Sostenibilità

Laurearsi in verde

Dalla gestione e progettazione dell'ambiente alle scienze agrarie declinate in stile sostenibile: sono professioni che nel futuro prossimo avranno sempre più spazio.

di Redazione

Tecnica, etica e passione. E’ il trinomio che caratterizza i corsi universitari che consentono di acquisire competenze tecnico scientifiche da mettere al servizio della natura, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione. Sono settori di nicchia, spesso poco conosciuti ma in cui é possibile ricavare, professionalmente, gratificazioni che vanno oltre il riconoscimento economico. Corsi adatti a chi avverte la necessità di rendersi utile svolgendo una professione che contribuisca a salvaguardare l’ecosistema o aiutare chi vive in povertà.

Nuove competenze
“L’identikit del nostro candidato ideale”, spiega Luciano Morselli, preside del corso di laurea in Tecnologie chimiche per l’ambiente e la gestione dei rifiuti all’università di Bologna e direttore del comitato scientifico di EcoMondo, fiera dedicata allo sviluppo ambientale sostenibile, “é quello di un ragazzo che abbia una spiccata predisposizione per le materie tecniche e scientifiche ma anche delle forti motivazioni culturali. Nel mio corso c’era uno studente-lavoratore che per seguire le lezioni si alzava alle quattro, andava a lavorare e poi veniva all’università, e alla mia domanda se ce la facesse a tenere questi ritmi non ha mai esitato, tanto forte era la passione e la consapevolezza di acquisire competenze professionali in grado di fare qualcosa per l’ambiente”.
E le opportunità professionali sembrano non mancare: “Un quinto degli studenti del nostro corso”, aggiunge Morselli, “é costituito da laureati che già lavorano e che hanno sentito l’esigenza di migliorare la propria posizione professionale acquisendo competenze tecniche in precedenza non disponibili nell’offerta formativa dei corsi universitari”.
Di ambiente e sviluppo sostenibile si occupano anche i corsi laureai in agricoltura ecocompatibile e sviluppo rurale nei Paesi economicamente arretrati. “Questa tipologia di corsi”, spiega Fabio Caporali, docente di Economia agraria all’università della Tuscia, “prevedono un approccio multidisciplinare capace di garantire, oltre all’acquisizione di competenze agronomiche, sapere che permettono di formare professionisti con una visione in grado di unire nella formazione e poi nell’attività lavorativa, competenze tecnico scientifiche e aspetti morali e filosofici”. L’agricoltura in molti Paesi é l’unica risorsa in grado di favorire progetti di sviluppo di regioni economicamente arretrate. I corsi sono progettati proprio per formare esperti che sentono il dovere di contribuire nel loro piccolo alla riduzione della povertà, interessati non solo alle materie tecniche ma anche a quelle sociologiche, antropologiche ed economiche.
“Un tipo di figura professionale fino a qualche anno fa difficilmente reperibile”, sottolinea Liano Angeli, professore di Economia dello sviluppo dei Paesi emergenti alla facoltà di agraria della Tuscia e un passato alla Fao come consulente. “Chi decide di scegliere questo corso deve avere forti motivazioni, disponibilità a viaggiare e lavorare in zone disagiate in condizioni a dir poco scomode. Ed essere pronte a esperienze che “segnano””.

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