Mondo

L’attacco dell’Eritrea all’Etiopia non fu per autodifesa

In base alla sentenza della commissione internazionale istituita cinque anni fa, Asmara dovrebbe risarcire l'Etiopia.

di Chiara Brusini

L’attacco lanciato dall’Eritrea contro l’Etiopia nel 1998 non fu per autodifesa, come prevede la Carta dell’Onu. La sentenza della commissione internazionale dell’Aja arriva in un momento di grande tensione tra i due Paesi, coinvolti tra il maggio del 1998 e il 2000 in una sanguinosa guerra per la disputa dei confini e oggi sull’orlo di un altro conflitto per la stessa ragione. Stando a quanto stabilito dalla commissione, istituita cinque anni fa in base agli accordi di pace, l’Asmara e’ tenuta a risarcire l’Etiopia dei danni provocati dalla guerra. Cio’ che meraviglia e’ come tale sentenza sia stata recepita dai governi dei due Paesi africani. Secondo quanto riportato dalla Misna, infatti, l’Eritrea ha praticamente ribaltato la sentenza, sostenendo che l’Etiopia e’ stata riconosciuta colpevole ”di aver violato la legge internazionale”, mentre Addis Abeba ha pubblicato una dichiarazione del ministero degli Esteri in cui afferma che ”l’Eritrea deve fornire una compensazione per i danni di guerra”. Segno di una crescente tensione tra i due Paesi, aggravata dal recente ritiro, intimato dall’Asmara, delle truppe del contingente Onu dal territorio eritreo. La forza di pace multinazionale era stata dispiegata all’indomani degli accordi di Algeri per scongiurare il rischio di ulteriori scontri e vegliare sull’attuazione del processo di pace. Processo che si e’ arrestato dopo il rifiuto di Addis Abeba di accettare la decisione della commissione di attribuire la citta’ di Badme, al confine, all’Eritrea.


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