Famiglia

Lavoro minorile, campagna Mani Tese per Mondiali calcio

Annunciata oggi una mobilitazione nei mesi precedenti i Campionati di Corea e Giappone: «L'industria degli articoli sportivi sfrutta ancora bambini asiatici»

di Giampaolo Cerri

In occasione dell’anniversario della prima Global March contro lo sfruttamento del lavoro minorile (domani sarà il quarto anno dalla prima edizione), Mani Tese riporta l’attenzione sull’impiego dei bambini nelle produzioni di articoli sportivi. «Ogni 4 anni i Campionati Mondiali di Calcio rappresentano un avvenimento emozionante, da non perdere per tutti gli appassionati del pallone», recita un comunicato della ong. «Lontano dai riflettori di questo evento ci sono però milioni di bambini sfruttati, che perdono per sempre la loro infanzia, impiegati nella produzione di altri articoli sportivi che verranno utilizzati anche nel corso dei prossimi Mondiali di Calcio». Le associazioni e i movimenti che fanno parte della Global March – la marcia mondiale contro lo sfruttamento del lavoro infantile, partita da Manila il 17 gennaio 1998 – di cui Mani Tese è il coordinatore europeo, lanciano la World Cup Campaign «per sensibilizzare l?opinione pubblica e chiedere azioni concrete contro lo sfruttamento del lavoro minorile, richiamando l?attenzione sul lato oscuro del calcio, e cioè sui bambini sfruttati nella produzione di articoli sportivi, soprattutto di palloni. Sono bambini che lavorano 14 ore al giorno, spesso non pagati, in condizioni estremamente dannose per la salute. Molti sono sottoposti a ogni tipo di violenza, fisica e psicologica». Solo in India e in Pakistan, dove si concentra la produzione di questi articoli sportivi, ci sono almeno 80 milioni di bambini sfruttati, che non hanno accesso nemmeno all?istruzione di base. «Tutti possiamo contribuire a rendere i Mondiali di Calcio 2002 un?occasione in più per rispettare i diritti dell?infanzia!», dice Mani Tese. Le inziative saranno realizzate nei mesi maggio e giugno 2002.


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