Economia
L’autolavaggio a domicilio per dare lavoro ai Neet
Nasce in provincia di Padova Rinascere, un progetto che avvierà al lavoro tre squadre di giovani Neet e ragazzi segnalati dai servizi sociali per la loro situazione di marginalità sociale. Il progetto è uno dei dieci vincitori del bando UniCredit Carta E 2016
di Redazione
Farsi lavare l’auto a domicilio, da una cooperativa sociale. È una novità ideata dalla Cooperativa sociale Rinascere di Carmignano di Brenta: il progetto consentirà la formazione e l'inserimento lavorativo di giovani inattivi. Nell’arco di tre anni partiranno tre squadre, in cui si affiancheranno soci lavoratori della cooperativa e ragazzi fra i 18 e i 29 anni segnalati dai servizi sociali per la loro situazione di rischio o di marginalità sociale. Per i giovani è previsto un tirocinio d’inserimento lavorativo di sei mesi, dopo di ché potranno essere assunti o proporsi sul mercato con le competenze acquisite.
Il progetto è stato selezionato da UniCredit Foundation fra i 10 vincitori del Bando “UniCredit Carta E 2016” e ha un contributo di 44.500 euro e l’accesso ad un periodo di “incubazione”. «Sosteniamo le idee che aiutino i giovani a trovare il loro spazio nel mercato del lavoro», ha dichiarato Maurizio Carrara, Presidente di UniCredit Foundaiton. «Abbiamo scelto dieci proposte vincenti a sostegno dell'occupazione giovanile in Italia, pensate da giovani per altri giovani».
Il nuovo servizio sarà affiliato a Ecoline Wash, il franchising italiano di lavaggio auto a domicilio, che per la prima volta entra in un contesto di welfare partecipativo. L'inaugurazione dell'attività sarà il 16 settembre a Fontaniva (PD), alla sede di Socialcars, il primo punto vendita sociale in Italia dedicato alla vendita di veicoli usati garantiti e certificati e di veicoli attrezzati per la mobilità accessibile. Anche Socialcars è gestito dalla Cooperativa Sociale Rinascere, a sua volta espressione della Comunità Papa Giovanni XXIII: la cooperativa impiega circa 80 persone nelle province di Padova e Vicenza.
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, sottolinea l’aspetto formativo: «Ci accorgiamo ogni giorno di quanto sia difficile rispondere alle richieste di aiuto dei Neet, i giovani inoccupati che non studiano e non ricercano lavoro. Privi di un’occupazione, i giovani non riescono a costruire un progetto di vita, rischiando di incappare in dipendenze patologiche o di finire a vivere in strada. Per questo è fondamentale aiutarli a riscoprire il proprio valore nella società attraverso il lavoro».
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