Le Acli mantengono la promessa di impegnarsi per tutelare i diritti dei lavoratori percorrendo strade alternative al referendum sull?art. 18 e promuovono una proposta di legge per il riconoscimento dei diritti di formazione. Secondo l?associazione, riconoscere e tutelare i diritti individuali di formazione è uno dei passi fondamentali per realizzare quella ?flessibilità sostenibile? di cui le Acli hanno fatto una parola d?ordine nel dibattito sul lavoro e le sue trasformazioni.
“Non è assolutamente accettabile che i costi della flessibilità vengano scaricati sulle spalle dei lavoratori e delle famiglie più deboli”, dichiara Bobba. Alla luce dei nuovi rischi dei lavoratori, è il ragionamento del presidente aclista, emergono anche nuovi bisogni di protezione sociale. Coniugare competitività e sviluppo economico con sicurezza, inclusione e sviluppo sociale vuol dire anzitutto esigere una formazione per tutti e per tutta la vita. “Oggi più che mai l?occupazione dipende dalla possibilità di usufruire di una qualificazione e riqualificazione continua”, continua Bobba, “come continue sono le trasformazioni degli alfabeti, dei saperi, dei know how. Solo così si possono combattere le nuove disuguaglianze sociali che oggi partono dalle disuguaglianze educative”. I deputati firmatari della proposta di legge sono Giovanni Bianchi (Margherita), Cesare Campa (Forza Italia), Mimmo Lucà (Ds) e Bruno Tabacci (Udc).
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