Famiglia

l’autostrada per le adozioni è già al bivio

Polemiche sulla proposta per facilitare il passaggio dall'affido

di Benedetta Verrini

Sono più di tremila
le firme raccolte dalla Gabbianella per cambiare la legge. Per Scarpati «è inutile sanare per legge casi che non dovrebbero esistere». Mentre Griffini parla di «risposta illusoria»
Sono già più di 3mila le firme raccolte dall’associazione “La Gabbianella e altri animali” per la petizione dedicata al «diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento». Spiega la presidente, Carla Forcolin: «I sentimenti sono calpestati ogni volta che, dichiarati adottabili, questi bambini sono costretti a cambiare famiglia, dopo anni trascorsi in una famiglia affidataria che li ha amati come figli».
Il 13 maggio, in un convegno cui parteciperanno i maggiori esperti di adozione e diritto minorile, la petizione verrà consegnata al presidente della Camera, con la richiesta di un’aggiunta all’articolo 4 della legge 184, in cui si dice che «qualora l’affidamento si risolva in un’adozione», «va favorita la permanenza del bambino nella famiglia in cui egli già si trova». Sostengono la petizione anche Anfaa (che riafferma però l’importanza dell’adozione legittimante rispetto alle “scappatoie” dei casi speciali) e Famiglie per l’Accoglienza: «Pur tenendo ben distinti affido e adozione», spiega il presidente Marco Mazzi, «non è corretta neppure la rigidità con cui, culturalmente, si ritiene che mai l’affido possa trasformarsi in un’adozione». È invece preoccupato il presidente di AiBi, Marco Griffini che parla di «risposta illusoria» e ci vede «un preambolo all’adozione da parte dei single. Chi è tutelato da questa proposta? L’interesse del minore di essere accolto da una famiglia o il desiderio di un adulto di diventare genitore?».
«Questa iniziativa tocca uno degli aspetti più dubbi della legge», riflette Antonio Fatigati, presidente di Genitori si diventa: «Guardando dalla parte dei bambini, mi pare giusto dare una maggiore discrezionalità ai giudici, in modo che valutando la singola storia, abbiano gli strumenti di legge per dare la risposta adatta a ogni minore». Su giudici e Tribunali l’avvocato Marco Scarpati, presidente di Ecpat, non usa mezzi termini: «Non c’è bisogno di implementare la legge. Sono i Tribunali per i minorenni che non intervengono con la dovuta celerità: inutile sanare per legge cose che non dovrebbero succedere».

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