Welfare

Lavoro, anno ad alta tensione

Allarme dei sindacati, il Governo gioca la carta degli incontri

di Franco Bomprezzi

Si riparte dal lavoro, la grande incognita del Paese, chiamato anche all’inizio dell’anno nuovo ad affrontare una situazione grave per l’occupazione, per le novità del sistema previdenziale, per l’incertezza economica complessiva. Dal presidente Napolitano un appello alla fiducia, e intanto il premier Monti cerca di convincere i sindacati a tentare la strada di una nuova concertazione. Ecco come i giornali in edicola affrontano il tema.

“Monti chiama i sindacati” è il primo titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA nel 2012. I servizi nelle prime otto pagine. Sullo sfondo il discorso di fine d’anno del Capo dello Stato. E infatti Marzio Breda a pagina 3 scrive: “Il no a un sindacato arroccato con l’esempio virtuoso di Di Vittorio”, interpretando i pensieri del presidente in tema di lavoro: “Basta un po’ di memoria per capire che i precedenti da lui citati vanno al di là della richiesta di apertura a un dialogo scivoloso e difficile, proponendo invece un metodo: stare meno arroccati sulla difensiva (atteggiamento che comunque il capo dello Stato comprende, visto che ci sono fabbriche in crisi e posti di lavoro da tutelare) e più sulla linea della proposta. In modo di evitare — almeno in questa stagione — la solita strategia dello scontro frontale”. E a pagina 5 Roberto Zuccolini: “Monti chiama Cgil, Cisl, Uil e Ugl «Serve un’intesa in tempi stretti»”. Scrive: I”l secondo sostegno del Presidente, quello sul fronte del mercato del lavoro, servirà a Monti nel confronto certamente non facile che avrà con i sindacati nei prossimi giorni, avendo Napolitano invitato questi ultimi ad uno «slancio costruttivo». Già ieri però il premier ha chiamato i quattro leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per far capire quali sono i termini del confronto: ricerca della «massima intesa» sui temi del lavoro e dell’occupazione, ma «esigenza di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione»”. La preoccupazione dei sindacati in apertura di pagina 6: «Tensioni possibili nei prossimi mesi». Annota Enrico Marro: “Secondo Camusso «c’è un rischio reale di tensioni crescenti nei prossimi mesi». Per questo, aggiunge la leader della Cgil, «rilanciamo con forza la necessità di un piano per il lavoro e l’avvio di un confronto col sindacato». Camusso chiede quindi al premier: «Il professor Monti è disponibile a condividere strategie e politiche? Se lo è, noi faremo, come sempre, la nostra parte», purché sia garantita l’«equità nei sacrifici e nei benefici: non il rigore cieco e l’aumento delle diseguaglianze». La priorità, conclude Camusso, è «un piano per i giovani che guardi a scuola, formazione, lavoro stabile e qualificato, retribuzione giusta e previdenza adeguata». Il governo, aggiunge il segretario della Uil, Luigi Angeletti, deve cambiare rotta: «Non è nostra intenzione fare del conflitto sociale la regola, ma è chiaro che l’esecutivo si illude se pensa che possiamo sopportare un 2012 carico di disoccupati. La combinazione di recessione, pensioni più basse, redditi reali decrescenti e minore occupazione non è un buon viatico per la pace sociale, anzi è benzina sul fuoco»”. Andrea Garibaldi sempre a pagina 6 parla con Enrico Bonanni, leader della Cisl: “Bonanni: subito un patto governo-parti sociali. Altrimenti i facinorosi ne approfitteranno”. Ecco l’attacco del pezzo: “Raffaele Bonanni, segretario Cisl (4 milioni e mezzo di iscritti) ha sentito che Mario Monti farà di tutto «per evitare tensioni sociali». Scuote la testa: «C’è un solo sistema per evitare tensioni sociali e io lo proposi (sul Corriere della Sera) il 21 novembre: un patto fra governo e parti sociali sul mercato del lavoro, sul fisco, sui tagli alla spesa, sulle corporazioni da smantellare». Un patto fra governo e sindacati? «Ho detto: parti sociali. Un patto fra governo da una parte e Confindustria, artigiani commercianti, associazioni industriali rappresentative e sindacati dall’altra»”. A pagina 8 Margherita De Bac traccia un quadro della situazione: “Aziende in crisi, 30 mila a rischio” e questo è il primo elenco: “Almeno 230 situazioni a rischio, 300 mila lavoratori coinvolti e fra loro circa 30 mila corrono pericoli immediati di restare a casa. Domani si torna a parlarne al ministero di Via Veneto, secondo un calendario di priorità. I problemi più urgenti riguardano Irisbus, lo stabilimento irpino che produce autobus, gruppo Fiat, 700 operai più i 300 dell’indotto. Ma navigano in acque molto burrascose anche Omsa e Agile-Eutelia. Nella fabbrica aretina 1.350 persone sono in attesa di conoscere il loro destino occupazionale. Tra le aziende sedute ai tavoli ci sono poi Fincantieri, Termini Imerese (dove da ieri sono state tolte le insegne della Fiat, sostituite con quelle della Dr Motor, i nuovi proprietari) risolta recentemente, e ancora la Lucchini di Piombino, ex colosso siderurgico, tremila metalmeccanici. I settori più colpiti sono trasporti, tessile, telecomunicazioni, automobilistico”. 

“Lavoro, l’allarme dei sindacati”: LA REPUBBLICA titola sul tema della telefonata del premier Monti ai rappresentanti dei lavoratori. «Siamo pronti a un confronto rapido ma non serve evocare i conflitti» ha fatto sapere Palazzo Chigi. Obiettivo far ripartire l’economia e quindi l’occupazione. Per i sindacati è questa l’emergenza numero uno per il 2012: «Nei prossimi mesi c’è il rischio di tensioni sociali crescenti: la recessione avrà un impatto duro su occupazione e redditi», ha avvertito Susanna Camusso. Alla quale Monti ha risposto che va bene il confronto ma senza pregiudizi e soprattutto senza evocare inutilmente i conflitti. Sono comunque 300mila i lavoratori delle aziende in crisi. Nel suo retroscena Alberto D’Argenio spiega la posizione di Monti: «al momento nessuno ha elementi per ritenere che ci saranno tensioni sociali, ma certo che se iniziamo ad evocarle dal primo gennaio… Cercheremo di disegnare un intervento che soddisfi tutti»i, ha detto il premier, «ma non sarà facile anche perché il tempo stringe e gli annunci preventivi non aiutano». Sarà Elsa Fornero, ministro del Lavoro, a incontrare uno per uno i sindacati. Li vedrà separatamente perché «gli incontri pletorici non portano a nulla mentre noi dobbiamo essere rapidi e concreti». A Monti spetterà il rapporto con i partiti. Una concertazione non eterna, però. «Ascolteremo le priorità, annoteremo le proposte», spiega un ministro, «ma il confronto non potrà trasformarsi in un pozzo senza fondo e per questo alla fine saremo noi a tirare le somme e a decidere cosa portare in Parlamento». Del resto sul tema del lavoro è intervenuto anche il presidente Napolitano nel suo messaggio di fine anno: l’Italia può farcela, ha detto, ma serve ripensare pensioni e tutele del lavoro, immaginando un nuovo welfare. Sul lavoro, Roberto Mania spiega una delle ipotesi all’ordine del giorno, il contratto unico. Una info-grafica spiega le varie opzioni: le proposte Ichino, Boeri-Garibaldi, Damiano-Madia.

Piccolo richiamo in prima pagina de IL GIORNALE per il no al ricollocamento di 152 dipendenti di Wagon lits detto dalla Cgil e articolo a pagina 6 per i temi del lavoro. In una pagina dedicata quasi totalmente al tema con il titolo “La Cgil  non firma gli accordi se ci sono operai da salvare”, spiega il sommario “La Camusso rifiuta l’intesa sui lavoratori del servizio Wagon Lits e ordina di restare per protesta sulla torre della stazione di Milano. La Uil accusa: vuole solo la guerra”, in un secondo sommario la posizione della Cisl “La condanna della Cisl «È un insulto a migliaia di cassintegrati»”. Sullo stesso tema anche l’analisi di Pierluigi Bonora “Il solito metodo targato Fiom: prima dei posti viene l’ideologia”.  A parte questo riferimento al caso Wagon Lits i temi del lavoro non trovano altro spazio sul GIORNALE che per quanto riguarda la politica, meglio “Lo scontro politico” come segnala l’occhiello generale di pagina 7 apre sul Cav che “Ignora il caso Merkel: il guaio è l’euro” e relega Monti e la sua fase due in un articolo “Il retroscena – La telefonata ai leader sindacali: «Cerchiamo l’intesa, ma in fretta»” dove si legge «(…) Dal 9 gennaio, quando partirà il confronto con i partiti sulle misure “Cresci Italia”, si vedrà come il prof riuscirà a gratificare la sinistra varando quel piano di liberalizzazioni anti – oligopoli che il Pd invoca come “urgenti” (e che il Pdl contrasta e tenta di impedire) e come riuscirà a blandire la destra con la riforma del lavoro e il ridimensionamento dei sindacati che la sinistra teme (…)». Fine, per il resto IL GIORNALE è cronaca: botti di capodanno, matrimoni vip, regali low coast dei politici e morte di don Verzè.

Nessun lancio in prima pagina sull’allarme dei sindacati sulla STAMPA di Torino. Mentre il 2012 si apre «sotto una cattiva stella» per il mondo del lavoro, con 230 tavoli aperti al ministero dello Sviluppo economico, 300mila lavoratori coinvolti e 30mila a rischio disoccupazione, il nuovo anno si annuncia «barricadero» per i sindacati. Monti chiama i quattro maggiori sindacati con la voglia di cercare «la massima intesa» ma sottolineando la necessità di «operare con sollecitudine»: le reazioni? Susanna Camusso (Cgil) affida a Twitter quello che poi diventa il titolo della STAMPA: «la recessione avrà un impatto duro su redditi e occupazione. C’è il rischio di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi». Raffaele Bonanni (Cisl) chiede che la concertazione sia «vera», che la necessità della rapidità «non diventi un alibi per evitare il confronto» e annuncia che «non accetteremo pacchetti preconfezionati». Luigi Angeletti (Uil) infine sottolinea che «non è nostra intenzione fare del conflitto sociale la nostra regola», ma certo il mix di pensioni più basse, redditi decrescenti e minore occupazione «non sono un buon viatico per la pace sociale».

E inoltre sui giornali di oggi:

FAMIGLIA
LA STAMPA – Dopo il nuovo appello per la concessione della cittadinanza italiana ai figli di cittadini immigrati fatta da Napolitano nel messaggio di fine anno, Mariella Gramaglia firma sulla prima pagina della STAMPA un pezzo che si intitola “Il diritto di fare figli e lavorare”, dove si torna a dire di come anche le italiane vogliano fare figli, almeno due, ma di come «le giovani madri possibili» siano in realtà «tanto coccolate dalla retorica e dimenticate dalla politica», visto che la metà – avendo un contratto atipico – non ha l’assegno di maternità, un quinto non rientri al lavoro dopo il primo figlio e nessun sostegno da parte dei padri, non esistendo i congedi parentali obbligatori per un tempo significativo.

PRIMAVERA ARABA
IL  GIORNALE – A pagina 14 di taglio centrale si trova il reportage di Gianni Micalessin su “Egitto, Tunisia e Libia un anno dopo” chiaro il titolo “La primavera araba mai arrivata: «I nuovi leader peggio dei raìs»”. Si legge «La chiamavano primavera, ma quest’anno non arriverà. La stagione delle illusioni se n’è andata, ha lasciato posto allo sconforto di una rivoluzione mai germogliata (…)» E via a raccontare la disillusione tunisina, libica ed egiziana. 

VIVERE BENE
ITALIA OGGI – E’ Trento la città più vivibile di’Italia. Lo rivela il Rapporto Qualità della vita 2011 di ITALIA OGGI-UNIVERSITA’ LA SAPIENZA a cui il quotidiano dei professionisti dedica l’apertura e ben 46 pagine di approfondimenti. La ricerca registra un calo generalizzato del livello di benessere ma le grandi città si candidano a guidare la ripresa.

DON VERZE’
LA STAMPA – “Il disobbediente che parlava con il Signore”: così il lancio in prima pagina della Stampa sulla morte del fondatore del San Raffaele. Michele Brambilla firma un ritratto del «prete, non un cumenda in tonaca» su cui è «fiorita una malevola letteratura, alimentata anche da certe sue uscite a dir poco eterodosse e da quel suo modo di vestire in giacca e cravatta, che infastidisce anche i non cattolici». Per Brambilla lui, figlio disobbediente e diseredato, formidabile baro a briscola, «era un leader nato e lo faceva pesare», «detestava la mondanità, i soggiorni in hotel e i cibi raffinati» ed era convinto che «il Signore gli parlasse direttamente, senza passare per vescovi e neppure papi». 

CONSUMI
IL SOLE24 ORE – “Le vie per far fruttare il dono inutile” A pag 36 un pezzo dedicato allo space clearing,l’arte di eliminare il superfluo in modo da recuperare spazio per l’essenziale. Una guida su siti internet e negozi specializzati per monetizzare gli oggetti che non servono. Sempre a pag 36, il pezzo “S’impara a scuola come riciclare nel modo giusto” entra nel dettaglio del riciclaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici e propone l’esperienza del progetto “Remeida Scuola-lunga vita alla tecnologia”, ovvero un percorso completo per gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria per promuovere corretti comportamenti di raccolta e riciclo delle tecnologie a fine vita.


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