentro il Pd, dopo l’intervista di Walter Veltroni sull’art.18 e sul sostegno al governo Monti, non accenna a placarsi anche se il segretario la considera «fuorviante» rispetto ai problemi del Paese e al fatto che «il Pd non è alternativo a Monti ma respira con due polmoni e noi vogliamo essere alternativi alla destra… poi Monti e i suoi ministri potranno decidere come respirare». Un modo per ribadire la centralità dei partiti sia nella vita di questo governo ma soprattutto dopo, e uno stop a chi non esclude un governo di larghe intese, magari a guida di un tecnico, anche dopo le elezioni del 2013”. Torna a parlare anche Luca Cordero di Montezemolo, in una paginata di intervista, che dice: “Bene Monti, ma ora abbassiamo il carico fiscale sui produttori”. E sulla sua tanto annunciata discesa in campo: “Se la politica non si rinnova, faremo la nostra parte”.
 
E inoltre sui giornali di oggi:

PRONTO SOCCORSO
CORRIERE DELLA SERA – Due pagine ancora alle vicende romane, ma a pagina 25 un approfondimento di taglio nazionale: “Pronto soccorso, 25 morti sospette. Ogni anno 28 mila denunce in corsia”. Scrive Simona Ravizza: “Le scene vergognose immortalate al Policlinico Umberto I e al San Camillo di Roma sono la punta dell’iceberg di una sanità a corto di soldi che offende la dignità dei malati. Così i pazienti, maltrattati e trascurati, usano sempre più una delle poche armi che hanno: la denuncia contro il medico. Riflette Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo): «Anche la migliore cura, se prestata in un contesto allo sbando, viene spesso considerata sbagliata. E il dottore finisce in Tribunale». Nel 2010 le denunce per errore medico sono arrivate a 28 mila. Una crescita vertiginosa: l’aumento è del 4,2% nel giro di un solo anno. Emerge dal report «MedMal Claims Italia», presentato lunedì dalla società Marsh, leader mondiale nell’intermediazione assicurativa e nella consulenza sui rischi. Il dossier viene considerato uno dei più attendibili sul fenomeno della malpractice. L’indagine è stata realizzata su un campione di 2,2 milioni di ricoveri in 80 ospedali pubblici. Le richieste di risarcimento danni da parte dei malati sono 2,7 ogni mille ricoveri. Questo tasso, depurato dai sinistri per cadute e proiettato sugli 11 milioni di ricoveri a livello nazionale, porta alla cifra record di 28 mila denunce. Millequattrocento in più rispetto al 2009. Le cure in Pronto soccorso sono in cima alla classifica delle proteste dei malati: i reclami sono il 13,06% del totale”.
 
MIGRANTI
IL MANIFESTO – Richiamo in prima e ultima pagina dedicata a “Storie – immigrazione” per raccontare il caso dei ragazzi tunisini «spariti» come sottolinea il richiamo. L’ultima pagina si apre con il titolo “Spariti? Gli indizi sull’arrivo” mentre il sommario ricorda “Sono 256 ragazzi partiti su quattro imbarcazioni dalla Tunisia alla volta dell’Italia. Non si sono fatti più sentire, e i loro genitori li cercano disperatamente. Potrebbe sembrare un caso di naufragio. Ma forse non lo è”. Nell’articolo la storia raccolta nei dossier realizzati dai parenti in Tunisia che hanno visto i figli in tv nei filmati sugli sbarchi a Lampedusa. «(…) Per i genitori sono prove dell’arrivo dei figli in Italia. Non se ne andranno a mani vuote, ore che in Tunisia l’emigrazione non è più reato. E finalmente si può gridare che queste vita contano». C’è una colonna in cui si dà conto di un incontro al Viminale “I genitori al Viminale, il “blocco” è tunisino” è il titolo. 

IL SOLE 24 ORE – “Per abbattere i costi permessi di soggiorno con durata doppia”: «Raddoppia la durata dei permessi di soggiorno. Lo annuncerà oggi il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, nel corso del question time in Parlamento. L’intervento normativo si è reso necessario a causa dei costi lievitati per il rilascio del permesso fino a 200 euro. Una somma considerata esorbitante da più parti, visti i i redditi medi degli immigrati. Il problema, però, è stato che i nuovi livelli di contributo fissati non si potevano modificare al ribasso. Allora al ministero dell’Interno è stata immaginata una strada pratica: raddoppiare la durata dei permessi dimezzando così il costo effettivo. Gli 80 euro previsti per i documenti di soggiorno con validità compresa tra tre mesi e un anno sono confermati, ma si passa da sei mesi a due anni. Lo stesso vale per i 100 euro pagati da chi chiede il permesso di durata compresa tra uno e due anni. Il punto decisivo ora è dare rapida efficacia alla novità proposta. Non potendo intervenire con un decreto ministeriale – percorso possibile solo se fosse stata rivista la tassa – ed esclusa la soluzione del decreto legge, le vie sono due. Il disegno di legge, percorso tuttavia dagli esiti imponderabili. Oppure, come sta studiando il Viminale in queste ore, un maxi emendamento al Ddl semplificazione, che avrebbe una corsia accelerata con traguardo certo. Il provvedimento proposto dal ministro dell’Interno e sollecitato anche dal titolare dell’Integrazione, Andrea Riccardi, dovrebbe spingere anche sull’informatizzazione delle procedure dei permessi di soggiorno e delle domande di cittadinanza, per renderle più celeri e meno burocratiche, con possibili risparmi anche per l’amministrazione dello Stato». 

PROFUGHI SINAI
AVVENIRE – L’apertura di AVVENIRE è dedicata a un nuovo reportage di Paolo Lambruschi sul caso dei profughi nel deserto del Sinai “Fuga dall’inferno” il titolo che nel sommario spiega “Braccato dai predoni l’eritreo testimone degli orrori del Sinai”. “Su Solomon W. C’è una taglia di 50mila dollari. È fuggito dai suoi rapitori e sa troppo della tratta di persone e organi nel deserto egiziano”. Scrive Lambruschi «(…) I predoni beduini agli ordini di Yasser Abu Simya di Rafah, nel distretto del nord, a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, hanno messo una taglia di 50mila dollari sulla testa di Solomon W, 25 anni, profugo eritreo rapito fuori dal campo profughi sudanese dell’Onu di Shagarab dai trafficanti di uomini Rashaida nello scorso dicembre e rivenduto a una gang appartenente alla tribù Ramailat. Dopo aver assistito durante un mese e mezzo di prigionia a omicidi, torture, stupri, e aver visto un sacchetto contenente organi umani pronti per il mercato nero, è riuscito a fuggire e a rifugiarsi in una moschea. Ora si trova nelle mani dello sceicco Mohamed, appartenente a una cellula salafita, fazione nemica dei trafficanti di organi, che lo ha nascosto. La sua sorte è appesa a un filo. (…)». Pagina 3 è interamente dedicata al fatto con tre articoli, oltre al racconto di Solomon si può leggere l’intervista al giornalista israeliano Ehud Yaari che afferma «Quei beduini fanno quello che vogliono» e nel sommario si sottolinea come secondo Yaari “dopo la rivoluzione contro Mubarak,è stato collasso totale, il deserto è senza legge”. L’ultimo articolo è sul rapporto realizzato, come spiega il sommario: “L’Icer, comitato internazionale della diaspora eritrea, ha scovato uno per uno i responsabili dell’ignobile traffico. All’appello però mancano ancora le “menti””. 
 
TASSE
AVVENIRE – Richiamo in prima pagina per una notizia che guarda al futuro “Meno tasse dal 2014, o prima?”, nell’occhiello evidenziato in giallo si legge “Dalla lotta all’evasione un fondo per gli sgravi a famiglie e redditi bassi”. Gli articoli e l’infografica  che descrive le misure allo studio si trovano a pagina 5. Nel sommario dell’articolo di apertura si legge: “Il premier: «Procediamo coi piedi di piombo» Nella bozza non c’è la norma sull’Ici per il non profit”.

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