Volontariato

Laura Masi, che ha scelto 365 giorni di solidariet

Diciannove anni, bolognese, diplomata: è una delle prime ragazze a svolgere il servizio civile in Italia. Lavora con i senza fissa dimora e pensa a un lavoro nel sociale

di Benedetta Verrini

Avevo bisogno di vedere cosa c?era intorno a me, di scoprire la realtà fuori da casa mia». Parla senza enfasi, Laura, come se non ci fosse proprio nulla di eccezionale nell?essere una tra le prime ragazze che hanno scelto l?anno di servizio civile volontario, partito da poche settimane per 790 persone (il bando risale a ottobre, le prime convocazioni a dicembre) presso alcuni comuni ed enti del privato sociale (Arci, Caritas, Acli, Legambiente). Eppure Laura Masi, a 19 anni, una scelta controcorrente l?ha fatta: dopo le superiori ha deciso che «guardarsi intorno» per lei non voleva dire concedersi un anno sabbatico in attesa di decidere quale facoltà scegliere, né mettersi subito sul mercato del lavoro con qualche stage. A ottobre ha preso contatto con la Caritas di Bologna, la sua città, e ha deciso di iniziare l?anno di volontariato sociale (un percorso parallelo al servizio civile maschile che in Caritas si sperimenta da quasi trent?anni). Quando è partito il bando del servizio civile volontario, tutta la sua pratica è stata ?convertita? nel nuovo progetto. Oggi Laura collabora con gli operatori del Centro ascolto italiani della Caritas: un approdo sicuro, a Bologna, per chi è senza fissa dimora, per i tossicodipendenti o gli anziani con qualche problema economico. «Noi volontari, assieme agli obiettori, seguiamo il lavoro degli operatori professionali», spiega Laura, «svolgiamo le pratiche burocratiche che i nostri assistiti non sono in grado di fare e garantiamo il primo ascolto e l?orientamento all?interno del centro operativo». Laura si è sistemata con altre due ragazze che stanno facendo la sua stessa esperienza in un?abitazione della Caritas in cui vivono anche tante famiglie. «I miei genitori all?inizio hanno avuto qualche perplessità, ma poi hanno capito che questa scelta mi rendeva davvero felice: è buffo dirlo, ma sono molto più rilassata di quando andavo a scuola. Ho scoperto una Bologna diversa, situazioni e vite che non avrei mai potuto immaginare. Lavorare con i senza fissa dimora è impegnativo, ma a me piace perché sono persone molto dirette, ti dicono cosa pensano senza troppi giri di parole. Sarebbe bello poter trasformare questa esperienza in un lavoro vero e proprio». Il sogno di una professione nel settore della solidarietà è forse la leva più forte che muove oggi tante ragazze, come Laura, a sperimentare il servizio civile volontario. Ed è anche una scommessa difficile per gli enti e le istituzioni: «Il servizio civile deve cambiare», ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento e con delega per il servizio civile, Carlo Giovanardi. «Vanno pensati progetti in grado di attrarre l?attenzione dei giovani, servono obiettivi ambiziosi partecipare ai quali significhi maturare una sorta di orgoglio esclusivo, come quello che per l?arco di tutta la vita unisce il Corpo degli alpini». Forse non è una questione d?orgoglio, per Laura. «È un?esperienza utile per se stessi, soprattutto se si sta cercando uno scopo: mi aiuta a ragionare sul mio stile di vita e a valutare tutto, per la prima volta, con il giusto peso». Per saperne di più Ufficio nazionale Servizio civile: call center, tel. 848-800715 (dal lunedì al venerdì, 8.30/13,00-13.45/17,00) Sito istituzionale: www.serviziocivile.it Associazioni: www.caritasitaliana.it, www.arciserviziocivile.it, www.legambiente.com, www.acli.it


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