Welfare

Lavoro: Bobba, referendum una iattura

Il presidente Acli: «Scontro ideologico dannoso per imprese e lavoratori». E segnala le proposte tecniche di Accornero e Ichino

di Giampaolo Cerri

”La cosa peggiore sarebbe che il Paese si bloccasse un’altra volta in uno scontro ideologico dannoso sia per le imprese che per i lavoratori”. Sono parole del presidente delle Acli Luigi Bobba sulla possibilità di un referendum sull’articolo 18. ”Forse – ha detto – la questione avrebbe dovuto essere affrontata, prima di tutto dal Governo, in modo meno ideologico e depurata dal non tanto segreto intento di ‘spezzare le reni al sindacato’. Una cosa e’ certa: l’uso del referendum per rimodulare le tutele dei lavoratori si e’ rivelato un’arma impropria, un po’ come utilizzare un’accetta per fare la punta ad una matita. La mina andrebbe invece disinnescata con una riforma legislativa che coinvolga le parti sociali e anche quella parte di opposizione che ha una chiara ispirazione riformista”. Bobba segnala, a questo proposito, due proposte tecniche: quella dei giuslavoristi Accornero e Ichino. Il primo sostiene l’opportunita’ di estendere l’art. 18 – ovvero la reintegrazione sul posto di lavoro per licenziamento senza giusta causa – a tutti i lavoratori ma solo nel caso in cui l’interruzione del rapporto di lavoro avvenga in forza di una palese discriminazione di sesso, religione, attivita’ politica o sindacale (ovvero violazione dei diritti individuali della persona). Negli altri casi sara’ invece il giudice a decidere utilizzando prevalentemente lo strumento del risarcimento. La proposta Ichino non è lontana: il Parlamento adotti una legislazione simile a quella tedesca dove il giudice discrezionalmente puo’ decidere se adottare un provvedimento di reintegrazione della persona nel suo posto di lavoro oppure assicurargli un risarcimento con un limite massimo di 18 mesi di salario. Inoltre, Ichino propone di estendere l’applicazione di tali norme a tutte le aziende che abbiano piu’ di quattro dipendenti. Secondo Bobba, ”e’ improbabile che si trovi una soluzione per via legislativa, sia per ragioni politiche che di tempo. Dunque non restera’ che prendere le distanze da un referendum che, oltre che essere un’ arma impropria persegue anche un obiettivo sbagliato”.


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