Morti bianche
Lavoro, quella strage lungo i binari
Le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani - Acli esprimono cordoglio e vicinanza alle famiglie dei 5 operai morti stanotte nell'incidente ferroviario sulla linea Torino-Milano. Ma anche sgomento per l'assenza di adeguate dotazioni di sicurezza
di Alessio Nisi
Lavoravano di notte sui binari della linea ferroviaria Torino-Milano e sono stati travolti e uccisi da un treno in movimento. In Italia di lavoro si continua a morire. Ancora. A pagare con la vita sono stati cinque operai. secondo le ultime rilevazioni dell’Inail nel 2022 sono state 1090 le persone che hanno perso la vita nelle fabbriche, nei cantieri, nei campi, nei magazzini, sui mezzi di trasporto, 697.773 gli infortuni. Nei primi sei mesi del 2023 sono già 450 le vittime e 296.665 i feriti.
In attesa degli accertamenti delle autorità competenti che chiariranno quello che è accaduto nella notte vicino alla stazione di Brandizzo, le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – Acli vogliono esprimere il loro cordoglio e la loro vicinanza ai familiari delle vittime.
Errori e scarsa sicurezza
«Sarà l’inchiesta a chiarire le responsabilità», precisa Stefano Tassinari, cicepresidente nazionale e responsabile lavoro per le Acli, «ma oltre al dolore e alla tragedia, lascia sgomenti che la vita umana di tanti lavoratori possa dipendere, come parrebbe dalle prime notizie, da errori di comunicazione o umani, quando in centinaia di piccoli comuni con bilanci scarni, ci sono segnali automatici che avvisano immediatamente gli autisti se stanno superando i limiti di velocità».
Dov’erano i meccanismi di blocco automatici?
Tassinari si chiede come sia «possibile che in una linea ferroviaria di tale importanza non ci siano meccanismi automatici di blocco per presenza di lavori sulla linea o siano previste procedure di secondo controllo ed intervento». Si domanda inoltre, «se non serva intervenire per obbligare a garantire maggiori livelli di sicurezza e continuiamo a dire che la transizione digitale del Pnrr non può non avere prioritariamente al centro la sicurezza sul lavoro: siamo pieni di telecamere nelle città eppure non esistono controlli da remoto o forme di blocco automatico dei lavori in molti contesti lavorativi dove potrebbero essere facilmente previsti».
In apertura foto LaPresse
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