Economia
Lavoro: la strana alleanza di Legacoop e Confindustria
Entrambe chiedono ritocchi sulla riforma del collocamento, sugli ammortizzatori sociali e sulle collaborazioni coordinate e continuative
Legacoop e Confindustria insieme per emendare la delega sul mercato del lavoro all’esame della commissione di Palazzo Madama. L’inedito tandem, tra il mondo delle cooperative da sempre vicino alla sinistra e l’associazione di Viale dell’Astronomia, infatti, chiede, assieme ad altre 16 associazioni datoriali, che siano ritoccate le norme sulla riforma del collocamento, quelle sugli ammortizzatori sociali e quelle sulle collaborazioni coordinate e continuative.
Tutto normale, se non si trattasse di un provvedimento che ha gia’ catalizzato due scioperi generali di 4 ore, sancito la frattura tra governo e sindacati e l’inasprimento, al calor bianco, dei rapporti tra maggioranza e opposizione. Il documento comune, va detto, non sfiora neppure il capitolo piu’ caldo della querelle, quello che modifica l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. ”Ma il mercato non si puo’ classificare di destra o di sinistra”, sorride Pasqual Graziano, presidente nazionale e responsabile delle relazioni industriali della Lega. ”Sul mercato ci sono imprenditori, imprese, lavoratori, consumatori… E nel sistema impresa ci sono anche le cooperative che hanno una loro specificita’ e una valenza sociale. Ma che hanno una prospettiva se e in quanto sono competitive, e riescono a sviluppare un ruolo sociale solo se sono competitive”. Ma le modifiche all’articolo 18, prosposte dal governo, sono rimaste fuori dal documento comune. ”Diversamente da Confindustria – prosegue – noi riteniamo che la modifica comporti un conflitto che depotenzia la possibilita’ di focalizzare l’attenzione su altri strumenti che riguardano la riforma del mercato del lavoro”.
E poi ”c’e’ una presa di distanze anche sulla premessa del documento che non condividiamo in toto. Cosi’ abbiamo detto che noi non diamo deleghe in bianco al governo ma giudichiamo di volta in volta entrando nel merito dei contenuti”, prosegue. Come dire ”le riforme servono e si devono fare, il contributo c’e’, il consenso ci sara’ se convergeremo sul merito”.
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