I ludobus sono entrati a far parte dell?universo educativo dei ragazzi: regolati da tanto di legge, la 285/97, sono sempre più diffusi. Tanto che l?animatore di ludobus è una nuova professione.
Massimo Celli, uno dei primi ludobusman e presidente della cooperativa Tanaliberatutti di Riccione, spiega: «Il ludobus è un pulmino che porta animazione nelle periferie, nei paesi, in luoghi in cui non ci sono spazi attrezzati in cui bambini e giovani possono giocare. Il veicolo contiene una serie di giochi e di attrezzature che servono agli animatori per allestire situazioni ludiche».
Ali per giocare – Associazione italiana dei ludobus e delle ludoteche dal 1998 è il punto di riferimento di quanti operano nel settore e conta una cinquantina di iscritti. «Il lavoro di animatore consiste nell?allestire situazioni in cui coinvolgere i bambini. Le tecniche sono le più varie, si va dalle giocolerie circensi al teatro. Ci sono anche ludobus tematici con un marcato sfondo educativo, come quelli che trattano della protezione dell?ambiente e in maniera giocosa danno messaggi per sensibilizzare all?uso razionale delle risorse».
Come ci si prepara? «Quasi tutti gli animatori sono laureati, nelle più diverse discipline, e hanno frequentato un percorso formativo ad hoc». A marzo, a Firenze, parte il corso nazionale di formazione per animatori di ludobus organizzato da Ali per giocare – Associazione italiana dei ludobus e delle ludoteche. «Si insegnano nozioni di pedagogia del gioco, si svolgono laboratori e poi si affrontano aspetti tecnici, come la progettazione di un ludobus e la relativa legislazione».
A questo punto due le strade per lavorare. «Ci si può rivolgere ad una cooperativa che già lavora nel settore r presentare il proprio curriculum o rispondere a un?eventuale inserzione sui mass media locali. In questo caso si può essere assunti con il contratto delle cooperative sociali, generalmente si parte da un quinto livello con una retribuzione di circa mille euro netti al mese, oppure si diventa collaboratori per svolgere un determinato progetto di ludobus. Associazioni e cooperative lavorano dopo aver vinto una gara d?appalto indetta dalle amministrazioni locali». Chi invece preferisce creare un ludobus deve seguire un determinato iter: «Occorre partire sempre dalle amministrazioni locali e dal mondo del terzo settore per capire se esiste la domanda per un servizio di ludobus, e poi cercare delle risorse finanziarie anche attraverso bandi dell?Unione europea».
Si sente di consigliare questo lavoro? «Stiamo parlando di piccoli numeri, in Italia si possono stimare una sessantina di ludobus. Tuttavia l?esperienza si sta affermando come servizio nel periodo dopo-mensa nelle scuole o anche nei mesi estivi, come supporto di animazione nei centri ricreativi».
http://www.tanaliberatutti.it
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