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Lavoro: il Governo incassa il primo ok da parti sociali
Il prossimo incontro il 13 giugno. Intanto la CGIL indice uno sciopero generale di 6 ore per il 20 giugno
di Redazione
Un confronto ”utile” che crea le ”condizioni per continuare la trattativa sul mercato del lavoro. Questo il giudizio unanime delle parti sociali sulla prima tappa del negoziato sulla riforma. A soddisfare i sindacati soprattutto l’impegno dell’esecutivo di non toccare i diritti acquisiti di coloro che sono attualmente tutelati dall’art. 18 e quello a riformare gli ammortizzatori sociali non a costo zero, come inizialmente era previsto dalla delega del governo. ”Eravamo interessati proprio a capire se ci venivano garantite queste due condizioni -ha affermato il leader dell Uil Luigi Angeletti- prima di continuare la trattativa e il governo ci ha rassicurato impegnandosi in questa direzione. Cio’ significa che non vi potra’ essere nessuna modifica dello Statuto dei lavoratori contraria alle affermazioni rilasciate oggi dal governo”. Quanto al capitolo degli ammortizzatori sociali, ha sottolineato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti- il governo ha convenuto con noi che quanto stabilito attualmente nel testo della delega dovra’ essere emendato. Servono le risorse e il viceministro dell’Economia, Mario Baldassarri ci ha assicurato oggi che saranno reperite anche se e’ ancora in corso una valutazione sulle fonti: fisco, imprese, lavoratori o deficit tenendo conto dei vincoli del Patto di Stabilita’ europeo. Per ora comunque chiedere che vengano indicate cifre e’ privo di senso, occorre invece chiarire come rendere piu’ efficiente il meccanismo strutturale che accompagna il lavoratore alla ricerca di un nuovo lavoro”. Anche il leader della Cisl Savino Pezzotta ha espresso un giudizio favorevole sul primo appuntamento tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro: ”siamo all’inizio del confronto, e’ stato un incontro utile ma giudicheremo solo alla fine anche se il governo gia’ ci ha garantito che i diritti acquisiti da coloro che attualmente sono gia’ tutelati dall’art. 18 non verranno modificati”. Pezzotta ha poi precisato che servono risorse ”aggiuntive” per gli ammortizzatori sociali, un messaggio chiaro per il governo che ha detto di trovare le risorse attraverso la razionalizzazione di quello che gia’ e’ in essere. Soddisfatta anche Renata Polverini, vicesegretario dell’Ugl. Ne’ oggi e’ mancato l’apprezzamento per la ripresa del confronto sul mercato del lavoro da parte diConfindustria: ”finalmente dopo tanti mesi -ha detto con soddisfazione il direttore generale, Stefano Parisi- oggi c’e’ stata l’occasione di parlare delle questioni di merito e lo si e’ fatto con toni molto civili, necessari per tornare a dialogare, questo e’ un grande risultato”. Parisi ha ricordato che l’attuale delega non modifica la situzione per chi oggi e’ gia tutelato dall’art. 18, ma ha anche sottolineato che ”ora bisogna capire come questa norma si interpreta. E’ importante pero’ -ha rilevato- sperimentare questo strumento (modifiche all’art. 18, ndr) e dimostrare che si possono avere livelli piu’ alti di occupazione”. Un monito, invece, arriva dal direttore generale degli industriali sul tema degli ammortizzatori sociali: ”abbiamo detto con chiarezza al tavolo che non devono fare aumentare il costo del lavoro per lavoratori e imprese altrimenti si rischia di andare nella direzione opposta. Gia’ attualmente pesano in maniera consistente (piu’ del 4%) sul costo del lavoro e quindi incidono sul cuneo fiscale. Per questa qualunque cosa si voglia fare non deve toccare l’attuale sistema per le ristrutturazioni aziendali, vale a dire Cig e mobilita’. Due capitoli sui quali, uscendo dal ministero del Lavoro il viceministro dell’Economia Mario Baldassarri ha gia’ dato rassicurazioni, precisando che la cassa integrazione e’ un meccanismo autonomo peraltro in attivo: il problema se mai -ha osservato- e’ come costruire meccanismi di questo genere”. Parisi ha comunque chiarito che Confindustria non ha chiesto una riforma degli ammortizzatori a costo zero e che questo puo’ non significare automaticamente che dovra’ essere finanziata con un maggiore deficit (strada perlatro esclusa da Baldassarri): ”la strada -ha detto- quella di fare una una manovra di ristrutturazione della spea, come annunciato dal premier. Soddisfatto e ottimista anche il ministro del Welfare, Roberto Maroni che, al termine del primo incontro con le parti sociali si e’ detto fiducioso che il testo del nuovo disegno di legge delega (848/bis) sara’ ”sostituito totalmente dal testo dell’accordo con le parti sociali”. Un ottimismo che deriva dal ”clima di collaborazione” di oggi. Quanto al delicato tema degli ammortizzatori sociali, il titolare del Welfare ha annunciato ai cronisti di avere accolto larichiesta dei sindacati di procedere ad una vera e propria riforma anziche’ ad un riordino delle tutele. ”Questo -ha poi spiegato- ci da’ la consapevolezza che vi sono dei costi da affrontare”. Costi che verranno verificati martedi 18 giugno nel giorno dedicato all’incontro sul Dpef a Palazzo Chigi. Intanto la prossima tappa della trattativa sul mercato del lavoro ci sara’ giovedi 13 giugno alle ore 16.
Quattro ore di sciopero generale articolato per regioni, secondo un calendario gi` definito, e 2 ore ulteriori di astensione dal lavoro con modalita’ che saranno stabilite successivamente: lo ha deciso la Segreteria nazionale della Cgil nella riunione di oggi, ”in piena coerenza con il mandato che milioni di lavoratrici e lavoratori hanno conferito al sindacato con le iniziative di questi mesi culminate nello sciopero generale del 16 aprile scorso”.
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