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LAVORO. ATM Milano ha torto
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso del cittadino marocchino escluso dai colloqui di lavoro dell'azienda sulla base dell'assenza della cittadinanza italiana
di Redazione
Il Tribunale di Milano, modificando la decisione del primo Giudice, ha accolto oggi
il ricorso promosso da Avvocati per niente Onlus Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e da un cittadino marocchino, ritenendo non più vigente la norma del 1931 che prevedeva il requisito della cittadinanza per l’assunzione nelle aziende autoferrotranviarie.
Le due associazioni commentano così: «Il Tribunale ha quindi ritenuto discriminatorio la scelta di Atm di mantenere, in assenza di una norma di legge, tale requisito e ha obbligato Atm a rimuovere il requisito della cittadinanza dalle offerte di assunzione. Già da domani quindi Atm è obbligata a modificare (anche sul sito internet) i propri moduli di offerta di lavoro e i criteri di accesso alle selezioni».
«Come associazioni promotrici dell’azione siamo estremamente soddisfatti della
decisione, che rimuove un ostacolo ingiustificato e discriminatorio alla libertà di
accesso al lavoro, venendo così incontro a esigenze di uguaglianza tra lavoratori e
di efficienza del sistema economico. Restano così smentite le tesi di quanti pretendevano di fornire assurde giustificazioni a tali barriere, qualificando gli stranieri – per la sola loro qualità di “non cittadini”- come fonte di rischi per la sicurezza pubblica, con ciò fornendo sostegno a un clima di intolleranza che le nostre associazioni, così come molti cittadini, continueranno a contrastare».
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