L’augurio per questo 2013?
Sia l’anno di un’Agenda Sociale per l’Italia!!
Un Memorandum di riforme per il Terzo settore e l’impresa sociale che affianchi o integri le agende dell’ultima collezione elettorale autunno-inverno!!
Chissà che non sia proprio il 2013, ad esempio, l’anno di una Riforma organica della Legge sull’impresa sociale e dei soggetti del libro primo del codice civile!
Nel rileggere i commenti all’emendamento sull’impresa sociale, inserito e poi ritirato nella Legge di stabilità, è forse possibile tracciare una linea comune dietro la quale, onestamente, non credo sia più possibile arretrare, a meno di una smascherata discesa in campo a difesa dei soliti interessi di parte che rischiano di esser danneggiati da quelle stesse corporazioni che pretendono di tutelarli.
In quei commenti, le critiche più convincenti sono relative ai tempi e alle modalità di emendazione e riforma della legge sull’impresa sociale (il DLgs. N. 155/2006). Tuttavia, al di là delle legittime diversità di veduta, è significativo riscontrare un unanime convincimento (la linea comune di cui sopra) sugli effetti sterilizzanti che quella normativa ha avuto sulle imprese sociali, così com’è strutturata. E la vicenda di quell’emendamento ha avuto l’indubbio merito di riportare alla luce l’urgenza di un rilancio della riforma di quella Legge.
Decisamente più fragili sono le motivazioni frapposte ad un principio – la redistribuzione cappata degli utili all’interno dell’impresa sociale – che è già parte del nostro ordinamento giuridico.
L’alzata di scudi contro questo principio, fomentata dall’aprioristica paura della finanza speculativa, rischia di ridursi ad un miope arroccamento dietro meri ideologismi che ignorano:
a) l’esistenza di analoghi principi e meccanismi giuridici a favore delle cooperative sociali: si pensi non soltanto al principio previsto dall’art. 2514 c.c. per gli stessi soci cooperatori, ma anche alle figure d’investitori estranei al rapporto mutualistico, quali i soci finanziatori (introdotti dalla Riforma Draghi del diritto societario – DLgs. N. 6/2003), i soci sovventori (L. n. 59/1992) o i titolari di azioni di partecipazione cooperativa (L. n. 59/1992);
b) l’esistenza del dibattito che si sta sviluppando a livello europeo sull’impresa sociale e sulle possibilità di mobilitare strumenti giuridico-finanziari in grado di assicurarne una maggiore capitalizzazione: si pensi alla Proposta di regolamento sui fondi di Impact investing che la Commissione europea sta negoziando presso il Parlamento e il Consiglio e che rischiano di non trovare adeguati veicoli giuridici all’interno del nostro ordinamento;
c) la diffusione di forme giuridiche analoghe all’interno di ordinamenti europei ed extra-europei, particolarmente innovativi sotto il profilo dell’intervento sociale.
Ecco perché, in questo clima di ‘Agende natalizie’, avalliamo e auspichiamo l’istituzione di un tavolo di confronto e di studio su queste tematiche, possibilmente coordinato dai Ministeri competenti (in particolare il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ma perché no, anche il Ministero dello Sviluppo economico) o direttamente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Più che di emendamenti-blitz c’è bisogno d’interventi legislativi di sistema che salvaguardino la coerenza tecnica e l’assunzione chiara di una responsabilità politica delle scelte operate.
Analoghe iniziative, poi, sarebbero auspicabili su tanti altri temi di fondamentale importanza per il Terzo settore. Si pensi agli aspetti fiscali e alla preoccupante questione dell’innalzamento delle aliquote iva a carico delle cooperative sociali.
Fra questi temi, inoltre, vi è quello della riscrittura della L. n. 49/87 sulla Cooperazione internazionale che ha visto naufragare, con la fine della legislatura, l’ennesimo iter di riforma avviato in Senato:
Anche su tale fronte, il lavoro del Comitato i3S è particolarmente attivo e vorrebbe rilanciare quel dibattito avviato dal Ministro Riccardi con l’indizione del Forum svoltosi ad Ottobre 2012, a Milano.
Il prossimo appuntamento, aperto al contributo delle principali Ong italiane, verterà proprio su questa tematica grazie al contributo e all’aiuto di Eduardo Missoni, docente in Bocconi ed esperto di cooperazione internazionale.
http://propostadiriformadelterzosettore.wordpress.com/2012/12/30/683/
Di cose da fare se ne potrebbero dir tante.
Che questo 2013 sia l’anno del passaggio dal dire al fare!
La lampadina, nel suo piccolo, c’è! Speriamo che al suo lavoro possa aggiungersi quello di tante altre lampadine da metter insieme per accendere i riflettori sull’urgenza di quell’Agenda sociale!
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