Non profit
Lavoro in campagna e svantaggiati: recuperati sul campo.
Nelle fattorie sociali nessuno, anche se ha gravi problemi, si sente una zavorra. Né vive in un ghetto.
Roberto a 15 anni ha iniziato a lavorare in una cooperativa sociale che si occupa di manutenzione del verde nel quartiere Mirafiori Sud di Torino. Tecnicamente Roberto rientrava tra la categoria di ?persone svantaggiate? definite nell?articolo 4 della legge 381 sulla cooperazione sociale e il suo ?svantaggio? era di tipo ?mentale?. Quando lo si avvicinava, Roberto reagiva spaventato alzando il rastrello, pronto a menare fendenti. Con il passare del tempo ha iniziato ad aver meno timore di chi lo circondava, a parlare con i colleghi, a lavorare in gruppo.
Le cooperative sociali di inserimento lavorativo sono luoghi di passaggio. Molti cosiddetti ?svantaggiati? hanno difficoltà temporanee: si pensi al detenuto in semilibertà, al tossicodipendente. Ma anche chi è affetto da un problema cronico può imparare a conviverci, a superarlo. Le cooperative sociali di tipo B esistono per aiutare queste persone a superare la loro condizione attraverso il lavoro, inserendole in contesti dove quasi subito riescono a essere non un peso bensì una risorsa, e poi a imparare a rapportarsi con il mondo del lavoro e ad autogestirsi. Il successo completo lo si raggiunge quando la persona – ora non più ?svantaggiata? – può, volendolo, uscire dalla cooperativa sociale e cercarsi un lavoro sul mercato ordinario.
L?ambiente in cui la persona viene messa a operare è determinante, e deve tenere conto del suo tipo di svantaggio e, soprattutto, della sua storia personale.
Le fattorie sociali di cui parla il professor Senni sono luoghi dove possono essere fatte lavorare anche persone con gli svantaggi più gravi, non come ?zavorre?, ma ben inserite nel processo produttivo. Sono posti dove anche casi apparentemente disperati, come poteva sembrare quello di Roberto, hanno la possibilità di evolvere positivamente. L?inserimento lavorativo può avvenire in posti belli come quelli di cui parla il professore, che non saranno mai, comunque, ?riserve? per individui che altri ritengono incapaci di affrontare il mondo del lavoro ordinario.
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