Welfare

Lavoro e immigrazione: l’11% degli incidenti colpisce un immigrato

Presentati i dati della prima ricerca sul tema

di Sara De Carli

In Italia sono stati 106.930 gli infortuni sul lavoro che nel 2003 hanno avuto come protagonisti gli immigrati. In termini percentuali significa un tasso infortunistico del 6,6% sul totale dei lavoratori immigrati (con un picco del 12,5% nelle regioni del Nord Est, pari a quasi 50mila casi di incidente) e del 10,9% sul totale degli infortuni sul lavoro.

Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto ?Immigrati a rischio infortunistico in Italia?, la prima ricerca organica realizzata sull?argomento, condotta dall?Istituto italiano di medicina sociale (IIMS) in collaborazione con il Dossier statistico Immigrazione delle Caritas utilizzando dati INAIL, INPS, ISTAT e del Ministero dell?Interno. Il rapporto è stato presentato al Com-Pa 2004, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica dei Servizi al Cittadino e alle Imprese in corso a Bologna.

La ricerca evidenzia un calo degli infortuni sul lavoro a carico degli immigrati, passati dal 9,1 del 2001 al 6.6 % dell?anno scorso. Le cifre restano comunque preoccupanti, soprattutto se messe in relazione con quelle relative alla presenza extracomunitaria nel nostro Paese. Secondo dati del Ministero degli Interni, infatti, nel 2003 gli immigrati hanno rappresentato il 7,3% della forza lavoro complessiva e, come risulta dalle rilevazioni della Caritas, a fronte di 2.193.999 immigrati regolari soggiornanti, le forze lavoro che risiedono in Italia sono pari a 1.609.547 unità. Le ragioni di questa esposizione al rischio sono diverse. Innanzi tutto, la condizione di maggiore fragilità degli immiIn Italia sono stati 106.930 gli infortuni sul lavoro che nel 2003 hanno auto come protagonisti gli immigrati. In termini percentuali significa un tasso infortunistico del 6,6% sul totale dei lavoratori immigrati (con un picco del 12,5% nelle regioni del Nord Est, pari a quasi 50mila casi di incidente) e del 10,9% sul totale degli infortuni sul lavoro.

Secondo dati del Ministero degli Interni, infatti, nel 2003 gli immigrati hanno rappresentato il 7,3% della forza lavoro complessiva e, come risulta dalle rilevazioni della Caritas, a fronte di 2.193.999 immigrati regolari soggiornanti, le forze lavoro che risiedono in Italia sono pari a 1.609.547 unità. Le ragioni di questa esposizione al rischio sono diverse. Innanzi tutto, la condizione di maggiore fragilità degli immigrati rispetto ai lavoratori italiani e la loro, conseguente, maggiore disponibilità ad accettare le mansioni più umili e pericolose. Ma anche una probabile differenza nella percezione del rischio e situazioni di vita extralavorativa di maggiore precarietà, oltre a una reale difficoltà di formazione e informazione sulle misure di sicurezza e a problemi di comprensione linguistica.

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