Formazione
Lavoro, a Napoli il percorso sull’audiovisivo per ragazzi fragili
Aperte fino al 15 ottobre le selezioni per Audiovisual Napoli hub, bando per il progetto che offre un'opportunità professionale a giovani a rischio marginalità. Andrea De Rosa (Apogeo): «Cerchiamo di restituire al territorio quello che ci ha offerto in passato»
di Alessio Nisi
No, quell’acronimo proprio non gli piace. A Neet e al suo not in education, employment or training, preferisce ragazzi a rischio di marginalità economica e sociale. «Eppure non possiamo non usare quella parola», spiega Andrea De Rosa, 41 anni, presidente di Apogeo (sì, uno di quelli che nel 2013 fondarono Apogeo records, una piccola etichetta discografica nata nella periferia di Napoli per promuovere la cultura musicale del territorio e come antidoto alla marginalità). Radici quindi. E l’esigenza di umanità di restituire al territorio quello che quest’ultimo aveva dato in passato ad Andrea e alla sua squadra.
Con questo orizzonte è nato Audiovisual Napoli hub, percorso gratuito di formazione e inserimento professionale nel settore dell’audiovisivo. Un’iniziativa che in quattro edizioni vuole formare 80 giovani e 20 studenti del Dipartimento di scienze sociali della Federico II (il progetto è in collaborazione con l’ateneo campano). Ecco, portato a casa il primo ciclo, si stanno chiudendo le iscrizioni del secondo percorso (il 15 ottobre è il termine ultimo, QUI per candidarsi). «Rispetto al primo ciclo», spiega De Rosa, «lavoreremo un po’ meno sul suono e più su ripresa e montaggio».
Un primo bilancio? Del primo gruppo di 20 ragazzi (100 le candidature), spiega De Rosa, 17 lavorano, tra tirocini extracurricolari, pagati, e impieghi a vario titolo. «Va tenuto conto che c’erano ragazzi che non avevano mai tenuto in mano una telecamera e che oggi riescono a produrre buoni contenuti».
L’iniziativa, fra l’altro, ha avuto il merito di «introdurre una serie di tematiche relative alla post-produzione e alla produzione visiva nei percorsi universitari».
Un ponte tra due mondi
A sentirlo parlare sembra che gli anni di Musica e nuove tecnologie a Rione Sanità non siano mai trascorsi. L’obiettivo, anche in questo progetto, è tracciare orizzonti, costruendo ponti. «Vogliamo unire questi due mondi e farlo senza etichette: quello universitario», con «ragazzi che hanno le idee po’ più chiare e sono all’interno di un percorso di studi strutturato che li porterà a una laurea», e quello di «giovani che non studiano, non lavorano e sono in una fase più complessa della loro vita». Un progetto simile a quello di 12 anni fa?
Ai ragazzi piace lavorare con l’audiovisivo perché permette di utilizzare uno strumento non verbale per comunicare. Fanno parte di una generazione visuale
Andrea De Rosa – presidente di Apogeo
Musica e nuove tecnologie a Rione Sanità. «Altra Napoli», racconta, «dodici anni fece partire Musica e nuove tecnologie a Rione Sanità» e mise su «uno studio di registrazione e, insieme ad altri partner, fece startup con sei ragazzi che seguirono un corso simile a quello che facciamo noi, ma sulla musica, e poi alla fine si creò una cooperativa». Tra quei ragazzi c’era anche Andrea, che ha deciso poi di lavorare sull’audio visivo. A oggi, sottolinea con orgoglio Andrea, «siamo riusciti a creare una realtà che tra l’associazione e la società di produzione impegna stabilmente quasi 20 persone».
Educatori di prossimità ed elasticità
Andrea si rivede in quei «ragazzi. Accade spesso che i destinatari dei progetti diventino poi degli educatori di prossimità, perché conoscono chiaramente quelle fragilità e quei contesti». Tutto questo poi non può non riflettersi sui percorsi di formazione che vai a proporre. «La maggior parte delle 300 ore di lezione è tenuta dai formatori interni. Certo, ci sono anche i contributi di executive di Prime, di Sky, di Netflix e degli altri player che hanno aderito al progetto». Non solo. «C’è molta elasticità in quello che facciamo».
Come scegliamo i ragazzi
I ragazzi che vogliono partecipare al programma di formazione devono prima di tutto candidarsi. Nel form devono indicare che non sono impegnati in altri percorsi di studio o che non lavorano. «Chiediamo un Isee e poi facciamo un colloquio motivazionale a tutti» e sulla base di questi elementi viene stilata la graduatoria finale.
In apertura e nel testo foto di Upside Production & Apogeo Records
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