Welfare

Lavoro: nel contratto entra la pausa preghiera

L'accordo firmato fra la Essevi e la Fit-Cisl: ai 90 dipendenti musulmani è stato riconosciuto il diritto di culto durante le pause lavorative

di Stefano Arduini

Una nuova voce entra a fare parte dei contratti di lavoro, insieme a quelle per le maggiorazioni contrattuali, le ferie, gli inquadramenti del personale: e’ la pausa di preghiera per i lavoratori musulmani. Lo prevede il verbale di accordo sottoscritto oggi alla Essevi, una cooperativa che fornisce sevizi logistici e dove lavorano 160 operai, soprattutto facchini, 90 dei quali musulmani. Il testo, firmato dai titolari della societa’ e dai sindacati della Fit-Cisl, riconosce ai dipendenti musulmani il diritto di culto e di preghiera durante pause lavorative che verranno concesse in base alle esigenze organizzative. ”E’ una nuova tappa per il sindacato italiano e in questo caso e’ la Cisl, il sindacato di ispirazione cattolica che ha posto il problema – ha detto Dario Balotta, segretario generale Fit-Cisl Lombardia – Dopo la correzione della Bossi-Fini sui tempi e le modalita’ di regolarizzazione adesso e’ la volta della concessione di un diritto fondamentale, da inserire in un contesto di diritti-doveri che spettano ad ogni lavoratore indipendentemente da nazionalita’ e fede: sarebbe auspicabile che in ogni altra parte del mondo venissero concessi gli stessi diritti”.

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